La presidente della Commissione è accusata di aver travalicato il suo mandato pubblicando il comunicato congiunto firmato con il presidente Usa. La parte della nota che ha suscitato l’allarme del Consiglio è quella sull'indirizzo "geostrategico" per quanto riguarda appunto export ed investimenti, che ha l'obiettivo di colpire Pechino: il corretto iter "non è stato rispettato"
Ursula von der Leyen avrebbe travalicato il suo mandato pubblicando la nota congiunta firmata con il presidente Usa Joe Biden. È l’accusa che alcuni Paesi Ue rivolgono alla presidente della Commissione Ue dopo la sua visita a Washington, che ha sancito la collaborazione tra l’Europa e gli Stati Uniti per ridurre la dipendenza da Pechino e limitare l’export di prodotti tech. Non è ancora noto quali siano le cancelliere infastidite dall’azione di Von der Leyen, ma un alto funzionario ha fatto sapere che il Consiglio europeo – che riunisce i capi di stato e di governo dell’Ue – ha chiesto “un parere” agli uffici legali. La parte della nota che ha suscitato l’allarme del Consiglio è quella sull’indirizzo “geostrategico” per quanto riguarda appunto export ed investimenti. Su questo il convitato di pietra è la Cina: mai nominata da Biden e Von der Leyen, ma presente tra le righe del comunicato congiunto, in particolare quando si parla della necessità di rafforzare la “sicurezza economica e nazionale”. La posizione espressa da Von der leyen però è giudicata “differente” da quanto stabilito dal Consiglio europeo lo scorso ottobre e questo ha innescato la richiesta di parere legale.
L’alto funzionario europeo sottolinea che i dubbi sono di natura “procedurale” e che il corretto iter “non è stato rispettato”. “Se ti impegni su delle misure che hanno effetto per tutta l’Europa, sarebbe meglio controllare prima che tu abbia davvero il sostegno di tutti“, spiega la fonte, citata dall’Ansa. “Il rischio – aggiunge poi il funzionario – è che si entri in una logica di blocchi, che Pechino sia spinta a stringere un’alleanza sempre più stretta con la Russia e che decida a quel punto di fornire armi a Mosca. E questo sarebbe esattamente ciò che desidera Vladimir Putin“. Il responso da parte degli uffici legali del Consiglio europeo è atteso a breve. Nel frattempo è arrivata la risposta della Commissione Ue, che ritiene di aver “tenuto al corrente” gli Stati membri sull’evoluzione dei negoziati con gli Stati Uniti, sfociati nella dichiarazione congiunta tra Biden e Von der Leyen. Per quanto riguarda la Cina, spiega una portavoce, la presidente ha reso nota la sua posizione “in diverse occasioni pubbliche” e segue la strategia di “ridurre i rischi” derivanti da eccessive dipendenze in settori chiave, come le materie prime, “così come accaduto con la Russia sull’energia”. “Se il lavoro futuro lo richiederà, la Commissione si rivolgerà al Consiglio Europeo e ad altri Consigli”, conclude la portavoce.
Venerdì 10 marzo, nella sua prima visita alla Casa Bianca dal novembre 2021, von der Leyen ha di fatto sancito con Biden che Ue e Usa hanno un nuovo avversario comune: la Cina. L’obiettivo è ridurre la dipendenza da Pechino e limitare l’export di prodotti tech. E a dimostrazione che anche l’Europa vuole progressivamente svincolarsi dal Dragone, la presidente della Commissione ha portato nello Studio Ovale la decisione dell’Olanda, subito dopo quella del Giappone, di bloccare l’export verso Pechino di tecnologie per la produzione di microchip. Una vittoria per Biden che da mesi stava cercando di convincere gli alleati a compiere questo passo decisivo e che, secondo l’agenzia Bloomberg, si appresta il mese prossimo a un’ulteriore stretta sulle esportazioni di semiconduttori alla Cina.
Per Washington, Pechino non rappresenta una minaccia per l’Occidente solo da un punto di vista economico. A quanto si apprende, il presidente americano è pronto a condividere con Bruxelles informazioni di intelligence che dimostrano come la Cina sia pronta a fornire armi alla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. Von der Leyen e Biden hanno ribadito la forza dell’unità transatlantica di fronte all’aggressione di Vladimir Putin (“la Russia pagherà per le atrocità commesse in Russia”, ha sottolineato la leader Ue), e espresso l’intenzione di varare nuove sanzioni non solo contro Mosca ma anche contro “Paesi terzi“, espressione con la quale l’amministrazione americana si riferisce di solito a Pechino.