Se la cercate su Google e Wikipedia si chiama Salvatrice Elena Greco ed è nata a Tunisi l’11 marzo 1933. Per tutti, però, il suo nome d’arte è semplicemente Sandra Milo. Oppure Sandrocchia, come amorevolmente la chiamava Federico Fellini, con cui ebbe una relazione clandestina durata addirittura quasi 17 anni. Sì, perché Sandra ha sempre vissuto intensamente, senza privarsi e senza rinunciare mai ai piaceri della vita.

Vita presa a morsi fin da giovanissima. Sposata più volte – la prima a 15 anni – non ha mai nascosto i suoi amanti, spesso ingombranti, che tuttavia non l’hanno mai lasciata in ombra, né un passo indietro. Una volta dichiarò che la fedeltà è una cosa innaturale e questo vale sia per gli uomini che per le donne. Ha iniziato nel cinema sfruttando le sue forme traboccanti da maggiorata e la sua voce un po’ maliziosa un po’ innocente.

Roberto Rossellini la scelse per il ruolo di prostituta ne Il Generale Della Lovere nel 1959, a cui fece seguito, un anno dopo, Adua e le compagne di Nicola Pietrangeli. La consacrazione arrivò con Fellini di cui divenne musa. Indimenticabile in 8 e 1/2 (film premiato con l’Oscar nel 1964) e Giulietta degli Spiriti, dove incarna il ruolo di seduttrice impenitente. Ha lavorato con mostri sacri del cinema. Da Totò a Eduardo De Filippo, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Lino Ventura, Jean-Paul Belmondo, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e moltissimi altri. Insomma una carriera strepitosa nella quale non sono mancate scelte un po’ avventate o quantomeno discutibili, soprattutto quando si è lanciata nel mondo del piccolo schermo. Ma Sandra è così. Prendere o lasciare.

Nel 1977, nel corso del programma televisivo A Modo Mio, l’ospite Maurizio Costanzo, a cui lei era legata da una forma di irrispettoso affetto, si domandava se fosse davvero così svanita e se volesse farlo credere a tutti noi. Ma ci è o ci fa? Dubbio che molti hanno ancora adesso, perché un personaggio come lei è unico e impossibile da inquadrare con la certezza di averlo davvero compreso. Con la sua immutabile leggerezza giocosa da bambina, che oscilla tra il patetico e la contagiosa allegria, a tratti malinconica e a tratti inquieta.

Quello che colpisce è la sua indifferenza al giudizio degli altri. Recentemente ha affermato: “Non posso pretendere che gli altri mi capiscano fino in fondo”. Una frase simile se la può permettere solo una diva senza tempo, dall’alto del suo successo che l’accompagna da oltre 50 anni. Oggi è il suo compleanno. Me la immagino davanti alla torta con 90 candeline, sempre con quel suo brillio di civetteria negli occhi. Auguri Sandrocchia!

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