Bologna. L'uomo, un professionista incensurato, aveva collezionato un tesoro. Molti pezzi acquistati anche da altri autori di truffe, scippi e borseggi. Per il trasporto è stata necessaria una ditta di traslochi
Diamanti, orologi di marca, armi, divise antiche, ma non solo. A completare il vero e proprio tesoro o meglio bottino anche fossili del neolitico e un dente di mammut. Si tratta della refurtiva preziosa e decisamente insolita che la polizia di Bologna ha sequestrato ad un insospettabile pensionato settantenne, adesso denunciato per ricettazione. L’uomo, un professionista incensurato che in passato ha lavorato per un’importante azienda, aveva accumulato almeno 100.000 pezzi di merce rubata, del valore stimato di circa 6 milioni di euro, suddividendo il bottino in diversi covi, tra cui l’abitazione in cui vive con la moglie, altri tre appartamenti tra Bologna e il Ravennate e alcune cassette di sicurezza.
Il pensionato avrebbe raccolto gli oggetti rubati negli ultimi 20 anni, in appartamenti e su treni. Molti dei pezzi sarebbero proventi di truffe, scippi e borseggi. Secondo gli investigatori della squadra Mobile responsabili dell’indagine, il pensionato avrebbe acquistato la merce direttamente dagli autori dei colpi, senza l’obiettivo di rivenderla ma spinto da un’unica passione: quella di collezionare e accumulare questi oggetti. Alcuni era ben esposti in casa, altri erano nascosti in nascondigli piuttosto inusuali, come barattoli di crema per le mani o cesti di biancheria sporca. Gli agenti hanno ritrovato anche 330.000 euro in contanti nascosti in un falso libro.
La mole imponente della refurtiva ha costretto la polizia a dover ricorrere ad una ditta di traslochi, e sono state necessarie 65 casse per trasportare tutto. Per ora è stato restituito ai legittimi proprietari circa un decimo della refurtiva, che ammonta a un valore di circa 600mila euro: trattasi del provento di furti commessi nel Bolognese fino all’autunno 2022. Il resti dei pezzi “da collezione” sono stati fotografati e pubblicati in un’apposita sezione del sito della Questura di Bologna, ove sono disponibili per la visualizzazione e l’eventuale riconoscimento.