Il dialogo con le opposizioni perché “i terreni comuni ci sono” e “vanno esplorati“. Le “barricate sul salario minimo e la difesa della sanità pubblica“. Così come la difesa del reddito di cittadinanza e l’opposizione al governo “più a destra della storia repubblicana”. Elly Schlein ha aperto la sua prima assemblea da segretaria del Pd e lo ha fatto delineando le caratteristiche del partito che vorrà: “Sarà una nuova primavera”, ha detto. E soprattutto ha parlato di come si immagina il ruolo dem al tempo dell’esecutivo Meloni: “Faremo un’opposizione netta e rigorosa, ma ad ogni critica corrisponderà una proposta“, ha detto. “Perché se loro hanno vinto facendo la destra a noi tocca fare la sinistra e la sinistra non può che essere ecologista, femminista e di governo. Questa è la mia storia, questa è la nostra storia”. Proprio l’emergenza climatica è stata tra i temi al centro del suo discorso, prendendo in prestito il concetto di “ecologia integrale” di Papa Francesco perché si tengano insieme “giustizia sociale e ambientale”. Infine, ha parlato della guerra in Ucraina: ribadendo “il sostegno al popolo ucraino” che ha “diritto a difendersi”, ma chiedendo un “protagonismo più forte dell’Europa perché finisca la guerra” con “una pace giusta”. Ha aspettato la replica per dare un esempio del come si immagina la sua leadership “femminista” e lo ha fatto lanciando un’altra proposta concreta alla stessa presidente del Consiglio: “Propongo un congedo parentale di tre mesi, non trasferibile, per entrambi i coniugi“. Ha chiuso chiedendo un minuto di silenzio per l’ennesimo naufragio al largo della Libia: “Una vergogna per l’Europa e per l’Italia”.
Schlein, che il 26 febbraio scorso ha vinto le primarie stravolgendo l’esito delle consultazioni tra i circoli, è arrivata nella sala congressi della Nuvola a Roma tra gli applausi: l’ha accolta la standing ovation dei presenti e, prima di salire sul palco, ha scelto di abbracciare l’ex sfidante Stefano Bonaccini. Poi, aprendo il suo intervento, è partita dalla spinta dei 10mila nuovi iscritti che sono arrivati in poco più di una settimana: un segnale di “vitalità” che ha usato per rispondere a “chi ci dava per finiti”: “Siamo qui, più vivi, forti, uniti e stiamo arrivando”. Un’augurio alla compattezza, rivolto soprattutto a vecchie correnti e rivalità: “Troppo spesso in passato non abbiamo praticato la sorellanza. Lo dico anche gli uomini, la questione della parità di genere è soprattutto maschile”. Subito dopo il suo discorso, proprio l’ex avversario Bonaccini è stato eletto presidente su proposta della nuova segretaria. Sue vice sono state elette Chiara Gribaudo e Luciana Capone. Approvata anche la composizione della nuova segreteria che vede molte new entry e ritorni significativi.
“Unità e coerenza, basta compromessi al ribasso” – Una delle prime ansie e preoccupazioni per Schlein sarà quella di riuscire a ricompattare la comunità del Partito democratico dopo le primarie che hanno visto una divisione netta tra iscritti ed elettorato (vecchio e nuovo). Ecco perché la deputata dem ha più volte insistito sul fatto che ora è il momento di “unità e coerenza”, anche se la linea sarà quella del “basta compromessi al ribasso”. “Sarò sempre aperta all’ascolto, soprattutto per le critiche costruttive. Dobbiamo mettere a valore diversità e franchezza tra di noi ma fedeli al mandato che ci hanno dato le persone che hanno votato, un mandato di unità e coerenza. Rilanciano la nostra azione politica e insieme torneremo a vincere, ne sono convinta”, ha detto. “Serve franchezza fra di noi, ma dovremo essere fedeli al mandato che ci hanno date le persone che sono venute a votare, un mandato di unità e coerenza”. In apertura dei lavori era stato proprio il segretario uscente Enrico Letta a lasciarla con un messaggio: “Vai avanti senza negoziare e trattare con nessuna corrente, con chi ti dice cosa devi fare. La forza dell’investitura e della legittimazione che hai, usala fino in fondo”, le ha detto. Schlein ha ripreso quelle parole e ha rilanciato: “Dobbiamo lavorare tanto per cambiare questo partito e dobbiamo farlo insieme”.
