Lavoro & Precari

Lavoro povero – I giovani architetti sfruttati negli studi delle archistar: “700 euro al mese per 10 ore al giorno”. “I contratti? Finte partite Iva senza tutele”

Il collettivo Riordine degli Architetti da anni diffonde le offerte di lavoro proposte anche da blasonatissime società di fama mondiale impegnate in appalti e commesse più che milionari. Lo studio Fabio Novembre offre da 700 a 900 euro lordi in partita Iva. Stefano Boeri Architetti per un collaboratore junior parte da 1000 euro al mese lordi in partita iva, con iniziale contratto di 3 mesi

Oltre 10 ore di lavoro al giorno per 700 euro lordi al mese, in partita iva. I più fortunati riescono a guadagnare magari 1000/1200 euro al mese, sempre per oltre 60 ore di lavoro a settimana, sempre lordi in partita Iva. Lavori all’apparenza da 7-8 scarsissimi euro all’ora, ma che al netto di tasse e contributi a conti fatti diventano circa 3,5 euro netti all’ora. Queste, da anni, sono le condizioni professionali a cui sono sottoposti moltissimi giovani architetti in Italia. Una situazione ben nota agli addetti ai lavori, ma che sembra passare sottotraccia nonostante le pubbliche denunce di giovani architetti e del collettivo Riordine degli Architetti, che da anni diffonde su Instagram le offerte di lavoro proposte dalla maggior parte degli studi di architettura italiani. E no, molto spesso non si parla di piccoli studi sconosciuti, ma di blasonatissime società di fama mondiale impegnate in appalti e commesse più che milionari. “Tutti sanno, ma nessuno fa nulla. I giovani architetti hanno paura di denunciare apertamente perché il rischio è di non lavorare più, di essere estromesso dal settore. Questo è il motivo per cui Riordino è un collettivo formato da professionisti di cui nessuno sa il nome e cognome reale. Abbiamo paura di ritorsioni”.

Un esempio? 700 euro lordi in partita Iva. 800 euro lordi in partita Iva. E poi ancora, 900 euro lordi in partita Iva. È l’escalation delle offerte di lavoro dello studio Fabio Novembre pubblicate su Instagram da Riordine degli Architetti. Compensi estremamente bassi non solo se rapportati alla professione, ma completamente inadeguati rispetto al costo della vita a Milano, città dove lo studio ha sede. Ilfattoquotidiano.it ha contattato più volte lo studio Novembre per una replica rispetto alle offerte proposte ai giovani architetti, ma non ha ricevuto alcuna risposta.

1000-1200 euro al mese lordi e senza tutele – “Appena laureato ho iniziato a ricevere proposte di lavoro da parte di numerosi studi di architettura. Tutte e dico tutte prevedevano tra le 8 e le 10 ore di lavoro in sede per sei giorni alla settimana in cambio di 700 euro al mese lordi in Partita Iva. Non solo un compenso da fame, ma senza alcun tipo di tutela garantita: niente ferie, niente malattia, niente di niente – racconta Antonio a Ilfattoquotidiano.it – Il problema è che anche accumulando qualche anno di esperienza, la solfa non cambia. Sì, il compenso magari cresce fino a 1000 o 1200 euro al mese, ma sono sempre lordi in P.Iva e senza alcuna tutela. E come ci vivi con questi soldi a Milano a 30 anni?”. Milano, la città più cara d’Italia nonché capitale simbolo del design e dell’architettura del Belpaese. Nel capoluogo meneghino di studi di architettura ce ne sono moltissimi e parecchi di questi sono realtà internazionali di prestigio conosciute in tutto il mondo. E di solito sono proprio questi ultimi ad avanzare le proposte peggiori forti della propria notorietà.

