Lesioni gravissime aggravate. È l’ipotesi di reato con cui la procura di Verona ha aperto un fascicolo contro ignoti per indagare su come un bimbo di 4 mesi sia finito in coma. C’è il sospetto che il piccolo ricoverato da alcune settimane nella Terapia intensiva all’Ospedale della donna e del bambino della città veneta sia stato vittima di uno scuotimento ovvero la sindrome del bambino scosso. Sono stati i medici a segnalare alla procura l’entità delle lesioni. Il neonato era stato portato in ospedale circa un mese fa, e i genitori avevano raccontato che si era svegliato nel cuore della notte piangendo. I sanitari, come da protocollo, dopo aver raccolto informazioni dai parenti, hanno avvertito la Squadra mobile della Questura, che ha avviato le indagini e ha ascoltato il padre e la madre del neonato. Hanno chiesto loro se il bimbo fosse caduto, se avesse preso qualche botta al capo, ma le risposte sono state sempre negative. Tra gli accertamenti, con prelievi fatti anche al piccolo paziente, anche quelli sull’eventuale assunzione di droghe da parte dei familiari.
Allo stato degli atti non ci sono indagati. Secondo quando si è appreso, il contesto familiare del bambino non è degradato, il padre è un affermato professionista. Il grave stato del piccolo, tuttavia, non si spiega se non ipotizzando che sia rimasto vittima di un forte trauma. Bisognerà capire se dovuto ad un atto di violenza. Le lesioni hanno causato un versamento intracranico, che a detta dei clinici ha provocato danni irreversibili. I genitori hanno un altro figlio. La sindrome del bambino scosso è una delle forme più gravi di maltrattamento fisico del neonato e del lattante, prima causa di morte per abuso nel primo anno di vita, con una maggior frequenza nei primi sei mesi. Nei bambini vittime di questo maltrattamento, lo scuotimento ripetuto può causare un trauma cerebrale e conseguenti complicanze neurologiche.