Il Comune di Milano è stato costretto a interrompere le registrazioni dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. Questo, a quanto si apprende, in funzione di una circolare del ministero dell’Interno e una precisazione della Procura di Milano che ha costretto l’amministrazione ad interrompere, salvo nel caso di bimbi nati all’estero da due madri, la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali. Il riferimento è a una sentenza della Cassazione di fine dicembre alla quale il Viminale chiede di adeguarsi.
Solo a luglio scorso, durante l’ultimo pride, il sindaco Giuseppe Sala aveva annunciato di aver ricominciato con le registrazioni. Oggi, poco prima di ufficializzare lo stop, ha incontrato le famiglie “arcobaleno” e i loro rappresentanti e ha spiegato loro questa difficoltà. Il primo cittadino ha però anche confermato che questa diventerà una sua battaglia politica con il governo.
La prefettura, per chiedere l’interruzione delle trascrizioni, ha fatto riferimento alla legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso. Una legge che vieta anche la maternità surrogata.
Il 19 gennaio il Viminale, in una circolare ai prefetti, ha sottolineato appunto lo stop della Cassazione alle registrazioni dei figli di due padri nati all’estero con maternità surrogata. Nella richiesta del ministero, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, si chiede di “fare analoga comunicazione ai Sindaci, al fine di assicurare una puntuale ed uniforme osservanza degli indirizzi giurisprudenziali espressi dalle Sezioni Unite negli adempimenti dei competenti uffici”.
Il deputato del Pd, Alessandro Zan, parla di “pressioni inqualificabili” da parte del Viminale, “che confermano l’ostilità del governo Meloni contro i diritti della comunità lgbtqia+“. “L’Unione Europea chiede anche all’Italia di fare passi in avanti verso la piena uguaglianza di tutti i cittadini e il governo risponde con azioni degne dell’Ungheria di Orban“, accusa ancora Zan, facendo riferimento alla proposta di regolamento Ue che i genitori dello stesso sesso e i loro figli riconosciuti come una famiglia in tutti gli Stati membri.
“Il sindaco di Milano ha dovuto cedere al pressing del governo Meloni e alla fine la decisione è arrivata dolorosa e ingiusta. Sala ci ha comunicato che bloccherà le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei bambini con due papà e la formazione di atti di nascita italiani con due mamme, come garantito negli ultimi anni nel capoluogo lombardo”, afferma la presidente di “Famiglie arcobaleno“, Alessia Crocini. “Abbiamo appreso con profondo sconforto la notizia, consapevoli di quanto questo governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia. Questa notizia fa tristemente coppia con la decisione del governo italiano di bocciare anche la possibilità di un certificato europeo di filiazione, quello che permetterebbe ai figli delle coppie dello stesso sesso il riconoscimento dei propri diritti in tutta Europa. I bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, i ministri Piantedosi e la premier Meloni se ne facciano una ragione. Ogni giorno vanno a scuola, entrano negli studi pediatrici, giocano nei parchi e nei campi sportivi, frequentano corsi di musica, come tutti i loro coetanei, senza avere i diritti di tutti i loro coetanei. Questa situazione non è degna di un paese civile e ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà. Nel frattempo non ci fermeremo e continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per ottenere i più elementari diritti di cittadinanza per i nostri figli e le nostre figlie, con la certezza di avere molte alleanze dalla nostra parte”, conclude la presidente Crocini.