È probabile che i migranti la cui barca è affondata di fronte a Crotone avrebbero potuto essere salvati: le condizioni del mare, per quanto cattive, non erano tali da impedire l’intervento della Guardia Costiera che dispone di imbarcazioni sicure. La Guardia Costiera dipende però dal Ministero dell’Infrastruttura, cioè cioè da un governo e una maggioranza parlamentare che hanno ottenuto il successo elettorale con una martellante propaganda contro gli sbarchi, i migranti, le ong; del resto anche il Movimento 5 Stelle degli inizi aveva sfruttato la stessa propaganda contro i “taxi del mare”.
Chi va al governo con queste premesse e promesse, qualcosa di coerente deve poi farlo: rendere la vita difficile alle ong, rifiutare gli sbarchi, rendere più stringenti le regole di ingaggio per la Guardia Costiera. La tragedia di Cutro si è costruita così, a causa di una politica che si era messa con le spalle al muro per la sua precedente propaganda becera, convincente nei confronti di una opinione pubblica miope ed ingenua. Se la Guardia Costiera fosse intervenuta, salvando vite umane e prevenendo la strage, sarebbe probabilmente stata attaccata da quella politica e da quella opinione pubblica che hanno chiesto i respingimenti. Ovviamente neppure alla maggioranza di destra conviene la tragedia finale: per miopi che siano i suoi elettori (come quelli di Giorgia Meloni), pochi di fronte ai cadaveri portati a riva dalle onde hanno abbastanza pelo sullo stomaco e mancanza di umanità da mantenere il punto come fa il ministro Piantedosi.
Il fenomeno delle migrazioni è inarrestabile: possiamo fare tutte le critiche che vogliamo a quelle popolazioni che collettivamente non riescono ad opporsi ai loro aguzzini, come accade in Iran o in Afghanistan, ma se noi ci trovassimo in quei paesi la prima cosa che cercheremmo di fare sarebbe fuggire e sperare di essere accolti in un paese più umano, e affrontare il mare in tempesta su una barchetta malconcia ci sembrerebbe il minore dei mali.
Noi non abbiamo soluzioni a questo problema: aiutarli a casa loro è possibile solo con la cooperazione dei loro governi, che di solito manca, né li possiamo conquistare a fin di bene; bloccare le partenze significa finanziare i lager libici o turchi, e aggiungere sofferenza e sopraffazione a quelle già esistenti; impedire i soccorsi significa causare morte, come abbiamo visto a Cutro. I problemi insolubili vanno gestiti, non con la propaganda ma col realismo: non saranno quattro barchette a causare l’invasione, e fandonie come il piano Kalergi e la sostituzione etnica servono soltanto a creare quella paura che spinge la gente a votare a destra.
La politica dei respingimenti non è mantenibile: lo si è visto a Cutro e lo si era già visto nello scontro tra Meloni e Macron per l’approdo della Ocean Viking.
Andrea Bellelli
Professore Ordinario di Biochimica, Università di Roma La Sapienza
Politica - 6 Marzo 2023
L’immigrazione è inarrestabile: governarla con la propaganda causerà altre tragedie come Cutro
È probabile che i migranti la cui barca è affondata di fronte a Crotone avrebbero potuto essere salvati: le condizioni del mare, per quanto cattive, non erano tali da impedire l’intervento della Guardia Costiera che dispone di imbarcazioni sicure. La Guardia Costiera dipende però dal Ministero dell’Infrastruttura, cioè cioè da un governo e una maggioranza parlamentare che hanno ottenuto il successo elettorale con una martellante propaganda contro gli sbarchi, i migranti, le ong; del resto anche il Movimento 5 Stelle degli inizi aveva sfruttato la stessa propaganda contro i “taxi del mare”.
Chi va al governo con queste premesse e promesse, qualcosa di coerente deve poi farlo: rendere la vita difficile alle ong, rifiutare gli sbarchi, rendere più stringenti le regole di ingaggio per la Guardia Costiera. La tragedia di Cutro si è costruita così, a causa di una politica che si era messa con le spalle al muro per la sua precedente propaganda becera, convincente nei confronti di una opinione pubblica miope ed ingenua. Se la Guardia Costiera fosse intervenuta, salvando vite umane e prevenendo la strage, sarebbe probabilmente stata attaccata da quella politica e da quella opinione pubblica che hanno chiesto i respingimenti. Ovviamente neppure alla maggioranza di destra conviene la tragedia finale: per miopi che siano i suoi elettori (come quelli di Giorgia Meloni), pochi di fronte ai cadaveri portati a riva dalle onde hanno abbastanza pelo sullo stomaco e mancanza di umanità da mantenere il punto come fa il ministro Piantedosi.
