L'ex leghista deborda, alla Silvio Berlusconi, parlando a Un giorno da pecora su Rai Radio1 sulla genesi del conflitto: "Zelensky non è capace di governare perché faceva il comico, non è in grado di gestire la situazione per mancanza di competenza"
“La guerra è colpa di Zelensky, perché è lui che coi carri armati è andato dalla parte di là, su questo non ci piove”. E, anche se “non c’è dubbio” che sia stato Vladimir Putin a invadere l’Ucraina, “se ci fosse stato Poroshenko o un presidente politico forse non si sarebbe arrivati a questo punto”. Flavio Tosi, deputato di Forza Italia ed ex sindaco di Verona, deborda, alla Silvio Berlusconi, parlando a Un giorno da pecora su Rai Radio1 sulla genesi del conflitto. Ma non solo, ha anche sostenuto che “non è più un reato definirsi fascisti, e l’apologia ad esserlo, essere fascisti non lo è secondo me”. E quindi: “Mi sento un po’ stronzo ed un po’ fascista, un pochino però”.
Alla domanda se Putin sia stato quindi provocato, Tosi ha risposto: “No. Ma ci sono le diplomazie, i servizi e tutta una serie di strutture per evitare di arrivare a quella conseguenza. Nel momento in cui il tuo leader è un comico forse certi schemi saltano, Zelensky non è capace di governare perché faceva il comico, non è in grado di gestire la situazione per mancanza di competenza”. Quindi ha ammesso di condividere “in pieno in pieno quanto ha detto Berlusconi”.
E ha sottolineato che Zelensky “prima di fare il presidente, il giorno prima, faceva il comico” e “forse poteva lavorare come comico nelle reti Mediaset invece che fare il premier”. In sostanza: “È un dato di fatto che se ci fosse stato un presidente diverso probabilmente non ci sarebbe stata la guerra”. Sulla via d’uscita, Tosi ha aggiunto: “La guerra finisce se Zelensky accetta di sedersi con Putin o viceversa. Bisogna sedersi a un tavolo per arrivare alla pace, come ha detto Berlusconi, questa non è la nostra guerra, è il conflitto degli americani e dei cinesi”.