L'Agenzia ha messo a segno il risultato più alto di sempre (dopo i 20,1 miliardi del 2017) grazie all'aumento degli incassi da attività di controllo e al quasi raddoppio delle lettere di compliance, uno degli obiettivi del Pnrr. Resta da vedere che impatto avrà, nel 2023, il messaggio lanciato dal governo con i condoni e l'innalzamento del tetto per l'uso del contante. A cui ora si aggiungerà il concordato preventivo biennale che il viceministro intende rispolverare nella delega attesa per la prossima settimana
Il recupero di evasione più alto di sempre, grazie a un buon risultato delle attività di controllo e al quasi raddoppio delle lettere di compliance che era uno degli obiettivi del Pnrr. L’anno scorso l’Agenzia delle Entrate, stando ai risultati presentati dal direttore Ernesto Maria Ruffini alla Camera, ha riportato nelle casse dello Stato 20,2 miliardi complessivi a fronte dei 13,8 del 2021 quando le attività sono però rimaste sospese fino a fine agosto causa Covid. Il precedente record risaliva al 2017, con 20,1 miliardi. Il dato smentisce almeno in parte le dichiarazioni del viceministro dell’Economia Maurizio Leo sull’inefficacia delle misure messe in atto finora per contrastare la sottrazione di risorse all’erario. E fa il paio con un aumento del gettito spontaneo per i tributi amministrati dall’Agenzia, salito a 510 miliardi dai 460 dell’anno prima. Resta ora da vedere che impatto avrà, nel 2023, il messaggio lanciato dal governo Meloni ai contribuenti con i condoni ad ampio raggio previsti in manovra e l’innalzamento del tetto per l’uso del contante. Insieme a novità come il concordato preventivo biennale per le piccole e medie imprese che Leo intende rispolverare nella delega fiscale attesa per la prossima settimana. Durante l’evento alla Camera, l’esponente di FdI ha ribadito che “la sfida è la tregua fiscale” e l’idea è quella di “dire al contribuente: questo è il reddito che devi conseguire, se ti adegui avrai un biennio in cui non avrai ulteriori accertamenti“.
Tornando ai risultati 2022, sui 20,2 miliardi complessivi 10,9 miliardi derivano da versamenti effettuati tramite F24 a seguito di attività di controllo, 3,2 da lettere di compliance e 4,9 di cartelle di Agenzia delle Entrate-Riscossione. A questi si sommano i risultati da misure straordinarie, cioè le vecchie paci fiscale e “rottamazioni“, pari a 1,2 miliardi.
Particolarmente positivo il risultato ottenuto con le lettere bonarie volte a favorire il versamento. Il Recovery plan prevedeva, con l’obiettivo finale di ridurre il tax gap (cioè la propensione a evadere) del 15% entro la fine del 2026 rispetto ai dati del 2019, un aumento del 20% delle missive inviate entro fine 2022 seguito da un +30% entro fine 2024. Nel 2022 il target di 2,58 milioni di lettere, stando alle tabelle delle Entrate, risulta superato a quota 2,6 milioni, anche se per esigenze di consolidamento dei dati sui falsi positivi il periodo di riferimento è stato rideterminato prendendo i 12 mesi tra novembre 2021 e ottobre 2022. Raddoppiate a 1,3 milioni le comunicazioni relative all’Iva trimestrale mentre sono aumentate del 160%, a 398mila, quelle scaturite dall’incrocio dei dati di fatture e comunicazioni periodiche Iva. Il risultato conseguito in termini di versamenti “stimolati” ha superato di gran lunga le attese che si fermavano a 2,45 miliardi.
Il braccio della riscossione AdeR ha dal canto suo messo a segno 10,83 miliardi di incassi di cui 9,2 attraverso attività ordinarie e 1,6 miliardi da rottamazione-ter e saldo e stralcio. Una cifra più bassa rispetto ai 12,7 miliardi del 2017 quando i soli ruoli riscossi per le Entrate (esclusi quindi i crediti affidati da altri enti compreso l’Inps) erano ammontati a 7 miliardi.
Ruffini ha poi riepilogato i risultati delle attività antifrode: nel 2022 sono stati bloccati preventivamente crediti fittizi per 9,5 miliardi di cui 6,3 miliardi di bonus edilizi bloccati in sinergia con la Guardia di Finanza e 2,1 miliardi scartati in seguito ai controlli disposti dal decreto antifrodi del dicembre 2021. A questi dati si sommano 912 milioni di indebite compensazioni e 207 milioni di rimborsi Iva non spettanti. Il contrasto all’uso di società cartiere per frodi Iva con la revoca della partita Iva o della fatturazione intra-UE ha consentito poi di impedire frodi per 650 milioni di imponibile. Tra le attività di servizio e consulenza spiccano i 23 milioni di 730 precompilati predisposti nell’anno e il riconoscimento di 3,4 milioni di rimborsi per quasi 20 miliardi di euro, di cui 17 miliardi a favore di imprese. Le grandi aziende con volume d’affari oltre i 10 miliardi che hanno aderito al regime di adempimento collaborativo, la cosiddetta cooperative compliance, sono salite a 92 (15 in più).