“Vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd? È un risultato potenzialmente positivo, perché facilita le relazioni col M5s e costringe Conte a ritrovare un po’ di più un rapporto con le fasce popolari che il Pd non intercetta da tempo. Ma il M5s non rischia assolutamente di perdere voti, mi pare che ci sia un’enfasi eccessiva sullo spostamento a sinistra del Pd. È facile raccontarla così, ma in realtà sulle questioni fondamentali l’asse del Pd rimane sempre lo stesso”. Sono le parole di Stefano Fassina che, ospite della trasmissione L’imprenditore e gli altri, su Cusano Italia Tv, smorza un po’ gli entusiasmi per l’elezione di Elly Schlen a segretaria del Pd, sottolineando: “La questione fondamentale per la sinistra è quella sociale, che in questi anni non è stata certamente la cifra politica di Elly Schlein. Il partito fa gli interessi di chi rappresenta e il Pd rappresenta le fasce sociali che stanno meglio. La base dem è sempre quella”.
E spiega: “A sinistra c’è una prateria sterminata di gente che non va a votare. Alle ultime elezioni regionali l’80% degli operai e il 75% dei lavoratori precari si sono astenuti dal voto. Non c’è un problema di eccesso di offerta a sinistra, magari fosse così. Il punto è che l’offerta di sinistra deve avere al centro le condizioni materiali di vita delle persone. Se invece l’agenda politica, come quella della Schlein, è tutta concentrata sui diritti civili, non ci sarà nessun particolare miglioramento“.
Fassina dà quindi un suggerimento al leader del M5s: “È evidente che Conte dovrà essere più attento ad esempio a tutto quel mondo cattolico che guarda a lui sulle questioni della pace, perché Conte è stato l’unico in questi mesi a differenziarsi dagli altri rispetto all’invio delle armi in Ucraina. Quindi, più che inseguire il Pd sull’elettorato ristretto delle Ztl, Conte si deve misurare sulle questioni relative alla pace e alla guerra. E a riguardo – continua – c’è un grandissimo spartiacque, perché la guerra non finirà nei prossimi giorni e le conseguenze economiche e sociali sono devastanti per lavoratori e piccole imprese. Se Conte comincerà a mettere al centro questi temi, ci sarà una salutare complementarietà tra Pd e M5s. Non competizione. Vedremo se si riesce a comporre, sul piano sociale e poi su quello politico-elettorale, una coalizione che sia in grado di competere con la destra”.
Ulteriori perplessità sono espresse da Fassina sugli elettori di Elly Schlein: “Sicuramente lei ha intercettato una domanda di cambiamento molto forte ma il punto è che questa domanda è arrivata maggiormente da fuori del Pd, visto che tra gli iscritti del partito è arrivata 18 punti sotto Bonaccini. È comunque surreale che abbia vinto le primarie tra i non iscritti del Pd. È l’unico caso al mondo e nella storia: la scelta di una carica di partito viene affidata a chi di quel partito non fa parte. Ho letto sul Fatto Quotidiano, per esempio – conclude – un’intervista a Domenico De Masi che dice che ha votato per la Schlein, ma che non voterà il Pd la prossima volta. Sono sicuro comunque che questa domanda di cambiamento troverà una qualche forma di attuazione, dopodiché vedremo in quale misura i quadri di partito e soprattutto gli amministratori del Pd che supportavano Bonaccini riconosceranno la legittimità della leadership della Schlein”.