Lo scrittore statunitense Paul Auster, 76 anni, uno dei maestri del postmodernismo americano, è malato di tumore. Il cancro gli è stato diagnosticato ufficialmente alla fine dello scorso anno ed ora è in cura, con trattamenti di chemioterapia e immunoterapia, al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, uno dei centri per la ricerca e il trattamento del cancro più famosi a livello mondiale. Lo ha rivelato, con un annuncio su Instagram, la moglie dell’acclamato romanziere, la 68enne scrittrice e poetessa Siri Hustvedt.
“Sono stata lontana da Instagram per un pò di tempo. È perché a dicembre è stato diagnosticato un cancro a mio marito, che era già malato da diversi mesi. Ora è in cura allo Sloan Kettering di New York e io vivo in un luogo che ho imparato a chiamare ‘Cancerland’- scrive la moglie nel post -. Molte persone hanno varcato i suoi confini, perché sono o sono state malate o perché amano qualcuno, un genitore, un figlio, un coniuge o un amico che ha o ha avuto il cancro. Il cancro è diverso per ogni persona che ne è affetta. Alcune persone sopravvivono e altre muoiono. Questo lo sanno tutti, eppure vivere vicino a questa verità cambia la realtà quotidiana“.
“L’intimità con un’altra persona non è solo un’esperienza parallela, due linee che si muovono nella stessa direzione ma non si incrociano – continua la moglie di Paul Auster – È molto più simile a un diagramma di Venn dinamico – se una cosa del genere è possibile – in cui le parti sovrapposte di due cerchi continuano a muoversi e a cambiare nel tempo. Un ‘io’ e un ‘tu’ in movimento che è anche ‘noi’. Penso che sarebbe terribile essere soli nella Terra del Cancro. Vivere con qualcuno che ha il cancro e viene bombardato con la chemioterapia e l’immunoterapia è un’avventura di vicinanza e separazione. Bisogna essere abbastanza vicini da sentire i trattamenti snervanti quasi come se fossero i propri e abbastanza lontani da essere un aiuto genuino. Troppa empatia può rendere una persona inutile! Questa corda non è sempre facile da percorrere, naturalmente, ma è il vero lavoro dell’amore”.
Nato a Newark, nel New Jersey, il 3 febbraio 1947, Paul Auster ha incentrato la propria poetica sul caso che domina l’universo, come nella “Trilogia di New York” (Città di vetro”, 1985; “Fantasmi”, 1986; “La stanza chiusa”, 1987), parodia postmoderna del romanzo poliziesco, e sull’attenzione per l’inverosimile (“Nel paese delle ultime cose”, 1987; “Mr. Vertigo”, 1994). Si è dedicato anche alla poesia, alla saggistica e alle sceneggiature cinematografiche. Ha anche diretto film da lui stesso scritti, come “Blue in the Face” (1995), “Lulu on the Bridge” (1998), “La vita interiore di Martin Frost” (2007). In Italia le sue opere sono pubblicate da Einaudi. Nel catalogo figurano titoli come: “L’invenzione della solitudine”, “Sbarcare il lunario”, “Esperimento di verità”, “L’arte della fame”, “Ho pensato che mio padre fosse Dio”, “Il libro delle illusioni”, “La notte dell’oracolo”. Auster è commendatore dell’Ordre des Arts et des Lettres, membro dell’American Academy of Arts and Sciences, vincitore del Premio Principe delle Asturie, del Prix Médicis e del Premio Napoli ed è membro del Pem Club America.
La moglie Siri Hustvedt è nata nel 1955 in Minnesota e ha studiato alla Columbia University. Figlia di un professore universitario, dopo aver conseguito un Phd in letteratura inglese, ha abbandonato la carriera accademica per dedicarsi alla scrittura. Con Einaudi ha pubblicato: “Quello che ho amato”, “Elegia per un americano”, “La donna che trema”, “L’estate senza uomini”, “Vivere, pensare, guardare”, “Il mondo sfolgorante”, “Le illusioni della certezza” e “Ricordi del futuro”. Nel 2012 ha vinto l’International Gabarron Prize per il Pensiero e le Scienze Umane.