Polemiche per il video del karaoke tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni a meno di 48 ore dal Consiglio dei ministri sul naufragio di Cutro e a poche ore dal funerale di alcune delle vittime a Bologna. Una vicinanza temporale che ha scatenato le critiche delle opposizioni: ieri la presidente del Consiglio, rientrata da poco dalla Calabria e ancora nel pieno delle contestazioni per la gestione delle politiche migratorie, ha chiuso l’incontro con il premier israeliano e ha raggiunto Como per la festa di compleanno del ministro delle Infrastrutture leghista.
Il video dei due che cantano “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè è stato pubblicato sui social dal giornalista Nicola Porro per mostrare la presunta intesa tra i due, ma è stato subito messo sotto accusa da Pd e Movimento 5 stelle che ne hanno contestato l’opportunità in un momento così delicato. “Ieri è stata una giornata molto dolorosa per tutti noi, abbiamo sepolto alcune bare, anche una bambina”, ha dichiarato il sindaco dem di Bologna Matteo Lepore. “Devo dire che sono rimasto molto colpito dalle immagini che ho visto sia della conferenza stampa del governo, sia del karaoke di Salvini e Meloni, che non hanno voluto incontrare i familiari né portare omaggio alle bare, ma hanno trovato il tempo per festeggiare i 50 anni del ministro Salvini. Ho ancora bisogno di qualche giorno – conclude Lepore – per capire quali sono le parole più adatte per commentare una scena di questo tipo”.
In giornata ha parlato anche il vicepresidente del M5s Michele Gubitosa: “Le immagini del karaoke sono agghiaccianti e inqualificabili. Prima mettono in piedi un CdM imbarazzante, che ha svelato tutta l’inadeguatezza della premier, poi si nascondono e scappano dalle famiglie delle vittime del naufragio. Infine, come se non bastasse, appena rientrati a Roma festeggiano come se nulla fosse. È l’ennesimo insulto, uno sfregio a chi sta ancora piangendo i propri cari”. Su Twitter la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, per commentare la scena, ha citato i versi finali di una poesia di Eugenio Montale, ‘Non chiederci la parola che squadri da ogni lato’: “Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Così anche la capogruppo dem in Senato Simona Malpezzi: “Non hanno reso omaggio ai morti di Cutro, hanno messo in piedi una patetica messinscena, cambiato gli impegni istituzionali per andare a cantare alla festa di Salvini. Disumanità, cinismo, improvvisazione e spregiudicatezza: questo governo spiegato in pochi gesti. Che vergogna”.
Poco dopo ha commentato anche il deputato dei Verdi Angelo Bonelli: “Salvini e Meloni non sanno cosa è la sobrietà, io mi vergogno per loro”, ha detto all’agenzia Adnkronos. “Mentre le bare delle Vittime del naufragio sono ancora esposte alla camera ardente loro festeggiano con il karaoke e i video allegri. Sono senza parole. Potevano festeggiare in maniera sobria hanno perso una occasione per dimostrare di essere persone sobrie. Lo trovo inaccettabile”.
A essere contestato non è solo il video, ma anche la scelta della canzone. De Andrè nel 1964 scrisse il brano ispirandosi a un fatto di cronaca avvenuto undici anni prima: l’uccisione di una prostituta uccisa e abbandonata in un fiume. Anni dopo è stato ricostruito che la donna si chiamava Maria Boccuzzi, emigrata dal paesino calabrese di Radicena a Milano. Qui, dopo aver lavorato come operaia, cercò invano gloria nel mondo dello spettacolo, finendo su una strada tribolata e morendo a 33 anni, ritrovata cadavere il 28 gennaio 1953 nel fiume Olona, alla periferia della città.