Il Pd non ha accettato la ripartizione proposta dalla maggioranza, che su 12 poltrone in palio (sei elette da Montecitorio e sei da palazzo Madama) ne riserverebbe soltanto tre all'opposizione, invece di quattro come da prassi. In Senato il voto è in programma giovedì 23 marzo. Una trattativa che si incrocia con quella delle presidenze delle Commissioni bicamerali, dall'Antimafia alla Vigilanza Rai
La votazione per l’elezione dei componenti dei Consigli di presidenza della giustizia amministrativa, della Corte e dei Conti e della giustizia tributaria – gli organi di autogoverno delle magistrature speciali, equivalenti al Csm per quella ordinaria -, prevista alla Camera per mercoledì, è stata rinviata a data da destinarsi. Il Pd non ha accettato la ripartizione proposta dalla maggioranza, che su 12 poltrone in palio (sei elette da Montecitorio e sei da palazzo Madama) ne riserverebbe soltanto tre all’opposizione, invece di quattro come da prassi. In Senato il voto è in programma giovedì 23 marzo. Una trattativa che si incrocia con quella delle presidenze delle Commissioni bicamerali, dall’Antimafia alla Vigilanza Rai.
Sulla questione c’è stato un duro scambio in Aula tra la capogruppo dem Debora Serracchiani e l’omologo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti. “FdI è il maggior partito della maggioranza e non vi fate carico di alcuna trattativa con le minoranze del Parlamento. Io ho imparato che si può vincere o perdere le elezioni, ma stravincere come state tentando di fare voi, non serve a voi ma soprattutto non serve al Paese”, ha attaccato Serracchiani. Foti replica rivendicando di aver lasciato tre posti all’opposizione “nonostante non ci sia una norma che lo preveda espressamente”, “ma questo sembrerebbe non bastare al Pd”, attacca, il che “fa pensare che il loro sia un problema di poltrone“.