La sorella maggiore del boss Matteo Messina Denaro, accusata di associazione mafiosa, si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip. Il Ros torna nella casa di famiglia a Castelvetrano
In silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari, Alfredo Montalto, che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare con cui è stata arrestata venerdì scorso. Rosalia Messina Denaro si è avvalsa della facoltà di non rispondere. “Rosetta”, la sorella maggiore del boss Matteo Messina Denaro, è accusata di associazione mafiosa. Gli inquirenti le contestano un ruolo di primo piano nella gestione della “cassa” del padrino e della trasmissioni di pizzini con cui l’ex primula prossa di Castelvetrano comunicava con i suoi uomini.
La donna, sentita per l’interrogatorio di garanzia nel carcere Pagliarelli, era assistita dall’avvocato Daniele Bernardone: “La mia assistita è in buone condizioni, compatibilmente con la sua situazione”. Ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle frasi che la sua assistita avrebbe detto ai carabinieri dopo l’arresto – la donna avrebbe sostenuto che la sua famiglia era perseguitata dalla giustizia – il legale ha risposto: “Sono aspetti che non attengono la difesa”, precisando che ogni valutazione è “prematura vista la fase del tutto preliminare delle indagini”. Moglie di Filippo Guttadauro, boss di Brancaccio, Rosalia è madre di Lorenza Guttadauro, avvocata che difende Messina Denaro.
Proprio oggi, tra l’altro, i carabinieri del Ros stanno sono tornati in casa della donna, in via Alberto Mario a Castelvetrano, per effettuare una nuova perquisizione. L’immobile è la storica residenza della famiglia Messina Denaro: le sorelle della donna vivono in un’altra palazzina con la madre. Rosalia era l’unica dei Messina Denaro a essere rimasta nell’appartamento.
Proprio al secondo piano nell’abitazione, il 6 dicembre scorso, i militari, che cercavano un luogo sicuro per piazzare delle microspie, hanno trovato l’appunto sulle condizioni di salute del capomafia che poi li ha portati al suo arresto. Era nascosto nell’incavo di una sedia. Numerosi altri biglietti, tra i quali alcuni del fratello, sono stati recuperati nell’asse da stiro e nella casa di campagna della donna, in contrada Strasatto.