La norme che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni balneari “sono in contrasto” con la direttiva europea in materia e, dunque, “non devono essere applicate”. Lo ha ribadito il Consiglio di Stato nella sentenza in cui accoglie il ricorso dell’Antitrust contro la decisione del comune di Manduria di prorogare fino al 2033 le concessioni demaniali marittime come previsto nel 2018 dal governo Conte 1. Come è noto, il massimo organo della giustizia amministrativa ha sancito già nel novembre 2021 che le concessioni in essere resteranno valide solo fino al 31 dicembre di quest’anno e “dal giorno successivo non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza”. La proroga automatica del 2018 è di conseguenza “inapplicabile“, così come quella inserita nel Milleproroghe dalla maggioranza di centrodestra che su questo è stato oggetto di censura da parte del capo dello Stato. Sergio Mattarella ha a sua volta ricordato come l’allungamento di un anno sia anche in contrasto con il diritto dell’Ue, che nel 2020 ha messo l’Italia sotto procedura di infrazione (ora il Paese rischia il deferimento alla Corte di Giustizia Ue).
“Sulla base di quanto affermato dall’Adunanza Plenaria, con le ricordate sentenze nn. 17 e 18 del 2021”, ricorda il Consiglio di Stato alla fine della sentenza, “non solo i commi 682 e 683 dell’art. 1 della legge 145/2018, ma anche la nuova norma contenuta nell’art. 10-quater, comma 3, del D.L. 29/12/2022, n. 198, conv. in L. 24/2/2023, n. 14, che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere, si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato”.
Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (FI), che nelle scorse settimane si è distinto per aver partecipato insieme a Maurizio Gasparri a un convegno organizzato dal Sindacato italiano balneari per “difendere” il settore da presunte ingerenze europee, commenta via Twitter scrivendo “Consiglio di Stato: errare è umano, perseverare è diabolico”. Il collega Gian Marco Centinaio (Lega) aggiunge che “la sentenza non sorprende”. Come la pensino i giudici lo sa, ma non gli interessa: “Rivendichiamo la norma introdotta con la conversione in legge del Milleproroghe e il diritto del Parlamento a legiferare. A maggior ragione dopo questo pronunciamento, invitiamo il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste (peccato che la maggioranza l’abbia rinviata a luglio ndr). Una volta che avremo chiaro il quadro di quanta parte del litorale italiano è attualmente occupato e quanto invece rimane libero, potremo dimostrare alla Commissione europea che ci sono gli spazi per consentire l’ingresso di nuovi concessionari. Cioè, che le coste italiane non possono essere considerate una risorsa scarsa e, di conseguenza, le concessioni demaniali marittime non rientrano nella direttiva Bolkestein“. Bruxelles la vede diversamente, così come il Consiglio di Stato.
Il senatore Marco Croatti (M5s) commenta che “la pronuncia della sesta sezione depositata ieri rifila un’altra sonora ‘legnata’ alla scriteriata proroga delle concessioni demaniali voluta in modo dissennato e ostinato nel decreto Milleproroghe da tutti i partiti di destracentro”. Ma il cuore della pronuncia riguarda la proroga disposta dalla legge di Bilancio per il 2019, quando al governo c’era il governo Conte sostenuto da Lega e M5s.