Calcio

Cesare Prandelli dice addio al calcio: “Basta allenare, sogno una sola panchina”

L'ex ct ha deciso che la sua seconda avventura sulla panchina viola, nel 2021, è stata anche l’ultima della sua carriera

Cesare Prandelli a 65 anni dice ufficialmente basta con il calcio: “La passione rimane, una grande passione. Sto molto bene, tutto il resto passa”, ha detto il tecnico di Orzinuovi intervenuto questa mattina a Radio Anch’Io Sport su Radio1. L’ex allenatore di Atalanta, Verona, Venezia, Parma e Fiorentina, ha deciso che la sua seconda avventura sulla panchina viola, nel 2021, è stata anche l’ultima della sua carriera, impreziosita dagli anni alla guida della Nazionale italiana, che dopotutto Prandelli ha portato in finale all’Europeo 2012 ai poi a disputare quello che ad oggi resta l’ultimo Mondiale degli azzurri, in Brasile nel 2014. L’ex ct ha spiegato la sua decisione spiazzando anche l’intervistatore: oggi sogna solamente una panchina, quella nel parco per giocare con i suoi nipotini.

“Un po’ di richieste arrivano sempre, ma al momento la panchina che sto sognando è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro. Basta allenare”, ha detto chiaramente Prandelli. Proprio nel lasciare la Fiorentina il 23 marzo 2021, spiegò che “nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più“. Parole che oggi si spiegano con la decisione definitiva di smettere di allenare, lasciando da parte stress e pressioni.

Sempre a Firenze, l’ex ct azzurro ha fatto però in tempo a scoprire e lanciare Dusan Vlahovic. Il 23enne centravanti serbo, acquistato dalla Juventus proprio dalla Fiorentina per 70 milioni, sta vivendo un momento difficile con il gol che manca da oltre un mese: “I rigori si possono sbagliare, ma la reazione che ha avuto nei 15 minuti successivi è stata da grande giocatore. Ha tentato di fare gol in tutti i modi, è stato anche sfortunato“, ha detto Prandelli. Proprio in tema di giovani talenti, l’ex allenatore è tornato sulle difficoltà dell’attuale commissario tecnico Roberto Mancini a reperire centravanti di livello internazionale. “Sembra di essere ancora nel 2010. Bisogna capire cosa può fare una Federazione, ricordo che alcuni progetti che avevamo furono rimbalzati. Noi siamo molto competitivi a livello giovanile, poi dai 19 anni la maggior parte si perdono: vuoi perchè i club scelgono giocatori stranieri, vuoi perchè sentono la pressioni”, ha detto Prandelli. “Noi avevamo proposto di creare una nazionale che potesse giocare in Serie B, ma l’idea fu bocciata. Io credo che sia una proposta ancora valida per dare una maggior continuità a questi ragazzi”, ha ricordato ancora l’ex ct.

Un Prandelli che vede un calcio del futuro sempre più legato alla tecnologia e “con il tempo effettivo, con l’arbitro connesso sistematicamente al Var, ma lo spettacolo rimarrà”. Dalla sua visuale distaccata, poi, l’ex tecnico viola ha elogiato in particolare il lavoro di Luciano Spalletti sulla panchina del Napoli, ormai prossimo alla vittoria dello Scudetto. “I meriti del Napoli sono nel lavoro di Spalletti, che è sempre stato bravo. Ma la società è stata bravissima a capire che era il momento di cambiare, seguendo l’indicazione dell’allenatore che ha aveva bisogno di 3 giocatori specifici per il suo modo di fare calcio. Bravo Spalletti, ma brava la società ad assecondarla. Bisogna prendere i giocatori nei ruoli giusti”, ha detto Prandelli. Infine, su chi ha più rimpianti di Inter e Milan in questa stagione, ha risposto: “Forse il Milan, perché l’anno scorso aveva dimostrato di essere solido, una squadra che esprime un calcio moderno e propositivo. Quest’anno in quel mese e mezzo ha perso tanto, ora sta recuperando, si vede che è tornata un pò di serenità”, ha concluso Prandelli.