Sullo stop alle auto termiche dal 2035, prima annunciato dall’Ue e poi “messo in pausa” per i dubbi della Germania, si accende lo scontro a distanza fra Parigi e Berlino. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha criticato gli ostacoli posti dai tedeschi al divieto proposto dalla Commissione. “Siamo in ritardo di cinque o dieci anni rispetto alla Cina nelle auto elettriche” ed è necessario fare investimenti per recuperare questo ritardo, ha detto Le Maire alla radio France Info, sottolineando come questo ‘stop allo stop’ impedisca di dare indicazioni precise alle case automobilistiche francesi circa il passaggio alla mobilità elettrica. “Dal punto di vista economico questo è contraddittorio, dal punto di vista industriale invece è pericoloso, non è nel nostro interesse nazionale, non è nell’interesse dei nostri produttori nazionali e, soprattutto, non è nell’interesse del pianeta”, ha detto Le Maire.
La presa di posizione è arrivata mentre a Strasburgo si incontravano i rappresentanti dei Paesi scettici sulle proposte legislative Ue – insieme al ministro tedesco Volker Wissing c’erano l’italiano Matteo Salvini, il polacco Andrzej Adamczyk e gli omologhi di Ungheria, Romania e Slovacchia – per confermare la loro “netta contrarietà” al Regolamento Euro 7 e i “dubbi” sull’auto elettrica. Wissing ha insistito sull’uso dei carburanti sintetici, nodo che ha portato a far rinviare il voto sul 2035. Quei combustibili sono considerati climaticamente neutri se l’energia necessaria per produrli e i loro componenti è generata da fonti rinnovabili. Per il politico tedesco si tratta di una “questione di politica industriale”, visto che la Germania è un leader nella tecnologia delle automobili con motore a combustione e il paese non dovrebbe rinunciare a questo know-how. “L’industria automobilistica ha urgentemente bisogno di certezza di pianificazione per l’elettromobilità in modo da poter orientare i propri investimenti su di essa”, ha dichiarato la presidente del Consiglio tedesco degli esperti economici, Monika Schnitzer. “Serve una chiara presa di posizione da parte dell’Ue”.
Salvini ha ribadito ancora una volta “la necessità di essere indipendenti dalla Cina” che è leader incontrastata dell’elettrico ma inquina molto di più rispetto all’Europa che infatti – secondo il vicepremier – deve puntare anche sui biocarburanti. Sempre Salvini, riferiscono fonti Mit, ha sottolineato che i ministri dei Trasporti non dovranno più “subire” scelte calate da commissari che si occupano di altri temi, come successo per lo stop ai motori tradizionali dal 2035. E già che c’era ha attaccato “la schizofrenia dell’Europa” che da una parte accelera sull’elettrico e dall’altra boccia il nucleare come fonte energetica green. Riferimento al fatto che l’energia nucleare è stata stralciata dall’elenco delle tecnologie verdi strategiche per l’industria Ue contenuto nella bozza del Net-Zero Industry Act, il piano industriale che la Commissione europea dovrebbe presentare giovedì 16 marzo.