Centosessanta milioni spesi in 17 anni, senza nessun progresso sulla sicurezza: l'incidente che ha causato 57 vittime riapre il vaso di Pandora della corruzione in Grecia che non solo ha sfasciato i conti pubblici ma ha prodotto disservizi in moltissimi settori. Intanto le indagini sollevano dubbi sulla regolarità del contratto del capostazione. Mentre i cittadini tornano in piazza
Centosessanta milioni di euro spesi in 17 anni ma senza aver ottenuto ferrovie più sicure. Questi i numeri che stanno emergendo dalle indagini sulla tragedia ferroviaria di Tempe che ha provocato 57 vittime, l’ultima in ordine di tempo è un immigrato siriano riconosciuto tramite il dna di un parente. Si tratta di fondi nazionali ed europei che sono stati stanziati in Grecia in varia misura, ma sui quali evidentemente il controllo non c’è stato. Per avere un’idea un’idea di come (non) siano proceduti questi lavori è sufficiente risalire al 2014 quando è stata commissionata la riparazione della rete ferroviaria esistente tra Atene, Salonicco e Promachona, con l’obiettivo di completarla entro il 2016. Ad oggi, dopo un budget lievitato da 40 a 51 milioni, i lavori non sono ancora stati incredibilmente ultimati. C’è da considerare che nel mezzo è scoppiata la crisi finanziaria greca, con un blocco generale di tutto ciò che ha riguardato la spesa pubblica, ma ciò non giustifica il nulla di fatto rispetto ad altre attività di manutenzione datate 2006, zavorrate da costi aumentati, corruzione e freni burocratici.
Inoltre secondo quanto pubblicato dal quotidiano Zougla, le società greche di gestione OSE ed ERGOSE avrebbero pagato centinaia di migliaia di euro a un consorzio che avrebbe dovuto effettuare i lavori sulle ferrovie greche, ma senza aver preparato la rete per l’esecuzione dei contratti. Per la precisione e secondo un documento del 22/01/2021, i cda di OSE ed ERGOSE hanno avallato un risarcimento a due appaltatori del progetto per un totale di 564.347,56 euro. Denari che non sono andati a coprire le spese per servizi effettuati.
Ma non è tutto, perché gli inquirenti stanno ricostruendo le mosse del capostazione precedenti allo scontro tra l’Intercity e il treno merci, oltre alle indiscrezioni circolate sull’assunzione del 57enne arrestato: sui media ellenici si parla di assunzione irregolare. Un parlamentare conservatore, Kostas Tsavaras, ha detto pubblicamete che è stato assunto in nero, mentre il numero uno di OSE, la società che gestisce le ferrovie, si è dimesso. Emerge altresì che per 17 minuti, da Larissa al punto della collisione del treno a Tempe, il macchinista dell’Intercity avrebbe provato più volte a mettersi in contatto con qualcuno per capire cosa stesse succedendo e per fermare la marcia verso la morte del treno passeggeri. Ma nessuno gli avrebbe risposto.
A margine delle indagini, che si dice potranno provocare un vero e proprio terremoto, c’è stata una nuova manifestazione ad Atene con 50mila persone riversatesi in piazza Syntagma come nei giorni delle proteste contro la troika. Lavoratori, studenti e cittadini di tutte le età sono scesi per le strade del paese urlando sglogan come “Non è stato un incidente, solo rabbia”, “A tutti i morti daremo voce”, “I loro profitti, i nostri morti”. Si segnalano scontri con la polizia: un gruppo di uomini incappucciati ha preso d’assalto i manifestanti e ha lanciato molotov. Tredici gli arresti.
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