“Il 18 aprile l’Unità tornerà in edicola. Ma senza le giornaliste e i giornalisti che la storica testata della sinistra hanno difeso e fatto vivere anche negli anni bui e dolorosi della sua chiusura. In questo nuovo progetto editoriale noi, lavoratori dell’Unità licenziati nei giorni scorsi dal curatore fallimentare, semplicemente non esistiamo. Cancellati”, così si legge in un comunicato del Comitato di redazione de L’Unità
Il quotidiano Il Riformista diretto da Piero Sansonetti ed edito da Alfredo Romeo diventerà L‘Unità. La trasformazione avrà luogo dal prossimo 18 aprile in poi quando il quotidiano sarà in edicola con il nome del giornale fondato da Antonio Gramsci nel 1924 e a lungo organo ufficiale del Partito comunista italiano e del Partito democratico poi fino alla chiusura definitiva del 2017. Eppure della vecchia Unità non vi sarà che il nome. “Il 18 aprile l’Unità tornerà in edicola. Ma senza le giornaliste e i giornalisti che la storica testata della sinistra hanno difeso e fatto vivere anche negli anni bui e dolorosi della sua chiusura. In questo nuovo progetto editoriale noi, lavoratori dell’Unità licenziati nei giorni scorsi dal curatore fallimentare, semplicemente non esistiamo. Cancellati”, così si legge in un comunicato del Comitato di redazione de L’Unità.
“Il direttore designato Piero Sansonetti dirigerà un giornale realizzato, sia nella parte cartacea che in quella online, dai redattori de Il Riformista. I giornalisti e i poligrafici dell’Unità non saranno della partita. Viene, infatti, ignorata una questione cruciale, sancita da sentenze che fanno giurisprudenza: la testata sono anche i suoi lavoratori. Un legame indissolubile. Il 18 aprile semplicemente Il Riformista cambierà nome e si chiamerà l’Unità. Questo è il progetto, sicuramente inedito. Siamo di fronte a un caso mai contemplato nel mondo del lavoro e che, soprattutto in ambito editoriale, può aprire scenari con esiti drammatici”, continua il comunicato. Il Riformista è stato fondato nel 2002 da Claudio Velardi. Chiuso nel 2012 ha ripreso le pubblicazioni nel 2019 quando il gruppo Tosinvest lo cede all’imprenditore Alfredo Romeo