Deliveroo gli porta la pizza fredda e Salvatore Aranzulla s’incacchia. Online lo sfogo del guru dell’informatica è diventato più seguito dei fatti di guerra e di economia. I (mis)fatti sarebbero infatti avvenuti così. All’ora di cena il buon Aranzulla avrebbe provato un languorino per una pizza. Impossibilitato a spostarsi, nonostante la pizzeria d’asporto fosse “vicinissima a casa”, ecco la richiesta a Deliveroo. Essendo però il nostro un mago dell’informatica scopre subito che la app gli fa fare l’ordine da un punto vendita della pizzeria dall’altra parte di Milano. Aranzulla allora contatta via chat il servizio clienti dell’applicazione, dice che paga ma che non vuole ricevere l’ordine perché è assurdo far pedalare uno per un distanza del genere ed è vero. Invece la tecnologia muta e implacabile, alla quale Aranzulla ha dedicato vita e anima, procede meccanicamente senza fermarsi. E qui, allora, aggiungiamo noi, accadono l’ultimo capitolo della storia e l’epilogo che ci permettiamo di immaginare in questi “Tempi Moderni” governati dagli algoritmi e non dal sano buonsenso. Il vate dell’informatica è blu dalla rabbia per la risposta ricevuta, ma alla porta suona un povero rider trafelato e sudato come Mennea dopo i 200 a Mosca. Aranzulla apre, ritira l’ordine e dentro trova ‘na specie de cadavere lunghissimo’ di pizza. “Freddo”, “Immangiabile”, si sfogherà poi su Facebook. Antica morale pellerossa: “se tu hai pizzeria vicino casa, infila scarpe e cappotto e prendi pizza con tue manine”.