I soldi venivano messi nelle carpette e poi nascosti nel bagno dove i funzionari della Motorizzazione li contavano, convinti di non essere osservati. È questa la scena ripresa dalle telecamere piazzate dalla polizia Stradale di Palermo, nell’ambito di un’indagine coordinata dai pm Giulia Beux e Vincenzo Amico e dall’aggiunto Sergio Demontis.
L’inchiesta ha svelato un imponente giro di mazzette tra i funzionari della motorizzazione del capoluogo siciliano. Un vero e proprio stipendio di 600 euro al mese, secondo le accuse, veniva incassato dai funzionari per pratiche a favore di agenzie di disbrigo pratiche automobilistiche. Nei giorni scorsi sono finiti ai domiciliari otto funzionari, mentre nell’indagine sono coinvolti anche 13 dipendenti di agenzie. Tra i dipendenti della Motorizzazione spicca il nome di Luigi Costa, già coinvolto in due precedenti inchieste, una per riciclaggio di veicoli rubati (dal quale è stato poi assolto), un’altra per aver “immatricolato alcune autovetture, a nome proprio o di propri familiari, attraverso il sistema informatico della Motorizzazione Civile, cui era legittimato ad accedere utilizzando le proprie credenziali di accesso (badge)”. Per quest’ultima indagine del 2012 è stato invece condannato in via definitiva per frode informatica aggravata ad un anno 10 mesi. In seguito alla condanna è stato pure allontanato dalla Motorizzazione e trasferito all’assessorato regionale alle Infrastrutture. Ma nel 2016 è stato reintegrato, tornando di fatto “ad occuparsi di veicoli all’interno dell’Unità Operativa 1, trattando dapprima la materia dei duplicati ed aggiornamenti delle carte di circolazione, e, da ultimo, nuovamente quella della immatricolazione di veicoli, rientrando di fatto – e inspiegabilmente – a ricoprire il medesimo incarico dal quale era stato rimosso nel 2012”, si legge nell’ordinanza con la quale il gip Filippo Serio ha disposto l’arresto ai domiciliari per il funzionario, più una serie di sequestri per equivalente.
Dietro un armadio di casa di Costa gli agenti hanno trovato contanti per un totale di 590mila euro. Il sistema corruttivo alla motorizzazione riguardava soprattutto la “nazionalizzazione” di autovetture, ovvero l’immatricolazione in Italia di auto provenienti dall’estero. Dai dati analizzati dagli inquirenti è emerso che la “Motorizzazione Civile di Palermo è il punto di riferimento per l’immatricolazione dei veicoli di provenienza estera per l’intero territorio nazionale”.
Secondo il gip “è emerso un quadro sconfortante di stabile asservimento delle funzioni pubbliche attribuite ai funzionari in servizio presso la Motorizzazione agli interessi privati, e in particolare, dei titolari di alcune agenzie, che corrispondevano regolarmente somme di denaro a titolo di corrispettivo per l’evasione di pratiche irregolari”.