“Non sarei sorpresa se, dopo una presunta inchiesta, gli occidentali e i loro giornali stabilissero che il Nord Stream è stato distrutto da un delfino-attentatore fuggito dalla Crimea in Ucraina”. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando l’articolo del quotidiano statunitense New York Times secondo il quale, stando a fonti americane che hanno accesso alle ultime risultanze delle indagine, il sabotaggio del gasdotto sottomarino tra Germania e Russia sarebbe stato compiuto da un non meglio precisato gruppo pro-ucraino. Kiev ha negato di essere coinvolta nell’operazione. “Non c’entriamo nulla con l’operazione di sabotaggio ai danni dei gasdotti; sarebbe un bel complimento per i nostri servizi speciali ma quando si concluderanno le indagini si vedrà che l’Ucraina non ha nulla a che fare con tutto ciò”, ha affermato Oleksii Reznikov, ministro della Difesa ucraino. La ricostruzione del Nyt precisa che non esistono elementi per ricondurre l’operazione al governo ucraina (ma neppure per escluderla, ndr).
“Washington e Londra, aggiunge Zakharova sul suo canale Telegram, stanno solo “utilizzando indiscrezioni controllate” per sostenere i loro interessi. “Mi chiedo – scrive ancora la portavoce – chi autorizza tali indiscrezioni. E la risposta è che sono coloro che non vogliono condurre un’inchiesta legale, e vogliono distogliere l’attenzione del pubblico dai fatti in ogni modo possibile”. Invece di far uscire indiscrezioni, conclude Zakharova, “i regimi occidentali coinvolti nell’accaduto devono rispondere alle richieste ufficiali della parte russa (per un’inchiesta) e, come minimo, prendere in considerazione l’inchiesta giornalistica di Seymour Hersh”. L’inchiesta di Hersh, pubblicata lo scorso , attribuisce la paternità dell’operazione a Casa Bianca e Norvegia. La solidità di questa ricostruzione è stata messa in dubbio soprattutto perché il reporter cita una sola fonte anonima. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, l’articolo apparso sul New York Times potrebbe essere un modo per sviare l’attenzione sull’accaduto da un ipotetico coinvolgimento statunitense. Una lettura fatta propria dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov secondo cui “Le notizie dei media sugli attacchi al gasdotto Nord Stream sono uno sforzo coordinato per sviare l’attenzione e il Cremlino è perplesso su come i funzionari statunitensi possano supporre qualsiasi cosa sugli attacchi senza un’indagine”.
IL FRONTE TEDESCO – Stamane il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha detto di prendere atto con interesse delle nuove indiscrezioni mediatiche sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, “ma ora dobbiamo aspettare e vedere cosa verrà effettivamente confermato. Non credo sia utile commentare ipoteticamente i “se”. Tutto deve essere chiarito“. Secondo una ricerca pubblicata ieri da Ard, Swr e Zeit, gli inquirenti tedeschi non avrebbero trovato ancora i responsabili del sabotaggio del Nord Stream, avvenuto lo scorso settembre, ma seguirebbero una pista che coinvolgerebbe un gruppo proveniente almeno in parte dall’Ucraina. Pistorius ha fatto riferimento anche alla possibilità di un’operazione false flag “per incolpare i gruppi pro-ucraini”, spiegando che la probabilità di un’ipotesi è al momento simile a quella di un’altra e che per questo bisogna aspettare sviluppi più chiari. La Procura generale federale tedesca Gba sta indagando sul sabotaggio e, come ha confermato ieri il governo di Berlino, non è ancora giunta a una conclusione. La Procura federale generale tedesca conferma di aver individuato un’imbarcazione sospetta e di averla fatta perquisire lo scorso gennaio. L’imbarcazione potrebbe essere stata utilizzata per trasportare gli esplosivi. Non sono stati comunicati ulteriori dettagli su possibili autori o moventi.
Anche la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, ha invitato ad aspettare i risultati delle indagini e non correre a conclusioni in base ai report mediatici. “Ovviamente seguiamo molto intensamente tutti i rapporti e anche tutti i risultati che sono disponibili da diversi attori”, ha detto Baerbock ma è necessario aspettare per “poi fare valutazioni da parte del governo” e “non trarre prematuramente conclusioni”.