Ma la gestione delle correnti non si risolverà con le belle intenzioni: “Bisogna avere cura della relazione umana ancor prima di quella politica”, ha detto la deputata e neo leader. “Abbiamo bisogno di porre definitivamente fine alle conflittualità interne che ci sottraggono energie preziose, per costruire invece un’alternativa alle destre che governano questo Paese”. E, soprattutto, la segretaria ha parlato degli scandali sui brogli a livello locale che rivelano vecchie dinamiche di controllo del territorio ai limiti della legalità: “Non vogliamo più vedere irregolarità sui tesseramenti, abbiamo dei mali da estirpare, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, ne va della credibilità del Pd, su cui non sono disposta a cedere di un millimetro”. Quindi Schlein ha cercato di spingere sulla spinta di rinascita che vuole guidare, approfittando di quella che ha definito “l’aria nuova che si respira” da dopo le primarie: “Chi aveva scommesso sulla fine del Pd ha perso la scommessa a scommettere contro il Pd, siamo ancora qui, più forti e uniti, e stiamo arrivando. Sarà questa per noi un nuova primavera. Molti si auguravano un nostro fallimento, ma siamo più determinati di prima, per essere un partito umile nell’ascolto delle comunità e utile. Soprattutto davanti alle risposte sbagliate del governo di Giorgia Meloni, il governo più a destra della storia repubblicana. Noi siamo altro”.
Le battaglie del Pd di Schlein: ripartire da salario minimo e sanità pubblica – Il cuore del suo discorso ha ruotato principalmente intorno alle proposte da cui far ricominciare la battaglia dem e perché il partito torni a interessarsi di chi è ai margini e più in difficoltà. “Nell’astensionismo si nasconde chi non ce la fa, le fasce di reddito più basse, è la crisi della democrazia. Per noi la risposta è chiara, siamo al fianco di quell’Italia che fatica, siamo qui per loro”, ha detto Schlein. “Noi faremo un’opposizione dura e rigorosa ma accanto a ogni critica ci sarà sempre una nostra proposta alternativa”. Quindi “portiamo avanti con il massimo impegno la battaglia per il salario minimo sia in Parlamento che nel Paese. E la grande battaglia in difesa della sanità pubblica. Su questo, lo dico al governo, faremo le barricate”. Da Schlein è anche arrivata una chiusura netta al governo: “Ci opporremo con forza al disegno pericoloso di Calderoli sull’autonomia differenziata. Perché siamo convinti che voglia dividere un Paese che invece va ricucito, perché siamo convinti che non c’è riscatto per l’Italia se non c’è il riscatto del Sud”.
Il rapporto con le altre opposizioni – Schlein ha anche teso una mano alle opposizioni, mostrando l’intenzione di aprire un dialogo molto concreto. “Questo Paese ha bisogno di essere ricucito. E di fronte a questa destra sarebbe irresponsabile se non trovassimo terreno di battaglie comune con le altre opposizioni. Penso alla difesa della nostra costituzione, penso a Firenze dove ci siamo ritrovati in molti per dire no alla violenza politica, a un’aggressione squadrista che non può essere mai tollerata”, ha detto citando il corteo antifascista di una settimana fa, quando si è incontrata, tra gli altri, anche con il leader M5s Giuseppe Conte. “Sulla battaglia sul salario minimo vi chiedo la massima determinazione e ho sentito aperture importanti da Terzo polo e Cinque stelle, portiamolo avanti insieme. E poi una grande battaglia a difesa della sanità pubblica ed universalistica”.
Il governo “inumano” a Cutro – Uno dei primi banchi su cui si è dovuta misurare Schlein è stata proprio la questione dei migranti e la strage di Cutro. “Abbiamo toccato con mano l’inumanità delle scelte di chi oggi governa il Paese”, ha detto la segretaria. “Noi siamo stati i primi a chiedere al ministro Piantedosi cosa fosse accaduto a Cutro. Eppure né Piantedosi, né Salvini, né Giorgetti, né Meloni hanno risposto. Sono andati a fare un Cdm a Cutro, sono rimasti chiusi dentro, senza nemmeno omaggiare le vittime e incontrare i parenti. Cosa che invece ha fatto il presidente Mattarella che va ringraziato per la sua sapiente guida”. Una citazione di Mattarella che è stata accolta dagli applausi dell’assemblea. “Noi chiediamo chiarezza. Chiediamo perché non è stata attivata la Guardia Costiera. E continueremo a fare queste domande”.
“Pace non è una parolaccia” – Nella seconda parte del suo discorso, Schlein ha parlato della guerra in Ucraina. Un tema molto atteso, proprio per aprire il dialogo con le opposizioni e in particolare il M5s (Conte oggi a il Fatto Quotidiano ha detto: “La aspetto sulla guerra”). Perché se con i 5 stelle molte delle battaglie si sovrappongono, sulle armi a Kiev Conte intende distinguersi con posizioni più nette. “Da oltre un anno, con l’invasione della Russia in Ucraina”, ha detto Schlein confermando la sua posizione, assistiamo a “un’odiosa guerra nazionalista e criminale. Su questo dobbiamo continuare a sostenere in modo pieno il popolo ucraino, che ha diritto di difendersi, ma accanto a questo – lo dico da federalista europea convinta e appassionata – dobbiamo chiedere un protagonismo in più dell’Ue per uno sforzo diplomatico. Lo dico come lo direbbe il professor Prodi – questo partito e io gli dobbiamo tanto -. La pace non è una parolaccia, deve essere un’aspirazione costante, ma deve essere una pace giusta”.