Le finte partite Iva che lavorano “dalle 9 a mezzanotte” – “I grandi studi con fatturati importanti sono quelli che fanno le proposte peggiori. Pochi assumono utilizzando la collaborazione in partita iva come dovrebbe essere effettivamente usata, ovvero come un reale rapporto di lavoro autonomo. La maggior parte pretende di retribuire i giovani architetti con compensi da 700/900 euro lordi al mese chiedendo in cambio però un vincolo di fedeltà totale da lavoratore subordinato. Tutto questo senza alcuna tutela e per un monte orario che spesso sfora ampiamente le 60 ore settimanali”, racconta a ilfattoquotidiano.it il portavoce di Riordine degli Architetti. Si può quindi parlare di finte partita Iva. Nessun diritto, si è di fatto dei dipendenti ma senza avere alcuna tutela. In Europa, la situazione è nettamente differente e, spiegano da Riordine, spesso viene persino difficile spiegare cosa significhi lavorare da finta P.Iva a un collega straniero. Il paradosso è che gli stessi studi internazionali che in Italia propongono solo questa modalità, nelle sedi del resto d’Europa invece assumono correttamente.

Giulia ora lavora in proprio, ma gli anni di gavetta sottopagata li ricorda ancora molto bene. “Personalmente ho lavorato in un blasonato studio milanese ho lavorato per tre mesi – racconta a ilfattoquotidiano.it – gli orari andavano dalle 9 del mattino a mezzanotte, si era fortunati quando si usciva dallo studio per le 22, molto sfortunati quando invece la giornata lavorativa si concludeva alle 3 del mattino. Da stagista mi sono sempre rifiutato di uscire dopo le 22 ma al momento del rinnovo, a 700 euro lordi al mese con finta partita iva, mi chiesero di profondere lo stesso impegno degli altri. Veniva richiesto anche di lavorare nel weekend, non solo in settimana fino a orari assurdi. Per non parlare del clima all’interno dello studio: nessuna solidarietà tra collaboratori, un clima di terrore”.

Le offerte dello studio Stefano Boeri – Mille euro al mese lordi in partita iva, con iniziale contratto di 3 mesi e successivamente di 6, è l’offerta dello studio Stefano Boeri Architetti per la posizione di architetto junior diffusa pubblicamente qualche settimana fa da Riordine degli Architetti. “Al netto di tasse e contributi vuol dire in grosso modo una retribuzione di 4 euro all’ora”, commentano dal collettivo. “In questo momento lo studio non ha all’attivo collaborazioni professionali simili – replicano da Stefano Boeri Architetti – Quanto da lei riportato – in modo non del tutto conforme ai dati in nostro possesso – potrebbe rientrare nella casistica delle offerte di collaborazione proposte negli anni scorsi (uno degli ultimi casi risale a inizio 2022) a profili di giovani neolaureati in architettura, con scarse esperienze pregresse, per i primi tre mesi (specifichiamo che la stessa offerta sopra menzionata – risalente a inizio 2022 – rientrava in una trattativa più ampia ed era stata oggetto di revisione integrativa). In generale, tutte le proposte sono oggetto di revisioni integrative a partire dal secondo trimestre di collaborazione. Il sistema di compensi è basato su una componente fissa alla quale si aggiunge una componente variabile legata anche al fatturato dello studio. A ciò si possono inoltre aggiungere interventi integrativi “one-off”, come avvenuto alla fine del 2022: alla luce delle mutate condizioni macroeconomiche come l’inflazione, infatti, è stato riconosciuto un compenso straordinario per tutti i professionisti”.

L’Ordine: “Monitoriamo e lavoriamo per dare risposte” – Contattato un commento, l’ufficio stampa dell’Ordine degli Architetti ha dichiarato di essere a conoscenza della situazione e di voler per rafforzare l’impegno nella tutela della professione. “Il Consiglio dell’Ordine 2021-2025 ha istituito il gruppo di lavoro per il Fair Work che monitora e lavora per dare risposte concrete alle problematiche ricorrenti e più significative degli iscritti, con particolare riferimento alle collaborazioni di lavoro tra professionisti. Il rispetto della deontologia e la valorizzazione di pratiche corrette sono i fondamenti di una professione sana. Nel quadro dei suoi compiti istituzionali di valorizzazione della categoria professionale a tutela dell’utenza e dell’interesse pubblico, crediamo e lavoriamo per una professione inclusiva ed equa, orientata alle pari opportunità e a rapporti corretti tra professionisti, quali elementi irrinunciabili per affrontare le sfide del futuro”.