Il dualismo scoppiò nel 2017 e non è mai stato nascosto. Intanto le due azzurre hanno continuato a collezionare successi: la bergamesca ha vinto l'oro olimpico e 4 Coppe di discesa, la 32enne di La Salle è fresca del titolo iridato e ha conquistato la Sfera di Cristallo. Sono le più vincenti di sempre, senza dimenticare però il talento di Deborah Compagnoni
Era il 10 febbraio 2017 quando scoppiò la rivalità tra Federica Brignone e Sofia Goggia. Le parole di Brignone a margine della combinata dei Mondiali di Saint–Moritz diedero vita al dualismo più chiacchierato della storia dello sci azzurro. “Hanno vinto le migliori”, disse la valdostana riferendosi all’uscita della bergamasca in slalom. Goggia, al comando dopo la discesa, non prese bene le dichiarazioni della connazionale facendo scoppiare il caso.
Le due stelle dello sci alpino italiano hanno caratteri diametralmente opposti. Espansiva ed estroversa Goggia, più timida e schiva Brignone. Sono diverse anche nell’interpretare il loro sport. La bergamasca sempre al limite, con il rischio nel Dna, un po’ come il suo motto: “Only the brave”. Al contrario, la valdostana più pulita e attenta alle linee, mai fuori dalle righe. “Non mi piace a volte… perché parla troppo”, aveva confessato nel 2017 Goggia in un’intervista doppia a SciareMag.it. “È arrogante e se deve fare qualcosa per sé, gli altri non esistono”, aveva replicato Brignone. Spesso la loro rivalità è stata alimentata anche dall’esterno. Maria Rosa Quario, mamma di Brignone, prima dei Giochi di Pechino 2022 a Radio Capital tuonò: “Sofia è molto egocentrica e ha una grande determinazione: nonostante questa sua dote, dubito che si sia realmente rotta la gamba, perché è strano un ritorno in pista dopo appena 23 giorni“. Parole che si riferivano al recupero lampo di Goggia dopo il grave infortunio di Cortina. L’ex sciatrice azzurra parlò anche del rapporto tra la figlia e la bergamasca: “Le due ragazze non sono mai state amiche“.
L’antipatia d’altronde è stata più volte confermata anche dalle due protagoniste, che però hanno quanto meno provato a sottolineare come si tratti di una rivalità sana. Sana perché fa bene ad entrambe. Le spinge a migliorarsi ogni giorno per superare l’altra. Come per la rincorsa alla sciatrice italiana con più successi in Coppa del Mondo. Attualmente il primato è di Goggia, fresca vincitrice della quarta coppa di specialità di discesa libera. La bergamasca ha un sigillo in più della compagna di squadra. Le due, però, si sorpassano di frequente ormai, diventando, prima l’una poi l’altra, l’azzurra più vincente nel massimo circuito. Ma chi può essere definita la migliore sciatrice italiana di sempre?
Il punto più alto della carriera di Goggia è il 21 febbraio 2018. Quel giorno la bergamasca si laurea campionessa olimpica di discesa libera ed è la prima e ancora unica italiana a riuscirci. Il titolo olimpico manca al palmarès di Brignone, nonostante ai Giochi abbia conquistato tre medaglie. La 29enne bergamasca ha dalla sua anche il primato di podi in una singola stagione: 13. Nella carriera di Goggia, però, ci sono anche numerosi infortuni. Inciampi che spesso l’hanno costretta a recuperi lampo, come per Pechino 2022, o l’hanno privata di appuntamenti importanti, vedi i Mondiali di Cortina 2021. Il talento è fuori discussione, ma troppe volte il suo stile di sciata ne ha macchiato le prestazioni. La caduta per lei è sempre dietro l’angolo. Oltretutto, con gli anni l’azzurra ha perso le doti tecniche. Se il primo podio e la prima medaglia iridata della carriera sono arrivati in gigante, ora in questa specialità la bergamasca non gareggia praticamente più. Goggia è una specialista della discesa, tanto che spesso, per evitare “guai”, salta pure i supergiganti.
Brignone, al contrario, è un’atleta polivalente. Nell’inverno in corso la valdostana ha ottenuto podi in quattro specialità diverse. L’unico tallone d’Achille è lo slalom, che però nella combinata di Méribel le ha regalato il primo oro mondiale in carriera. La 32enne di La Salle, attualmente, detiene il record italiano di podi in Coppa del Mondo. La neo campionessa iridata ha dalla sua anche il titolo mondiale e la classifica generale di Coppa del mondo, vittorie che mancano alla bergamasca. Inoltre, a Pechino e a Méribel la valdostana è stata la donna copertina. Sia in Cina che in Francia Brignone ha portato a casa due allori, che le hanno consentito di salire a sei medaglie tra Olimpiadi e Mondiali, contro le quattro di Goggia.
Per entrambe, però, resta l’ombra di Deborah Compagnoni. Una campionessa unica, capace di vincere tre titoli olimpici in tre diverse edizioni dei Giochi, come mai nessuna sciatrice al mondo prima. L’atleta originaria di Santa Caterina Valfurva è probabilmente il più grande talento che lo sci alpino femminile italiano ricordi. Nella sua breve carriera – si ritirò a 29 anni – ha dovuto fare i conti con numerosi infortuni che spesso hanno privato il circo bianco della sua presenza. Nel 1988, dopo essersi rotta il ginocchio destro, rischiò la vita per un blocco intestinale. Nel 1992 ai Giochi di Albertville, dopo l’oro in super G, si infortunò gravemente ai legamenti delle ginocchia. Nonostante ciò ha conquistato un altro argento alle Olimpiadi, tre ori ai Mondiali e sedici successi in Coppa del Mondo. L’unico trofeo che le manca è la Sfera di Cristallo, sfuggitale proprio per via dei continui stop.
Compagnoni, Goggia e Brignone forse meriterebbero ex aequo il titolo di sciatrice italiana più forte di sempre. Dire chi sia la migliore è impossibile. Ma una cosa è certa: tutte e tre hanno fatto la storia dello sci alpino azzurro e le ultime due la stanno scrivendo ancora oggi. Goggia e Brignone, con la loro rivalità, restano le protagoniste dell’epoca più vincente dello sci alpino femminile italiano.