“Sergio Ramelli è stato ucciso da chi si diceva antifascista“, quindi “ci sono tante sfaccettature. A quell’epoca l’antifascismo militante era rovente, penso che adesso sia cambiato tutto e che sia importante parlare di libertà, partecipazione e democrazia. Chi è per questi valori qui non penso possa definirsi fascista”. A dirlo è stata Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione di Fratelli d’Italia, durante la cerimonia di commemorazione del 19enne del Fronte della Gioventù (l’organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano) ucciso nel 1975 a Milano da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare. Davanti all’Istituto tecnico Molinari, dove Ramelli studiava e dove si è tenuta la cerimonia, Frassinetti è stata contestata da una trentina di manifestanti della Rete Milano antifascista, dei Cobas e dell’Usb, con cori come “Vergogna” e “Fascisti carogne tornate nelle fogne“. “Noi Ramelli lo vogliamo ricordare per quello che era e senza censura: un picchiatore fascista”, è stato detto. Momenti di tensione nel parcheggio della scuola, con un cordone di polizia che ha diviso l’esponente di governo dai manifestanti.
Alla sottosegretaria sono arrivati attestati da solidarietà da moltissimi esponenti di FdI: “È vergognosa, al di là di ogni legittima posizione politica, la contestazione di sedicenti antifascisti che meglio sarebbe qualificare pretestuosamente ignoranti. Gli atti pubblici del processo contro i suoi assassini infatti, hanno confermato in sentenza che Sergio Ramelli mai si era reso responsabile di un qualsiasi gesto di provocazione e ancor meno di violenza”, dichiara il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Inaccettabili le violente contestazioni nei confronti del sottosegretario Paola Frassinetti. A lei tutta la mia solidarietà e vicinanza. Mi auguro che tutte le forze politiche condannino gli insulti volgari espressi contro di lei, atteggiamenti che mirano a ricreare un clima da anni ’70 che vogliamo fermamente non torni mai più”, dice invece il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. L’Anpi, con il presidente provinciale di Milano Roberto Cenati, comunica di aver “da sempre fermamente condannato la brutale aggressione del giovane Ramelli “, ma aggiunge che “il suo ricordo non deve costituire il pretesto di manifestazioni di aperta apologia del fascismo organizzate a Milano dall’estrema destra”.