Le testimonianze arrivate al fattoquotidiano.it da chi è rimasto incastrato nel meccanismo della maxi detrazione fiscale per la riqualificazione energetica e si sente tradito dallo Stato. L'allarme: "Attenzione, adesso in molti rischiano di perdere un'annualità di detrazioni"
“Nessuno avrebbe mai deciso di infilarsi in una situazione del genere se non ci fosse stata la parola dello Stato italiano a fare da garante”. Flavio, che è rimasto impantanato mani e piedi nel Superbonus, è doppiamente disperato: aveva puntato tutto sulla riqualificazione di un immobile in Sardegna sognando di non dover emigrare. Poi le cose si sono via via complicate, tra rincari, rallentamenti e cambi normativi fino allo stop alla cessione dei crediti. E così ora “l’investimento non ha più senso, siamo a 200mila euro di lavori per una casa che ne vale 50, i soldi li ho anticipati io e lo Stato ora si rifiuta di pagare i suoi debiti nascondendosi dietro lo spauracchio della crisi economica”, racconta nella sua lunga testimonianza. Che è solo una delle centinaia che sono arrivate e continuano ad arrivare in redazione come un fiume in piena, dopo gli articoli del fattoquotidiano.it sui guai di chi è rimasto impantanato nel Superbonus. Tutte storie uniche, ma ugualmente amare, di persone incredule mentre raccontano i risvolti grotteschi di un’esperienza che in effetti, scrive qualcuno, era “troppo bella per essere vera, infatti è diventata devastante, piena di frustrazioni. Il peggiore degli incubi”. Incubi popolati da case sventrate che probabilmente non si ricomporranno più, conti impossibili da pagare, notti insonni, mobili e/o genitori chiusi in garage in attesa. E tanta rabbia nei confronti dello Stato. Che in alcuni casi è arrivato a far chiedere, tramite il comune, anche l’Imu per un immobile inabitabile causa Superbonus. E che non sarebbe comunque dovuta.
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“Molti cittadini tra un mese perderanno un’annualità” – Sono un committente che ha iniziato una lavoro di demolizione e ricostruzione… Purtroppo quello che non si sa è che molti privati, come me hanno anticipato soldi con la speranza di cedere a Poste italiane … Poste ha chiuso il 7 novembre e non ha più riaperto… È da un anno che le aziende non accettavano sconti in fattura di conseguenza molti hanno fatto i lavori con la speranza di trovare qualche banca a cui cedere … purtroppo non si parla di questi esodati… La cosa è molto più grave … Molti cittadini tra un mese perderanno un’annualità e nessuna banca apre nuovi progetti e non li aprirà.
Emanuele
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“Ottantamila euro in più da tirare fuori in due settimane” – Buongiorno, io e il mio compagno abbiamo acquistato una casa, la nostra prima, con tanti sacrifici, e perchè aspettiamo la nostra prima bimba che arriverà a maggio. Senza preliminare registrato (non è obbligatorio per legge) eravamo pronti a rogitare con sconto in fattura il 3 marzo. Mutuo già deliberato e appuntamento con il notaio fissato da tempo. E ora? 81.600 euro in più… da tirare fuori in 2 settimane…poi magari in 5 anni li recuperiamo…l’impresa sarebbe ancora disposta a farci lo sconto in fattura… ma non si può…ci rendiamo conto???
Aiuto!!!
Giulia
P.S. Una casa su cui tra spese di agenzia e caparre abbiamo già speso circa 70mila euro e per cui abbiamo già ordinato mobili… tutto irrecuperabile!
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“40mila euro di spesa aggiuntiva dalla sera alla mattina” – Lavoro nel settore ceramico e sono padre di 2 figli. L’anno scorso io e mia moglie, abbiamo deciso di cambiare casa, in quanto, attualmente in 60 metri quadrati siamo un po’ stretti. Chiaramente trovare l’immobile adatto a noi e trovare un acquirente per il nostro attuale immobile ha richiesto un po’ di tempo. Ho fatto mille conti per cercare di indebitarci il meno possibile, per evitare di usare tutti i risparmi messi via con fatica ed evitare un mutuo che potrebbe compromettere le nostre vite (modeste a dire la verità).
Finalmente trovato l’immobile giusto e dal giusto prezzo (da ristrutturare), comincio a cercare un’impresa edile per la ristrutturazione che sarebbe partita a marzo 2023 (subito dopo il rogito). A novembre 22 trovo l’impresa, 80.000 euro che sarebbero diventati 40.000 grazie allo sconto in fattura sul bonus ristrutturazione 50%. A gennaio firmo compromesso di vendita del mio immobile e compromesso d’acquisto del nuovo, versando 10mila euro di anticipo.
