Nelle prime votazioni a cui ho partecipato ho scelto le proposte del Pci. Una volta acquisita la consapevolezza della questione ambientale ho faticato a trovare proposte politiche che la contemplassero. Mi sono avvicinato a Sinistra Ecologia e Libertà per l’Ecologia, ma ho presto capito che era un’etichetta. Non parliamo dei Verdi, una galassia litigiosa e autoreferenziale. L’ambiente è una stella dei 5 Stelle, ma la sostituzione del ministero dell’Ambiente con quello della Transizione Ecologica è stato un errore reso madornale dalla scelta di un ministro tecnocrate, con totale negligenza verso le questioni ambientali.
La nostra è una specie animale che vive in un contesto di rapporti con altre specie: possiamo trarre qualche ispirazione dai fenomeni biologici. I licheni, ad esempio, sono il frutto della simbiosi tra un fungo e un’alga. Pci e Dc, un tempo avversari, si sono fusi nel Pd dopo una serie di stadi larvali diventando un lichene. Il lichene Pd, però, è stato parassitato da un clone di Silvio Berlusconi (Matteo Renzi) intenzionato a distruggere la sinistra corteggiando l’elettorato di riferimento della destra liberista.
La strategia è chiara: chi pensa a sinistra non deve trovare rappresentanza e deve essere disincentivato a votare. Il piano ha avuto successo: un governo di destra votato da una minoranza che si è espressa e una maggioranza che non si è espressa o si è divisa. Dopo questo capolavoro, Renzi sta cercando di far crescere l’organismo a cui ha dato luce, dopo il quasi annientamento dell’ospite (il Pd), in cui ha comunque lasciato i suoi propaguli pronti a intervenire in caso di bisogno. C’è stato anche il tentativo di svuotare in modo analogo il Movimento 5 Stelle con l’operazione Luigi Di Maio candidato nel Pd. Ciliegina sulla torta: Casini.
Sia il Pd sia il M5S, però, hanno anticorpi. La svolta di Giuseppe Conte ed Elly Schlein potrebbe portare a un’alleanza tra le due offerte politiche che sia Renzi sia Enrico Letta hanno cercato di tenere su fronti opposti, per ottenerne la sconfitta. Renzi lo ha fatto con furbizia, Letta con dabbenaggine. Da elettore che ambisce a vedere un governo che sia latore di istanze in cui si riconosce, auspico che i due partiti si distinguano, ma non per farsi concorrenza su certi temi, lasciandone altri quasi completamente scoperti.
Il M5S, con Conte, ha varato una serie di misure che reputo di sinistra: dal reddito di cittadinanza, alla Spazzacorrotti, a molte altre cose. Il M5S ha fatto quello che avrebbe dovuto fare il Pd occupandone il terreno di gioco: l’elettorato di riferimento del Pd attribuisce rilevanza alla difesa delle classi sociali più deboli e alla questione morale di berlingueriana memoria. Il Pd deve fare quel che il suo elettorato gli chiede. Il M5S, invece, dovrebbe dedicarsi alla transizione ecologica, alla difesa dell’ambiente e della salute, per la costruzione di sistemi di produzione e consumo sostenibili ed efficienti. Il Pd non ne ha mai parlato: Beppe Grillo ne parlava quando non ne parlava nessuno.
La visione di Grillo, però, mirava esclusivamente alle tecnologie. Non mi pare che abbia mai considerato biodiversità ed ecosistemi. Se lo ha fatto, non è stato incisivo. Il collante tra i due dovrebbe essere la lotta alla mafia, alla corruzione, all’evasione fiscale e alla privatizzazione di asset strategici realizzati con fondi pubblici per essere poi regalati ai privati che li spolpano e li fanno fallire. Altro collante dovrebbe essere la politica dell’accoglienza e dei diritti civili assieme alla valorizzazione delle competenze dei giovani che formiamo e che poi vanno all’estero perché qui non hanno opportunità. Investiamo ingenti risorse nella loro formazione e poi non li utilizziamo regalandoli a paesi che, magari, li usano per farci concorrenza.
Insomma, i due partiti dovrebbero avere una serie di valori condivisi (la base dell’alleanza) e valori primari (la base della diversità). Chi ne vota uno deve sapere che l’alleanza con l’altro non stravolgerà le sue aspettative, come avvenne con il Conte I, voluto da Renzi con la politica del pop corn, quando il M5S, dopo il no del Pd renziano, condivise l‘azione di governo con la Lega di Matteo Salvini.
Ora, però, la situazione non è chiara. Conte e il M5S stanno facendo quello che il Pd avrebbe dovuto fare e hanno messo in secondo piano gli obiettivi di sostenibilità e integrità ambientali che erano il loro principale tratto distintivo. Non per niente il Pnrr, in gran parte dedicato alla transizione ecologica, è arrivato per merito di Conte. In natura, se due specie con adattamenti simili si trovano a coesistere e a competere per le stesse risorse, e queste sono limitate, si attua lo “spostamento dei caratteri”: le due specie tendono a differenziarsi “spostando” le loro preferenze in ambiti che riducano la possibilità di intercorrere nell’esclusione competitiva, in cui una vince e l’altra perde.
In questo caso vincono entrambe differenziandosi e magari fondendosi, come un lichene. La destra lo sa fare benissimo, la sinistra meno. Ma possiamo sperare nell’evoluzione che, a quanto pare, sta operando. Le metastasi renziane nel Pd cercheranno di ostacolare il processo: il “ceppo” ha dato prova di grande efficienza distruttiva ed è necessaria una terapia radicale e rapida per sconfiggerlo. Per poi passare a costruire un’alternativa.