Chi l’avrebbe mai detto: il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni sembra volersi preparare ad accogliere più migranti. Il provvedimento che finirà sul tavolo del consiglio dei ministri organizzato simbolicamente a Cutro, il luogo della strage di oltre 70 persone a poche decine di metri dalle coste, deve essere ancora definito e questo rivela qualche tensione all’interno della maggioranza. Ma tra i punti principali – spiegano fonti del governo – corridoi umanitari, nuovi flussi e più estesi, semplificazioni per chi vuole entrare in Italia legalmente e pure misure per migliorare l’accoglienza nei centri. Naturalmente resta la linea dell’inasprimento delle pene nei confronti degli scafisti ed espulsioni “più efficaci”, ferma restando l’analisi dei requisiti e dei Paesi in cui andrebbero rimpatriati i migranti che devono essere “sicuri” (cosa che accade peraltro già ora).

I testi in discussione non sono ancora pronti ed è per questo che la riunione di pre-consiglio è stata rinviata dal pomeriggio di mercoledì al mattino di giovedì. Slittamenti che non hanno permesso di fissare neanche l’orario del consiglio dei ministri vero e proprio e che dimostrano una certa dialettica all’interno del centrodestra. Di sicuro, se i contenuti del decreto (o dei decreti) fossero confermati, ne risulterebbe l’isolamento del vicepremier Matteo Salvini che – mentre la presidente del Consiglio si diceva soddisfatta della risposta della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen per un approccio diverso e collettivo alla questione migrazioni – si faceva notare per il consueto controcanto sui social. Su Twitter il leader leghista ha condiviso un brano di un intervento del premier inglese Rishi Sunak: “Se arrivi illegalmente nel Regno Unito non puoi chiedere asilo, non puoi beneficiare del nostro sistema di protezione dalla schiavitù moderna, non puoi pretendere tutele umanitarie fasulle, non puoi restare”. Non proprio l’orientamento del decreto che dovrebbe uscire da Cutro, stando alle fonti di governo citate da tutte le agenzie di stampa. Oltre all’inasprimento delle pene per gli scafisti e le espulsioni “più efficaci”, si parla infatti di semplificazioni normative e burocratiche per chi chiede di entrare legalmente, a partire dai Paesi del Nord Africa, ma anche la realizzazione di corridoi umanitari e un nuovo intervento “temporale e di estensione” dei flussi oltre a misure per migliorare l’accoglienza nei centri. A prima vista non proprio la linea twitter del vicepremier Salvini, insomma, piuttosto qualcosa che assomiglia di più alla voce dal sen sfuggita al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida quando una settimana fa parlò di “500mila posti di lavoro disponibili per i migranti regolari”.

Tutto questo avviene all’indomani dell’incontro definito “chiarificatore” e del “ricompattamento” – sventolato a tutti i media – dell’esecutivo, riemerge la doppia velocità, se non la doppia linea, sul tema dell’immigrazione, che sulla carta dovrebbe essere uno dei migliori collanti dell’azione politica del centrodestra.

Non basta. Sullo sfondo del confronto e delle tensioni fra i partiti della maggioranza su questo tema c’è anche una proposta di legge della Lega che, proprio domani, approda in commissione Affari costituzionali alla Camera, e su cui ufficiosamente sono già emerse le perplessità degli alleati di centrodestra. Avanzata dalla Lega, la proposta impone una stretta dei permessi di soggiorno per gli immigrati, riproponendo le misure dei decreti sicurezza del 2018. “Ne discuteremo in commissione e vedremo se FdI li voterà o no”, ha affermato il capogruppo leghista a Montecitorio Riccardo Molinari. Parole che lasciano intendere una sorta di braccio di ferro in corso. “Nessuna obiezione” giura all’AdnKronos Riccardo De Corato, che in quella commissione è vicepresidente e in passato è stato ex vicesindaco di Milano con la fama di “sceriffo” che ricollega subito questi temi agli episodi di cronaca nera di qualche giorno fa alla stazione centrale proprio del capoluogo lombardo. Se Fratelli d’Italia, dunque, a parole assicura compattezza, spuntano i dubbi di Forza Italia, citati ancora dall’Adn: “La Lega ha presentato la sua vecchia proposta, prima che ci fossero le note evoluzioni. Se domani, come pare ovvio, il Consiglio dei ministri approva un decreto sull’immigrazione, ovviamente non ha più senso quella proposta…”.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni come al solito sceglie di stare fuori dal groviglio laocoontico del confronto tra “fanterie” dei partiti di maggioranza. Oggi ha incontrato il capo del governo dei Paesi Bassi Mark Rutte: “Abbiamo discusso nell’ultimo Consiglio Ue in maniera molto pragmatica e forse con una visione comune sul fatto che la questione migratoria va affrontata partendo dalla difesa dei confini esterni e dalla lotta ai trafficanti, tema che per quanto riguarda l’Italia diviene ancor più rilevante all’indomani della tragedia di Cutro”. Meloni si dice “soddisfatta” della risposta avuta dall’Ue dopo la lettera inviata dopo la tragedia di dieci giorni fa. Giovedì è in programma un vertice dei ministri degli Esteri e dell’Immigrazione e i punti di confronto saranno 3, dice il premier olandese: come smontare il sistema “cinico” degli scafisti, come migliorare le operazioni delle ong, come fare per implementare la differenza fra migrazione primaria e secondaria”. Tre “come” che hanno un certo livello di complessità.

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