Il fenomeno delle migrazioni è inarrestabile: possiamo fare tutte le critiche che vogliamo a quelle popolazioni che collettivamente non riescono ad opporsi ai loro aguzzini, come accade in Iran o in Afghanistan, ma se noi ci trovassimo in quei paesi la prima cosa che cercheremmo di fare sarebbe fuggire e sperare di essere accolti in un paese più umano, e affrontare il mare in tempesta su una barchetta malconcia ci sembrerebbe il minore dei mali.
Noi non abbiamo soluzioni a questo problema: aiutarli a casa loro è possibile solo con la cooperazione dei loro governi, che di solito manca, né li possiamo conquistare a fin di bene; bloccare le partenze significa finanziare i lager libici o turchi, e aggiungere sofferenza e sopraffazione a quelle già esistenti; impedire i soccorsi significa causare morte, come abbiamo visto a Cutro. I problemi insolubili vanno gestiti, non con la propaganda ma col realismo: non saranno quattro barchette a causare l’invasione, e fandonie come il piano Kalergi e la sostituzione etnica servono soltanto a creare quella paura che spinge la gente a votare a destra.
La politica dei respingimenti non è mantenibile: lo si è visto a Cutro e lo si era già visto nello scontro tra Meloni e Macron per l’approdo della Ocean Viking.
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Roma, 31 gen (Adnkronos) - "Mentre la Presidente Meloni evoca complotti, si atteggia a vittima e aggredisce altri poteri dello Stato con toni che ricordano la stagione più buia del berlusconismo, la realtà presenta il conto". Lo dice Alfredo D'Attorre, componente della segreteria nazionale del Pd.
"La crescita del PIL nel 2024 è appena la metà di quella prevista dal governo, la produzione industriale continua a calare, i conti della legge di bilancio sono già da rifare, moltissimi giovani qualificati in cerca di lavoro continuano a emigrare, i tagli a scuola e università proseguono, la produttività del lavoro cala drasticamente e i salari non tengono minimamente il passo dell’inflazione cumulata negli ultimi 3 anni", prosegue.
"Un complotto contro il governo in effetti si sta avvicinando, ma è quello dei fatti e della realtà, che evidentemente non si lasciano intimidire dalle dichiarazioni di Palazzo Chigi", conclude D'Attorre.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Pil fermo al palo, produzione industriale in segno negativo, ore di cassa integrazione in aumento costante, intere filiere produttive in crisi, incremento significativo della povertà delle famiglie, carburanti alle stelle, ma per questo Governo meglio attaccare i giudici e inventarsi complotti e nemici per distrarre dai problemi quotidiani irrisolti. Tutto pur di non parlare di economia e sociale. E chissà magari domani ci diranno che la priorità sarà quella di andare su Marte, ovviamente grazie all’onnipresente Elon Musk". Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen (Adnkronos) - "Bruno Vespa cita Matteo Renzi a proposito del generale Almasri. Spiace prendere atto che Vespa è ormai il portavoce di Fratelli d’Italia. Ma potrebbe essere utile ricordargli che la linea degli accordi con la Libia non è stata seguita dal Governo Renzi, ma - casomai - dai Governi successivi. Se Vespa vuole parlare di Renzi farebbe bene a informarsi prima. Attendiamo le scuse del conduttore". Lo scrive sui social Enrico Borghi, presidente dei senatori di Iv.
Roma, 31 gen (Adnkronos) - "Ma che c’azzecca la risposta piccata di Bruno Vespa? Gli ricordiamo che in televisione, di mestiere, dovrebbe fare il giornalista e non il portavoce di Palazzo Chigi”. Lo dice Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen (Adnkronos) - "Meloni commenta i sondaggi di Youtrend ma ignora i dati Istat sul PIL. Non è una premier: è una influencer". Lo scrive sui social Francesco Bonifazi, deputato di Italia viva.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "A cinque anni dalla Brexit, i disastri di quella scelta sono sotto gli occhi di tutti e gli inglesi si sono già pentiti di ciò. Eppure, nel 2016, Giorgia Meloni definiva quel referendum 'un esempio da seguire'. Come sempre, i nazionalisti dicono tutto e il suo contrario". Così Sandro Gozi sui social rilanciano il post del 2016 della premier Giorgia Meloni.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - Nasce una nuova scuola europea per formare una giovane generazione di amministratori locali che vogliono fare buona politica grazie all’opportunità fornite dall’Unione Europea. Akadémeia è politicamente trasversale ed è gratuita per gli studenti, grazie alle borse di studio. La conferenza di presentazione sarà lunedì 3 febbraio alle 15 a Esperienza Europa in Piazza Venezia 6 a Roma. Interverranno Dario Nardella (fondatore di Akademeia), i due membri del comitato scientifico Luciana Lamorgese e Gianni Letta, il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci Gaetano Manfredi.