Berlusconi, editore del Giornale da più di trent'anni, specifica di avere "interesse a conservare una partecipazione consistente" nell'assetto societario. "Da parte mia c'è un legame affettivo e quindi ho deciso, anche per aderire a un desiderio di mio fratello Silvio, di partecipare con una quota di minoranza", spiega. Confermando i rumors sul fatto che inizialmente l’idea fosse quella di una cessione al 100%
“Per la vendita del Giornale c’è un accordo ormai consolidato con gli Angelucci“. A dirlo all’AdnKronos è Paolo Berlusconi, che conferma così la chiusura dell’affare che porterà il quotidiano di via Negri nelle mani della famiglia di imprenditori della sanità privata, già editori di Libero e del Tempo. Nelle mani degli Angelucci – il cui capofamiglia, Antonio, è deputato della Lega – si concentrerà quindi un maxi-polo dell’informazione di destra, che potrebbe diventare un monopolio se andasse in porto anche la trattativa con Maurizio Belpietro per acquistare La Verità.
Berlusconi, editore del Giornale da più di trent’anni, specifica di avere “interesse a conservare una partecipazione consistente” nell’assetto societario, “in assoluto accordo con i signori Angelucci. Da parte mia c’è un legame affettivo e quindi ho deciso, anche per aderire a un desiderio di mio fratello Silvio dovuto soprattutto all’affetto che lui nutre per questa creatura, che lui ha salvato e poi mi ha passato nel tempo, di partecipare con una quota di minoranza“, spiega. Confermando dunque i rumors sul fatto che inizialmente l’idea fosse quella di una cessione al 100%, poi modificata: “Devo dire che gli Angelucci sono stati molto signori nel aderire a questa nostra istanza dopo che ci eravamo impegnati per un acquisto che poteva essere anche totalitario”, riconosce.