Il 17/02 così dalla sera alla mattina vengo a sapere che avrei dovuto tirare fuori altri 40mila euro per i tagli effettuati dal governo. Ora sono in una situazione in cui non posso tornare indietro perché tra penali ed anticipi versati butterei oltre 30mila euro, mi tocca di andare avanti indebitandomi ulteriormente. Non è possibile avviare un decreto del genere senza preavviso, se avessi saputo, probabilmente avrei guardato altri immobili o avrei rinunciato al cambio. Perché da un giorno all’altro? Tra l’altro la stessa impresa che si è comportata in modo impeccabile (hanno anticipato di tasca loro l’occorrente per la ristrutturazione per evitarmi eventuali aumenti da novembre a marzo) ora si trova con capannoni pieni di materiale che probabilmente non verrà utilizzato. Grazie per dare voce ai cittadini
Raffaello
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“Mi sento umiliato e truffato dallo Stato” – Buongiorno, sono diventato proprietario della mia nuova abitazione a dicembre 2021 e ad oggi non sono ancora riuscito ad entrarci a causa dei rallentamenti e dei blocchi del cantiere della relativa ristrutturazione che include anche la riqualificazione attraverso il Superbonus. Ho dovuto fare un mutuo di 75.000 euro e pagare l’impresa tutto in anticipo in quanto era necessario per essa avere la liquidità per avviare i lavori del Superbonus e della ristrutturazione.
Durante l’anno scorso il meccanismo della cessione del credito si è bloccato in quanto la banca a cui si appoggiava l’impresa edile ha smesso di convertire i crediti in liquidità e ad oggi mi ritrovo con la casa sventrata e la necessità di un nuovo enorme indebitamento per concludere i lavori del Superbonus e non rischiare di perdere le agevolazioni.
Ho una bambina piccola che a marzo compirà due anni e da quando è nata stiamo vivendo in un monolocale stringendo la cinghia e sperando in un miracolo.
Beffa delle beffe, lo Stato attraverso il Comune ci chiede di pagare le imposte su un danno che ha creato lo STATO STESSO: l’IMU! Mi sento umiliato e truffato dallo Stato. Per me lo Stato di diritto è ormai un insieme di parole senza senso. Siamo in tanti disperati e arrabbiati, abbiamo bisogno di un aiuto immediato.
Grazie per l’attenzione, cordiali saluti,
Giacomo
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“Casa nostra ha danni strutturali ma non possiamo fare i lavori” – Buongiorno, la mia disavventura inizia ad agosto 2020 quando, con mio marito, iniziamo ad incontrare geometra, cappottisti, produttori di serramenti ed impianti fotovoltaici per riqualificare la nostra abitazione formata da due piccole unità, dove viviamo con i nostri 4 figli. Tutti ci consigliano di demolire e ricostruire, in quanto l’edificio effettivamente presenta danni strutturali importanti e le fondamenta sembrano essere seriamente compromesse dal tempo.
Con nostro stupore iniziale, ci affidiamo ad un architetto capace e preparato in fatto di Superbonus. Fra svariati intoppi burocratici, il permesso a costruire ci viene concesso il 30 dicembre 2022. Purtroppo non troviamo più nessun istituto di credito che accetti la cessione e noi, che siamo due operai non abbiamo sufficiente capienza fiscale. Dopo avere già avuto spese per permessi, valutazioni tecniche, progettazione ecc., non si farà più nulla e noi non possiamo permetterci di proseguire visto che abbiamo utilizzato tutte le nostre capacità economiche per fare proseguire gli studi ai nostri figli, perchè pensiamo che una buona istruzione sia alla base di una società civile. Che cosa ci abbiamo guadagnato in questa vicenda? Solo sconforto, avvilimento e ora … disperazione. Grazie per avermi dato la possibilità di sfogarmi con voi
Cristina
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“Ho sempre fatto affidamento sul fatto di poter riscuotere i miei crediti: era previsto dalla legge” – Sono un operaio di 38 anni, vivo in una casa unifamiliare di campagna di circa un secolo di età, eredità del nonno di mia moglie assieme a lei e a nostro figlio di 4 anni. Dal 2012 sono in ballo a ristrutturarla a fasi alterne sia con imprese che con le mie stesse mani dove mi è possibile. Con l’avvento del Superbonus ho pensato che sarebbe stata l’occasione per sistemarla una volta per tutte e con un bel risparmio economico (illuso!), per cui cominciai ad informarmi sui complicati meccanismi, permessi, cavilli, massimali, a contattare imprese e professionisti.
Nonostante sia partito ben presto con tutto ciò, non ho concluso niente di concreto a parte spese per studi di fattibilità e altre pratiche connesse fino a luglio 2022, questo a causa delle continue modifiche delle norme, ai continui aumenti di prezzi dei materiali e alla difficoltà nella loro reperibilità. E un primo anno e mezzo d’inferno era passato. Poi riducendo all’osso i lavori da fare e aumentando il budget a mio pieno carico per far fronte ai continui aumenti, tra l’estate e l’autunno 2022 sono riuscito a far fare i seguenti lavori: rifacimento del tetto tramite Sismabonus 110, caldaia con pompa di calore, fotovoltaico e batteria di accumulo e serramenti in PVC con Superbonus 110.
