Il governatore emiliano-romagnolo, sconfitto alle primarie, commenta le adesioni al nuovo corso del partito: "C'era da augurarsi che altri facciano come Elly, che è rientrata. Ma dobbiamo anche evitare una emorragia silenziosa di chi rischia di non sentirsi a casa"
“E ora tutti uniti per il Pd” avevano giurato gli sconfitti alle primarie una decina di giorni fa. E invece comincia già la contraerea interna. Bersaglio: la nuova segretaria democratica Elly Schlein. Parte in particolare dall’ex rivale Stefano Bonaccini, il governatore emiliano che avrebbe dovuto essere il favorito e che invece è uscito sconfitto. Al terzo giorno dall’apertura dei tesseramenti i nuovi iscritti sono arrivati a quota 7500: “I numeri dimostrano che tra la nostra gente è scattato qualcosa – commenta il segretario regionale in Toscana Emiliano Fossi – In tante e tanti si sono riappassionati alla politica e percepiscono nella nuova proposta del Pd una speranza. Siamo sulla strada giusta”. Ma per Bonaccini non basta, anzi affila la lama: “C’era da auspicare e augurarsi che altri facciano come Elly, che è rientrata nel Pd e la cosa non ha potuto che farci piacere. Speriamo tanti arrivino e dobbiamo evitare una emorragia silenziosa di chi rischia di non sentirsi a casa” dice a L’aria che tira, su La7. Ma il campo in cui si vedrà la capacità della nuova leader, dice il governatore emiliano-romagnolo, è un altro: “Quello su cui saremo misurati sarà la capacità di andare bene alle europee e ho fiducia che otterremo un ottimo risultato. Io darò il mio contributo” gira Bonaccini che mette in fila i turni di voto da qui alle Europee: Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna, Abruzzo, Piemonte e “oltre la metà dei Comuni”.
Insomma, secondo l’ex aspirante segretario, “non basta vincere una primaria. E’ stato un successo con più di un milione di elettori. Però noi alle politiche abbiamo preso 5 milioni di voti e non siamo al 20% degli elettori”. Secondo Bonaccini “la prima cosa che dovremmo fare è ridefinire l’identità del Pd ed evitare di schiacciarci solo da una parte, perché per vincere le politiche e le amministrative serve una idea di società e una capacità di fare alleanze, attenti a schiacciarsi e guardare solo il M5s, ma credo che nemmeno Elly Schlein pensi questo”. E come si integrerà la presenza di Bonaccini nel nuovo Pd di Schlein? Vicesegretario sembra improbabile, presidente del partito chissà. “Ancora per due anni sono presidente dell’Emilia Romagna, il resto vedremo” ironizza. “Mi interessa poco parlare di assetti e di ruoli – aggiunge ributtando il pallone nel campo della neosegretaria – Tocca a Elly Schlein valutare e decidere se posso essere utile, non ho bisogno di ruoli. Tutti abbiamo interesse a unire al massimo e lavorare insieme“. Ovviamente, ribadisce come un minuto dopo la sconfitta, “l’importante è dare una mano e far sì che il Pd resti unito”.