“Il Pd al fianco dell’Italia che fatica”. E difende il reddito di cittadinanza – Schlein ha ribadito più volte che serve il ritorno ai territori e soprattutto il ritorno in quegli spazi dove il Partito democratico ha perso consensi e voti. A questo proposito, ha anche difeso il reddito di cittadinanza, misura introdotta dal Movimento 5 stelle e smantellata dal governo Meloni. Schlein ha anche rivendicato di aver già avuto un confronto con il leader della Cgil Maurizio Landini: “Serve una legge sulla rappresentanza che spazzi via i contratti pirata, serve, accanto a questo, il salario minimo. Bisogna presidiare sulla sicurezza del lavoro. Dopo Landini” incontrato alla manifestazione di Firenze, “incontrerò presto gli altri leader sindacali”. Infine, Schlein ha parlato anche degli interventi del governo sulle tasse: “Sulla riforma fiscale dobbiamo lavorare molto, faremo muro, perché aumenta le diseguaglianze, invece noi siamo per la progressività. Difenderemo opzione donna per estenderla”.
La legalità e il Qatargate – A proposito delle battaglie per la legalità, Schlein ha dichiarato: “Il Pd è un presidio permanente e di contrasto ad ogni infiltrazione della mafia nell’economia, nella società e nella politica, c’è ancora una grande questione morale da affrontare nel nostro Paese”. Ma non solo. La neo leader Pd ha anche affrontato, seppur non entrando nel dettaglio, lo scandalo Qatargate che ha toccato anche alcuni esponenti dem. “Servono strumenti di trasparenza e contrasto, per avere regole ferree” anche in Ue, “basta con le porte scorrevoli“, ha detto.
Il rinnovo della classe dirigente – Tra le azioni attese da Schlein, c’è sicuramente il rinnovo della classe dirigente. Un cambio che però la segretaria ha detto di non voler fare a prescindere: “Bisogna rinnovare il gruppo dirigente, ma stiamo già cambiando, ci sono tante giovani donne e uomini che sono entrati in questa assemblea. Facciamolo, avendo però l’ambizione non di un vuoto nuovismo, ma quella di creare nuovi ponti intergenerazionali“. E ha aggiunto: “Non basta una nuova segretaria, dobbiamo farlo insieme, non ho mai creduto nell’uomo o nella donna sola al comando, ora poi che ce n’è una a palazzo Chigi…. Serve un’identità chiara, prossima, vicina, coerente comprensibile. E’ l’occasione per provare a ricucire i fili, per essere una casa aperta ed accogliente”.
I diritti civili e sociali stanno insieme”. E cita Ius soli – Sui diritti civili, Schlein, che è sempre stata molto netta nelle sue posizioni, ha deciso di parlare in coda. E ha rilanciato tre temi per lei fondamentali: Ius soli, la legge contro l’omotransfobia affossata dal Senato e le tutele per i figli delle famiglie omogenitoriali. “Siamo al fianco degli italiani di nuova generazione, per una legge che dica che se sei nato e cresciuto qui sei italiano. Nessuno può toglierti il diritto di sentirti a casa tua, perché è già casa tua”, ha esordito ritornando sulla legge di riforma della cittadinanza. “Per la comunità Lgbtq+, bisogno di continuare a insistere per una legge contro odio e discriminazione, è il minimo sindacale in Europa, ed è sorprendente che dobbiamo stare ancora a lottare e a discuterne. Su queste discriminazione non dobbiamo dormire la notte”. E ancora: “I diritti civili e sociali stanno insieme perché le persone che vengono discriminate per quello che sono, sono anche persone che lavorano, pagano le tasse, fanno impresa, e fanno molta più fatica ad accedere ai servizi e al lavoro. Sono storie quotidiane di discriminazione davanti a cui non dobbiamo dormire la notte. Dobbiamo assicurare i diritti e il pieno riconoscimento ai figli delle famiglie omogenitoriali, anziché prendersela con Peppa Pig. La società più sicura è quella che non discrimina, non marginalizza, non lascia indietro nessuno”.
La replica: propone il congedo parentale obbligatorio – In chiusura, riprendendo la parola, Schlein ha anche parlato di cosa vorrà dire per lei praticare una leadership femminista: “Una grande maestra come Nilde Iotti ci aveva invitato a una politica che tenesse anche conto dei tempi delle donne”, ha detto. “E’ un invito che voglio farci, perché mi avete spesso sentita dire che c’è molta differenza tra una leadership femminile e una femminista. Ecco noi vogliamo davvero praticare insieme a voi una leadership femminista, plurale, inclusiva, perché sappiamo che non ci serve avere donne in posizioni di leadership se non si spendono per migliorare le condizioni di tutte le altre donne. Ecco lo voglio sottolineare”. E a questo proposito ha annunciato un’altra battaglia su cui vorrebbe vedere impegnato il Pd: “Lo dico a Giorgia Meloni, anziché colpire le donne sulle pensioni, si potrebbe fare domattina e noi saremmo i primi a essere collaborativi, potremmo fare un congedo paritario pienamente retribuito di tre mesi, almeno per entrambi i coniugi, non trasferibile. Quella sì è una misura che aiuta l’occupazione femminile e redistribuisce il carico di cura”.