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Inchiesta Covid, Sileri: “Il guaio non è stato creato da Conte e da Speranza ma da alcuni vertici del ministero della Salute negli anni precedenti”

Inchiesta della Procura di Bergamo? Una cosa è certa: vi era un piano pandemico vecchio e bisognerà far luce su come e se è stato attuato. Sicuramente qualche problemino c’era e non c’entrano né Conte, né Speranza. Il problema riguarda alcuni vertici del ministero della Salute, che negli anni non hanno provveduto ad aggiornare ciò che era un atto dovuto. Se poi questo aggiornamento o questa messa in pratica avrebbe ridotto l’impatto, questo lo chiarirà l’inchiesta. Ma c’era sicuramente qualcosa che mancava e noi al ministero abbiamo cercato di colmare delle vere carenze strutturali“. Sono le parole pronunciate ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus, da Pierpaolo Sileri, ex viceministro della Salute del governo Conte ed ex sottosegretario dello stesso dicastero nel governo Draghi.

Sileri puntualizza: “Se tu hai un piano seppur vecchio, ma applicato, tu hai una contezza e un flusso di dati molto più reale dal punto di vista del tempismo e ti consente di capire meglio ciò che sta accadendo e ti consente di fare mosse più tempestive. Se uno avesse chiesto i dati delle polmoniti a febbraio, avrebbe potuto capire che stava succedendo qualcosa e cercato di giocare d’anticipo. Il guaio, insomma – continua – non è stato creato a gennaio o a febbraio del 2020. In quei mesi è esploso. Ma il guaio è stato creato negli anni precedenti. Di pandemia l’Europa parlava da anni e se sei pronto lavori sicuramente meglio e forse hai meno morti sia tra i medici, sia tra la popolazione. La domanda è: quei tecnici del ministero della Salute chi li ha scelti? Finché la politica sceglie i tecnici e li seleziona per appartenenza politica o per favoritismi, non ne usciremo mai“.

Frecciata di Sileri anche al Cts:Io non avevo accesso nemmeno ai loro verbali. Ho sempre detto che avrei fatto un Cts più snello e on demand, utilizzando determinati sottogruppi per determinate esigenze. Fui anche contestato da Agostino Miozzo quando dissi che il Cts era diventato un certificatore di procedure e protocolli”.

Sileri aggiunge: “Al ministero della Salute non sapevano tradurre dall’inglese i documenti dell’Oms? Se avessero chiesto a me che l’inglese lo parlo, magari sarei stato d’aiuto. Perché non me l’hanno chiesto? Forse più che sottosegretario ero segretario sotto. Io in alcuni casi rimanevo basito rispetto a ciò che succedeva. Ho scoperto che dentro al ministero già sapevano degli attacchi che avrei ricevuto un mese prima”.
E racconta un episodio: “Una domenica ero a casa coi bambini e mi ero completamente dimenticato che avevo una diretta Sky. In fretta e furia mi sono vestito e sono corso al Ministero, che era aperto perché Roberto Speranza ci viveva dentro, ha dato veramente l’anima in tutto questo tempo contro la pandemia – conclude – Io entro, vado nel mio ufficio, dopo 10 minuti entra uno nella mia stanza che pensava non ci fossi. La sua scusa ridicola è stata che aveva mal di schiena e che doveva camminare. Scopro dalle chat che il segretario generale dileggiava il sottoscritto. Sono curioso di capire quando usciranno le carte cosa diceva. Nelle prime fasi forse ho rotto un po’ troppo le balle, quando dicevo sin dal gennaio del 2020 che servivano i respiratori da comprare il prima possibile”.