Ci sono “criticità su parte significativa dell’abitato” e “si provvede a integrare i serbatoi dei gestori con autobotti“. È questa la situazione in cui si trovano 19 Comuni del Piemonte, dove l’allerta per la siccità è salita “al massimo livello di severità idrica” (dopo l’ultima rilevazione di febbraio erano sette). Lo comunica Utitilitalia – la Federazione delle imprese di acqua energia rifiuti – specificando che nei prossimi giorni non sono previsti miglioramenti. Anzi, “considerando le quantità di precipitazioni attese nelle prossime settimane, il quadro della situazione rischia di peggiorare ulteriormente“. Il massimo livello di severità idrica prevede criticità su parte significativa delle abitazioni, il riempimento del serbatoio integrato con autobotti o altri interventi provvisori in “urgenza“.
La situazione in Piemonte
Utilitalia precisa che altri 141 Comuni sono al livello 2 (severità media – criticità limitate alle reti locali delle frazioni per abbassamento sorgenti o portate disponibili, riempimento serbatoi secondari integrato con autobotti o altri interventi provvisori di somma urgenza e/o interconnessioni) e 388 al livello 3 (severità bassa – livello di attenzione elevato con attingimenti anormalmente alti e possibili criticità a breve), mentre 1.922 Comuni si collocano al livello 4 (severità normale). I 19 Comuni con livello massimo di severità idrica sono Armeno (NO), Cannero Riviera (VB), Piedimulera (VB), Pieve Vergonte (VB), San Bernardino Verbano (VB), Pettinengo (BI), Strona (BI), Valdilana Soprana (BI), Zumaglia (BI), Demonte (CN), Moiola (CN), Roccabruna (CN), Macra (CN), Isasca (CN), Venasca (CN), Brossasco (CN), Melle (CN), Peveragno (CN), Perlo (CN).
Aumenta lo stress idrico in Pianura Padana
“La crisi idrica non molla la presa nella gran parte dell’area Padana” soprattutto nei “territori Piemontese e Lombardo” dove la situazione idrologica di “conclamato stress idrico” già evidenziata un mese fa “è peggiorata nelle ultime settimane alla luce della mancanza prolungata di precipitazioni in grado di colmare, anche solo parzialmente, il deficit ereditato dalla stagione del 2022″. Al secondo incontro ufficiale dell’Osservatorio Permanente di Autorità di bacino del Po a Parma hanno partecipato rappresentanti di ministeri, regioni del distretto del Po, stakeholder e agenzie di monitoraggio delineando un quadro “di palese difficoltà che si preannuncia, per i prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’agricoltura, fondamentale per le produzioni” e richiamando ad un uso “equilibrato”.
Le portate rilevate “nelle stazioni lungo l’asta del Po rimangono, al 6 marzo, ancorate a uno stato di estrema o media gravità” e, “alla vigilia della parte più consistente dei prelievi per l’irrigazione, si annuncia deficitario”. L’Osservatorio aggiunge che “l’intrusione del cuneo salino, sempre nei rami della foce del Grande Fiume, raggiunge già nel Po di Goro i 19 chilometri di risalita delle acque salmastre”. Anche i laghi mantengono quote minime: “il Garda è quello in maggior crisi con un riempimento solo del 25%“, “il lago Maggiore è pieno al 41,5%” e l’ente regolatore conferma la scarsità di risorsa nei bacini di valle “come mai negli ultimi 16 anni“. Le precipitazioni, prosegue l’Osservatorio, scarseggiano notevolmente e il caso del Piemonte è il più emblematico con una anomalia delle piogge fino a -85% esclusa l’area del Cuneese, secondo i dati dell’Arpa, dove c’è stata qualche nevicata ristoratrice.