Per fortuna la maggior parte dei lavori rientravano nello sconto in fattura a carico dell’impresa, ma una buona parte rimaneva comunque a mio carico. Ho saldato ogni mio debito maturando 26.000 euro di crediti fiscali ed esborsando ulteriori 15.000 euro circa di spese extra non detraibili.
Ho sempre fatto affidamento sul fatto di poter riscuotere i miei crediti cedendoli in quanto era previsto dalla legge, sapendo di avere una capienza fiscale esigua in caso di detrazione, ma allo stato attuale, con nessuno che acquista più i crediti a causa dei vari provvedimenti dello Stato i miei risparmi di una vita stanno per andare in fumo.
Se avessi saputo quanto il governo ci avrebbe preso in giro avrei sicuramente optato per soluzioni differenti. Ora son ben conscio che la mia situazione risulta molto leggera rispetto a quella di tante famiglie con case inagibili e debiti ben più alti dei miei, ma ho voluto dare comunque il mio contributo tra le migliaia di problematiche che si trovano in giro e quella cifra in proporzione per me è comunque pesante.
Spero sblocchino qualcosa molto in fretta altrimenti i sogni di una vita un po’ migliore per la mia famiglia torneranno in un cassetto.
Grazie per l’attenzione
Gino
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“I miei genitori vivono in garage, la casa è tutta rotta” – Siamo un mini condominio, un appartamento è dei miei genitori e uno il mio, abbiamo deciso di fare il Superbonus 110%. Lo studio è stato fatto nel luglio 2021, tempi lunghissimi, poi le aziende dalla zona erano tutte impegnate con le case unifamiliari, quindi abbiamo aspettato fino a luglio del 2022. Finalmente sono partiti i lavori, abbiamo pagato il primo Sal di circa 66.000 euro per poi cedere alle Poste e magicamente Poste il 7 novembre ha chiuso per le nuove cessioni. Adesso non sappiamo come proseguire i lavori senza la cessione dei soldi spesi, visto che abbiamo fatto un mutuo e i miei genitori vivono in garage, la casa è tutta rotta e non sappiamo come fare. Vi prego aiutateci, fate cambiare idea al governo visto che la gente onesta si è fidata dello Stato seguendo tutte le regole come sono state scritte, abbiamo il diritto di cedere i crediti visto che non abbiamo capienza fiscale alta come i ricchi e abbiamo sistemato la nostra prima casa e non la seconda o terza come altri grazie mille.
Tomas
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“Noi partite Iva a regime forfettario ora escluse dai bonus edilizi” – Spett.le redazione, porto a vostra conoscenza la mia situazione che con il blocco dello sconto in fattura e della cessione del credito ha letteralmente paralizzato il mio intervento edilizio. Svolgo una attività con partita Iva forfettaria e pertanto impossibilitato ad effettuare la detrazione del 50% sull’IRPEF se non attraverso la cessione del credito o lo sconto in fattura. Ebbene, dopo aver effettuato tutte le valutazioni possibili, avevo trovato una soluzione attraverso la cessione del credito ad un privato. Incoraggiato ho non solo dato incarico a tecnici e imprese di valutare il lavoro (con le conseguenti spese tecniche di progettazione affrontate e pagate) ma ho acquistato un altro pezzo di appartamento da far rientrare nella lavorazione di ristrutturazione, tutto questo qualche giorno prima del 17 febbraio. A questo punto mi auguro soltanto che nei prossimi tavoli tecnici, si prenderà in considerazione la posizione di noi che con regime forfettario, nonostante paghiamo regolarmente le tasse, non abbiamo alcuna possibilità di usufruire di alcun bonus edilizio.
