Il centrodestra ha incardinato l’iter della proposta di legge per reintrodurre il decreto Sicurezza di Matteo Salvini: la maggioranza ha votato da sola la proposta. Le opposizioni, infatti, hanno abbandonato i lavori della commissione Affari costituzionali della Camera. Le minoranze, infatti, avevano chiesto di rinviare questo passaggio in attesa del decreto del governo sui migranti – in discussione in queste ore nel consiglio dei ministri riunito a Cutro – e dell’abbinamento della proposta di legge sullo stesso tema a prima firma di Riccardo Magi (+Europa). Secondo Magi “c’è stata una forzatura da parte della maggioranza sia sotto il profilo del regolamento della Camera che sotto il profilo politico, visto che l’intera opposizione aveva avanzato delle richieste”.
Il presidente della commissione, il forzista Nazario Pagano, aveva convocato appositamente un ufficio di presidenza per delineare l’andamento dei lavori e aveva chiesto al primo firmatario e relatore della proposta di legge Igor Iezzi se intendesse lui stesso proporre il rinvio in attesa del testo del governo. Il leghista invece ha chiesto di procedere. Per modificare il calendario occorreva la maggioranza in ufficio di presidenza, ma tutto il centrodestra ha condiviso la richiesta di Iezzi. A questo punto le opposizioni hanno abbandonato i lavori. Quanto all’eventuale abbinamento alla proposta di Magi, Pagano l’ha negato perché il perimetro delle due proposte non è identico. La richiesta di Magi era stata sostenuta, invano, da altri esponenti dell’opposizione come Roberto Giachetti (Azione-Italia Viva), Filiberto Zaratti (Verdi-Sinistra), Alfonso Colucci (M5s) e Simona Bonafè (Pd).
Sullo sfondo c’è anche uno scontro sotterraneo interno al governo tra la Lega da una parte e il resto della maggioranza dall’altra, cioè la richiesta di “pugno duro” dei salviniani e un approccio “più pragmatico” di Forza Italia e Fratelli d’Italia che per esempio vogliono puntare su flussi regolari e corridoi umanitari. Magi aggiunge: “La presenza del governo poteva servire a fare chiarezza, ma la sottosegretaria Castiello (leghista che ha la delega ai Rapporti col Parlamento, ndr) ha detto di non essere informata su cosa farà il governo. I lavori parlamentari sono una cosa seria, non si può procedere in questo modo, alla cieca, sapendo che poi arriva un provvedimento del governo”. La sintesi “politica è che la Lega tiene sotto scacco il governo“, ha commentato Zaratti. “Nella maggioranza ci sono due linee sul tema dei migranti – continua – una quella del governo ed una della Lega. Da una parte c’è la pdl della Lega che dà una stretta ai permessi di soggiorno, dall’altra il decreto del governo che sembra allargare i criteri”. La capogruppo del Pd a Montecitorio Debora Serracchiani parla di “una nuova inaccettabile forzatura da parte della maggioranza”. “Confrontarsi con forze politiche che tengono questo atteggiamento irrispettoso delle opposizioni diventa ogni giorno più difficile” conclude. Esulta la Lega. “Primo passo compiuto – dichiara Iezzi – Nonostante il tentativo goffo, ridicolo e triste dell’opposizione di impedircelo in commissione, la proposta di legge che reintroduce i decreti Salvini sul tema delle protezioni speciali è stata incardinata. Stupisce sempre la volontà della sinistra di non mettere mano a un tema che tanto dolore anche negli ultimi giorni ha provocato. Andiamo avanti”.
La proposta di Iezzi (primo firmatario con il capogruppo Riccardo Molinari) impone una stretta nei permessi per gli immigrati, riproponendo le norme del decreto Conte-Salvini del 2018, poi modificate dal decreto Conte-Lamorgese del 2020. Si tratta di un unico articolo che abroga chirurgicamente gli interventi del Conte 2 così da tornare alle norme precedenti. In particolare viene abolito l’allargamento dei criteri per accedere alla protezione speciale (questa nel decreto Salvini sostituiva la protezione umanitaria), viene nuovamente abbassata la soglia di pericolo in caso di ritorno nel Paese di origine per respingimento, e viene abrogata la convertibilità della protezione speciale in permesso e di soggiorno per motivi di lavoro.
La proposta di Magi, invece, riprende il lavoro di numerose organizzazioni e di confronto con i territori e il mondo produttivo della campagna “Ero straniero”. Tra le altre cose prevede canali di ingresso più flessibili con l’introduzione della figura dello sponsor o di un permesso per ricerca lavoro realmente accessibili dai lavoratori dei paesi terzi e che rispondano alle esigenze del nostro mondo produttivo e la possibilità di mettere in regola le persone già presenti in Italia se hanno la disponibilità di un lavoro, con un meccanismo di regolarizzazione su base individuale, senza il bisogno di ulteriori sanatorie. A sostenere la proposta è l’intero centrosinistra.