Era stato arrestato con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Walter Albi, ucciso il primo agosto scorso al bar del Parco a Pescara. Ventuno giorni dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, però, Natale Ursino torna libero. Il tribunale del Riesame dell’Aquila ha annullato l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che aveva stabilito il carcere per l’uomo, tradotto nel penitenziario di Regina Coeli.
Il 13 febbraio, insieme a lui, era stato arrestato Mimmo Nobile, pluripregiudicato pescarese, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Albi, architetto 66 anni freddato mentre erano in compagnia dell’ex calciatore Luca Cavallito, che rimase gravemente ferito. Dietro l’agguato, stando all’inchiesta della Squadra Mobile di Pescara, ci sarebbe una storia di affari e debiti non saldati che si intreccerebbe con la volontà di Ursino, calabrese residente nel Teramano, di affermare il proprio nome nel territorio abruzzese.
L’impianto accusatorio ruota attorno a soldi che Ursino, ritenuto legato alla ‘ndrina Ursino di Locri, avrebbe prestato ad Albi: un finanziamento per alcuni affari in realtà mai partiti, comprese delle case galleggianti sul lungomare. Il presunto mandante avrebbe conosciuto in carcere, molti anni fa, un esponente della Banda Battestini, nota gang criminale di Pescara attiva negli Anni ottanta, che lo avrebbe messo in contatto con Nobile per ampliare i propri giri in Abruzzo. E Nobile lo avrebbe poi messo in contatto con Albi.
Il fallimento degli affari e i soldi non restituiti, sempre secondo l’accusa, avrebbero fatto scattare il piano con Nobile ‘costretto’ a impugnare la pistola in prima persona proprio perché era stato il “ponte” tra i due. L’agguato avrebbe dovuto consumarsi già il 27 luglio ma l’appuntamento salta. Quattro giorni più tardi, i due vengono nuovamente attirati con una scusa nel bar del Parco. Sono seduti al tavolo e attendono l’arrivo di qualcuno. L’uomo che entra nel dehor e apre il fuoco – secondo la procura – è Nobile. Esplode quattro colpi di pistola uccidendo Albi ma Cavallito sopravvive all’agguato. Il killer ha fatto fuoco con un’arma rubata a una guardia giurata nel corso di una rapina all’Agroalimentare di Cepagatti l’11 luglio, per la quale lo stesso Nobile è indagato.