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Clio Make Up si sfoga: “A me non frega niente di fare più soldi, a me interessa la credibilità. Alle 17 stacco e vado dalle mie due bambine”

Un video record di visualizzazioni, quello in cui ClioMakeUp, star dei social, ha confessato una verità semplice: “Ho paura, la vita è veramente una mer*a. Non voglio essere l’imprenditrice più figa e ricca d’Italia, non me ne frega niente”. Clio Zammatteo (questo il suo nome) ha messo in luce come il suo lavoro di beauty influencer sia cambiato (in peggio) negli ultimi anni. Ora al Corriere della Sera spiega che “quel video è nato di getto” e che sente di “aver fatto bene”: “Perché sono umana e ho momenti di fragilità. E perché, oggi, il web sta invece diffondendo la ‘sindrome della ragazza felice’ quella che ‘tutto è perfetto, tutto va bene, il mio sedere è il più alto di tutti’. E questo perché qualsiasi rappresentazione di umanità e imperfezione desta risposta svalutative: se mostri una crepa, una ruga, una debolezza, vieni deriso e offeso”. Ancora, perché ha pianto? “Intanto, è un periodo difficile: una persona a me vicina sta molto male. Qualche tempo fa, l’ho detto alla mia community, perché mi scrivevano: ti sei truccata bene, ma hai gli occhi tristi. E già lì, c’è chi mi ha scritto: ora capirai quali sono le cose importanti, guardala che frigna…”. Non solo, Zammatteo racconta che i commenti degli haters all’uscita del suo libro hanno contribuito al suo stato d’animo e che spera che “denunciarlo aiuti a correggere il sistema. Quando ero bambina, i bulli erano considerati forti, è da poco che li percepiamo come quelli che stanno dalla parte del torto. Poi, c’è una forma di violenza di cui molti non si rendono conto: quella in cui, per fare i complimenti a qualcuno, si svilisce qualcun altro. Io, se qualcuno per lodare un mio prodotto, dice che quello di un concorrente fa schifo, intervengo”. Dieci milioni di euro di fatturato ma una visione chiara: “A me non frega niente di fare più soldi, a me interessa la credibilità. Rifiuto il 90 per cento delle sponsorizzazioni che mi propongono. E, prima di accettare, devo provare i prodotti: un antirughe lo pubblicizzo solo dopo averlo provato per un mese. E, se non mi convince, non lo promuovo. Poi, alle 17, stacco per andare dalle mie due bambine“.