Televisione

In The Voice Kids ho rivisto il solito errore, frutto di una educazione musicale sbagliata

di Antonio Deiara (docente di Musica)

Antonella Clerici presenta un nuovo programma televisivo dedicato ai piccoli cantanti che, fortunatamente, si rivelano anche aspiranti strumentisti: The Voice Kids. Credo sia una bella idea, per cui ho seguito la prima puntata su Rai 1 con grande attenzione. Purtroppo, già dalla prima canzone, è riemerso il solito errore: cioè far interpretare da bambini e preadolescenti brani con testi e musica “pensati” per gli adulti. Il cerchio della vita, tratto dalla colonna sonora de Il Re Leone, si è rivelata l’unica composizione includibile nei parametri di un’educazione musicale corretta.

Qualcuno mi ha detto che non si deve fare il doppione dello Zecchino d’Oro. Faccio notare che esiste un ampio e qualitativamente valido repertorio di composizioni, non appartenenti a quello del meritorio Concorso dell’Antoniano di Bologna, adatte alla fase di formazione di bambini e preadolescenti. L’insegnamento del canto e degli strumenti musicali, ancora oggi, risente di una “vision” sbagliata dell’Educazione Musicale: imitare canzoni e movenze di personaggi televisivi, più o meno musicalmente incompetenti, conserva nella mitica “Casalinga di Voghera” un presunto valore artistico incontestabile. Del resto, anche il Festival di SanRemo continua ad attribuire allo “spettascoltatore”, incolpevole della propria impreparazione vocale-strumentale, il potere di giudicare e attribuire mazzi di fiori, coppe e targhe a cantanti che non sanno cantare e a compositori che non sanno comporre.

Ancora una volta, devo sottolineare che solo la scuola può modificare lo stato dell’arte, a condizione che si concretizzino interventi governativi sia in termini di organici e cattedre, sia relativamente alle linee programmatiche educativo-didattiche. Inserire alle elementari docenti laureati in Conservatorio e abilitati in Musica e Strumento musicale, portare a due l’unica ora settimanale di lezione attualmente prevista e in aggiunta al monte-ore delle discipline, far partire il D.M. 8/2011 (Attività Musicali nella Scuola Primaria) non dalle classi terze ma dalle classi prime, sarebbero tre dei pilastri da costruire nella prospettiva de “La Nuova Scuola”.

Allestire delle AuleMusica studiate per bambini, attrezzate con batterie, tastiere elettroniche, chitarre acustiche ed elettriche per destri e mancini, bassi elettrici ultraleggeri per destri e mancini, amplificatori e impianto voci, consentirebbe di sviluppare linee programmatiche concrete e gratificanti per alunni e docenti. Ai Conservatori di Musica il compito di formare didatticamente il “Maestro di Musica 4.0” per la Scuola Primaria, capace di sviluppare tassonomie costruttive incardinate su un curricolo vocale-strumentale adatto all’età degli alunni, e “Nuovi Compositori di Canzoni per Bambine/i”.

Sento già arrivare le critiche: perché realizzare un simile investimento di denaro pubblico? Perché l’Educazione musicale, intesa come formazione vocale-strumentale concreta e didatticamente valida, unitamente allo Sport e all’Arte, previene l’insuccesso e l’abbandono scolastico, le devianze giovanili e la microcriminalità. In sintesi, contribuisce a formare cittadine/i migliori.

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