Lo show organizzato da Stella McCartney per la sua sfilata Autunno/Inverno 2023-24 durante la Parigi Fashion Week è stato mozzafiato, letteralmente
Le note potenti di “Personal Jesus” dei Depeche Mode fanno vibrare l’aria ghiacciata dello storico maneggio dell’École Militaire di Parigi, la più antica scuola di equitazione della Francia, frequentata anche da Napoleone Bonaparte. Poi, all’improvviso, mentre tutti gli sguardi carichi d’attesa dei presenti sono rivolti verso la porta sul fondo, ecco che da un’apertura laterale posta all’estremo opposto della sala fa il suo ingresso una mandria di maestosi cavalli bianchi. Corrono liberi e potenti quasi a ritmo di musica, muovendosi secondo le indicazioni della loro guida Jean-Francois Pignon, che da 30 anni salva e addestra equini attraverso l’uso esclusivo del linguaggio del corpo. In platea si leva un coro di “woow”, e poi ecco subito anche le modelle, che sfilano sulla terra battuta proprio accanto, separate solo da una corda sospesa. La forza ancestrale di questi animali è amplificata dall’intelligenza con cui seguono attenti le indicazioni di Pignon, ribattezzato non a caso “l’uomo che sussurra ai cavalli”.
Lo show organizzato da Stella McCartney per la sua sfilata Autunno/Inverno 2023-24 durante la Parigi Fashion Week è stato mozzafiato, letteralmente. Confesso che è stato difficile, e tanto, rimanere concentrati sulla sfilata. Troppo forte la tentazione di alzare lo sguardo verso i candidi destrieri che nel frattempo si esibivano in suggestive coreografie. Eppure, è bastata una rapida occhiata per cogliere la profondità del legame personale tra la designer, gli abiti in passerella e i cavalli. La collezione è infatti un’ode d’amore al mondo equestre frutto di un lavoro della stilista sulle memorie della sua famiglia legate proprio a queste creature: “L’idea è arrivata guardando un po’ di foto di mia mamma, di mia sorella e me in cui c’erano tutte le nostre relazioni con i nostri amici animali”, ci ha spiegato la stilista quando l’abbiamo raggiunta nel backstage al termine del défilé. “Così ho deciso di provare a creare una connessione, lavorando sulle suggestioni e non su una semplice trasposizione dei canoni equestri. Poi ho conosciuto Jean-Francois Pignon, ho visto come si muoveva con i suoi cavalli e ne sono rimasta ammirata al punto da commuovermi. Lui addestra cavalli selvatici e non usa selle, i suoi animali sono i suoi bambini. Penso che ci sia un lato sexy nei cavalli, è così emozionante vederli correre nella sabbia: alla fine di tutto rimane impressa questa profonda relazione tra gli esseri umani e queste creature”.
Così ha tradotto tutto questo in abiti che rievocano quello stile british fatto di vita di campagna, amore per la natura, altissima sartoria, pelle e maglieria, pezzi chiave del guardaroba di Stella McCartney, che studia qui i rapporti tra i tagli da uomo e da donna nella costruzione dei capi. “Tutta questa commistione tra donne, uomini ed animali la qualcosa di davvero poetico”, spiega ancora Stella McCartney. Ecco allora che troviamo maglioni a mantella, lunghi cappotti di lana che ricordano nella fantasia il manto degli esemplari di razza Appaloosa o di Harmony, il primo cavallo della stilista. E ancora, abiti con stampe fotografiche di cavalli tratte dagli scatti realizzati da Mary McCartney, sua sorella; giacche e pantaloni che ricordano le divise militari della fanteria che in questo luogo ancora si addestra. E poi catene dorate che ricordano le briglie per i look da sera composti da lunghi abiti che creano geometrie sulla pelle; dettagli in corda sulle tute nere proprie dell’estetica equestre. L’alta sartoria di Savile Row si vede nelle silhouette modellate e minimali con spalle esagerate e vita stretta dei blazer boyfriend e delle giacche da smoking; i caban e i tailleur con pencil skirt sono realizzati con lana lussuosa e di provenienza responsabile. I look minimal sono abbinati a décolleté peluche e stivali da equitazione, oltre che alle iconiche borse di Stella McCartney: la Falabella, con una varietà di catene argentate, dorate e dipinte, che agiscono quasi come gioielli; la Frayme e la S-Wave realizzate ora in AppleSkin™️ effetto coccodrillo, un materiale che arriva dall’utilizzo degli scarti di mele dell’industria alimentare.
Realizzata con l’89% di materiali responsabili, questa è la collezione invernale più consapevole di sempre di Stella McCartney. Le principali innovazioni includono le prime borse di lusso realizzate in MIRUM®, un’alternativa vegetale, priva di plastica e circolare alla pelle animale, così come l’iconico modello Frayme Mylo™️ in bianco a base di micelio. La stilista supera quindi ancora una volta sé stessa in tema di sostenibilità e attenzione all’ambiente, dando una lezione magistrale al mondo della moda: se c’è la volontà, anche il lusso può essere davvero vegano, armonizzando materiali pionieristici e artigianalità senza tempo.