L’inferno di Bakhmut continua a mietere vittime, al centro di una battaglia cruciale nelloscontro tra Russia e Ucraina nel Donetsk. I combattenti di Kiev raccontano che corpi dei civili giacciono per le strade di Bakhmut, non potendo recuperarli a causa dell’intensità della battaglia che infuria nella città. Parlando a Sky News, Khalid Makiazho, parte di un battaglione ceceno che sostiene l’Ucraina, ha descritto un paesaggio di totale devastazione, continue raffiche di artiglieria e “bombardamenti caotici“. Secondo Makiazho, i civili rimasti si rifugiano negli scantinati. “Ci sono ancora persone in città, alcune sono molto anziane, ci sono anche cadaveri di civili, stiamo cercando di recuperare i corpi ma non c’è modo di raggiungerli”.
Per il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, cedere non è un’opzione, la difesa continuerà. In caso contrario, la Russia “continuerebbe la sua offensiva contro Chasiv Yar, quindi ogni città dietro Bakhmut potrebbe subire la stessa sorte”, ha spiegato, paragonando la difesa della città a quella di una casa contro un intruso che cerca di ucciderne gli abitanti e di sottrarre loro tutto ciò che possiedono. Così, nella battaglia sale la conta dei morti tra i soldati russi e ucraini: in sole 24 ore ne sono caduti a centinaia, secondo entrambi gli schieramenti, con Kiev che respinge gli attacchi mentre il fiume Bakhmutka, che taglia in due la città, ora segna la nuova linea del fronte. “In meno di una settimana – dal 6 marzo – solo nel settore di Bakhmut i soldati ucraini sono riusciti a eliminare più di 1.100 soldati nemici, che sono perdite irreversibili della Russia vicino a Bakhmut”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale, aggiungendo che i russi hanno registrato “almeno 1.500” feriti in modo da essere “incompatibili con la continuazione dei combattimenti. Inoltre, dozzine di unità di equipaggiamento nemico sono state distrutte e sono stati bruciati più di dieci depositi di munizioni russi”.
Intanto, continuano i bombardamenti che colpiscono i civili in tutto il Paese. Secondo i filorussi, un attacco ucraino a una fermata dell’autobus a Perevalsk, nella regione di Lugansk, ha ucciso tre persone, tra cui un ragazzo di 17 anni, mentre le forze ucraine accusano i russi di avere compiuto 48 attacchi contro civili nelle ultime 24 ore, uccidendo due persone e ferendone altre quattro nel Donetsk. Con la guerra che infuria, le munizioni restano il “problema numero uno” di Kiev, secondo il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che in un’intervista al tedesco Bild am Sonntag ha sollecitato i produttori tedeschi ad accelerare le consegne delle forniture militari necessarie alla difesa del Paese, mentre l’Ucraina si prepara a una controffensiva a est per liberare i territori invasi dalla Russia. Secondo il ministro, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di febbraio i produttori di armi tedeschi lo avevano rassicurato che le consegne di munizioni erano pronte, in attesa della firma dei contratti da parte del governo. Discorso diverso riguarda i caccia, tanto desiderati da Kiev per dare un’ulteriore svolta al conflitto. Per Kuleba, l’Occidente e in particolare la Germania dovrebbero iniziare ad addestrare gli ucraini a pilotare moderni aerei da combattimento. Ma la consegna dei jet occidentali non è imminente.
Intanto in Russia un gruppo di mogli e madri ha chiesto al presidente Vladimir Putin di smettere di mandare i loro mariti e figli “al massacro” costringendoli a unirsi a gruppi d’assalto senza un addestramento o rifornimenti adeguati. In un video condiviso dal canale indipendente russo Telegram Sota, riferisce la Cnn, le donne hanno affermato che i loro cari sono stati “costretti a unirsi a gruppi d’assalto” all’inizio di marzo nonostante avessero appena quattro giorni di addestramento. “I nostri mobilitati vengono inviati come agnelli al macello per assaltare le aree fortificate”, dice una donna nella registrazione, “vi chiediamo di ritirare i nostri uomini dalla linea di contatto e di fornire agli artiglieri artiglieria e munizioni”.