Il consigliere del presidente ucraino Zelensky, intervistato dalla Stampa, parla dell'indisponibilità di Mosca di avviare colloqui di pace e della strategia su Bakhmut, dove da tempo sono in corso combattimenti feroci: "Abbiamo due obiettivi: ridurre il più possibile il personale capace russo, e fissarli in poche battaglie chiave logoranti, per scompaginare la loro offensiva e concentrare le nostre risorse altrove, per la controffensiva di primavera"
“Mosca perde 5-7 volte più soldati di noi, contano circa 40mila tra morti e feriti in sette mesi a Bakhmut. Proprio su quest’operazione c’è disaccordo strategico tra il leader Wagner Prigozhin e il generale di Putin Gerasimov, a cui si è unito il ministro della Difesa Shoigu“. Parla della guerra e delle prospettive (al momento inesistenti) di negoziato il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, che in un’intervista alla Stampa spiega, dal punto di vista di Kiev, quali siano i rapporti di forza a Bakhmut, la città dell’Ucraina orientale che nelle ultime settimane è travolta da combattimenti feroci. La decisione ucraina di non ritirarsi da Bakhmut (Artemovsk), nonostante il parere dello Stato maggiore e di almeno alcuni ufficiali di prima linea, sta moltiplicando di ora in ora il numero delle vittime, e l’accerchiamento della città ha costretto le forze ucraine ad allentare la pressione su Donetsk e sulle zone circostanti.
La Russia, dichiara Podolyak, ha cambiato tattica facendo convergere su Bakhmut gran parte del suo personale militare addestrato, “i resti del suo esercito professionale, così come le compagnie private, le più capaci” come il Gruppo Wagner e le unità degli ‘Zeki‘, i prigionieri mobilitati dalle carceri. “È fondamentale per loro avanzare in questa direzione. Noi, pertanto, abbiamo due obiettivi: ridurre il più possibile il loro personale capace, e fissarli in poche battaglie chiave logoranti, per scompaginare la loro offensiva e concentrare le nostre risorse altrove, per la controffensiva di primavera. Dunque, oggi Bakhmut è completamente efficace, persino superiore ai suoi compiti chiave”. Secondo il consigliere di Zelensky, per i russi a Bakhmut si sta consumando una carneficina senza eguali dall’invasione del Donbass. “Mosca perde 5-7 volte più soldati di noi, contano circa 40 mila tra morti e feriti in sette mesi a Bakhmut. Proprio su quest’operazione c’è disaccordo strategico tra il leader Wagner Prigozhin e il generale di Putin Gerasimov, a cui si è unito il ministro della Difesa Shoigu”, ha proseguito Podolyak.
Parla anche dell’indisponibilità di Mosca di avviare colloqui di pace: oggi, ha proseguito, “non esiste” l’opzione dei negoziati, “semplicemente perché la Russia sta conducendo un’aggressione brutale, con crimini di guerra e contro l’umanità”. Guardando invece all’Italia, ha aggiunto, la premier Giorgia Meloni ha capito “la natura del conflitto” e che “flirtare con la Federazione Russa è estremamente pericoloso. Soggetti come Berlusconi – che si è espresso più volte criticando aspramente Zelensky – o Salvini dimostrano miopia assoluta e non fanno discorsi da statisti: sostenere strategicamente la Russia significa sostenere un outsider e un perdente storico. Non gli affari, ma i crimini e l’autoritarismo. Ciò che va contro la libertà, la democrazia, a cui l’Italia è abituata. È un’oscura macchia storica su se stessi. Non credo che l’Italia ne abbia bisogno”.