Luca
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“Sono disperato ed è per me una condizione nuova” – Gent.ma redazione, sono un committente che ha creduto in una legge dello Stato ed ora è un Esodato del Superbonus. Dopo la conversione in legge del decreto Rilancio, ho dato incarico ad un ingegnere per verificare la conformità urbanistica dell’immobile e redigere lo studio di fattibilità (no gratis). A seguito dell’analisi tecnica, effettuata con una società specializzata, è stato stabilito che l’immobile aveva bisogno di interventi strutturali, perché i solai realizzati negli anni 50 erano ormai andati (vecchi SAP con armatura ridotta ai minimi termini). Dopo un anno di attesa per le autorizzazioni è partito il cantiere a novembre 2021, a seguito della sottoscrizione del contratto con l’impresa per l’intero intervento che prevede la sostituzione di solai, sostituzione del generatore con una pompa di calore, l’installazione di pannelli fotovoltaici, coibentazione e sostituzione degli infissi, il tutto per rispettare il salto delle due classi con il passaggio dalla classe G ad A4 e la previsione della riduzione della spesa energetica e l’annullamento delle emissioni in atmosfera. A maggio 2022 i lavori si bloccano perché l’impresa ha i crediti bloccati nel cassetto fiscale e non riesce a monetizzare. Per raggiungere il 30% dell’intero progetto al 30 settembre, anticipo all’impresa circa 50mila euro nell’attesa dello sblocco, ma al momento i lavori sono fermi. Vivo in affitto, i mobili sono in garage in affitto e non so come completare gli interventi, perché ho già un mutuo sulle spalle. Sono disperato ed è per me una condizione nuova.
Pasquale
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“I soldi li ho anticipati io e lo Stato ora si rifiuta di pagare i suoi debiti” – Per me e la mia famiglia il Superbonus è stato accolto come un’ottima opportunità per compiere un sogno di vita nel mio territorio e per non cedere alla voglia di emigrare. Un’opportunità creata dallo Stato, fondata sul rilancio economico del Paese di cui sono cittadino, all’insegna dell’ecologia e del risparmio energetico, per la costruzione di un futuro migliore. Troppo bello per essere vero, infatti è diventata un’esperienza devastante, piena di frustrazioni. Il peggiore degli incubi.
Due anni fa ero un ragazzo di 26 anni che riusciva a sopravvivere insieme alla sua famiglia, seppur con poco, oggi mi trovo a dover chiedere aiuto a parenti e amici a costo di separarmi da essa per mancanza di un tetto che possa ospitarci tutti. Un ragazzo che con tante insicurezze ha deciso di lanciarsi nell’avventura di acquistare casa in una zona piuttosto povera della Sardegna, in un piccolo paese altrimenti morente, dove gli edifici stanno letteralmente cadendo per abbandono. Nessuno avrebbe mai deciso di infilarsi in una situazione del genere se non ci fosse stata la parola dello Stato italiano a fare da garante.
È andata così: dicembre 2020, trovo una casa che può fare al caso mio, nel territorio dove a lungo sogno di poter vivere, al quale mi sento particolarmente legato e nel quale sogno di potervi crescere i miei figli. Riesco a comprarla solo a maggio 2021 e decido di usufruire del Superbonus per renderla efficiente. A settembre ho finalmente trovato le imprese di cui ho bisogno e mi preparano un progetto da 150mila euro da cui prevedo di recuperarne non più di 130mila, perché alcuni degli interventi preventivati non sono “coperti” dall’incentivo statale. Va benissimo. Apro un mutuo per ristrutturare per finanziare le spese, con l’obiettivo di cedere gradualmente i crediti maturati, come previsto dalla legge, una volta raggiunti i vari stati di avanzamento. Mi propongono 100mila euro, oppure 110mila euro se mi fossi sposato e penso che è perfetto: il 30% delle spese riesco a coprirlo grazie ai risparmi di varie vite, mentre il matrimonio lo stavo già pianificando, quindi perchè non cogliere l’occasione. Riesco a firmare il mutuo a maggio 2021, sei mesi dopo la prima richiesta, quando alcune regole sono già cambiate e le scadenze si sono già pericolosamente avvicinate. Ma per fortuna i media parlano di possibili proroghe delle scadenze per il successo economico della manovra, perciò decidiamo di andare avanti.
Le imprese iniziano subito i lavori e fatturiamo tutto al centesimo, solo che ormai ogni intervento costa in generale tra il 20 e il 30% in più rispetto a quanto diceva il computo metrico fatto qualche mese prima. I preventivi saltano e con essi i miei conti, ma so che comunque, se riesco ad anticipare le spese, maturerò una quantità crediti che mi permetteranno di recuperare un’ottima parte dell’investimento, perché la cessione del credito con le Poste vale 103 euro su 110. Nonostante si prospettino delle perdite rispetto ai piani iniziali, decido di continuare e di non arrendermi. Ho molta paura di fallire, ma se continuo a fare tutto in regola dovrò pur essere in una botte di ferro, perché tutto ciò che sto portando avanti è promosso e garantito da una legge dello Stato italiano.
Giugno 2022, effettuati il 30% dei lavori, presento il primo Sal bancario così da riuscire a coprire temporaneamente i debiti accumulati con le imprese che sì, stanno procedendo molto velocemente, ma che allo stesso tempo chiedono altri soldi per poter andare avanti, mentre io ho ormai pressoché totalmente perso il mio potere contrattuale con loro. Ho fretta e li presso parecchio, ma capisco che per loro i costi sono aumentati e che quindi gli accordi sulle percentuali di acconto presi precedentemente debbano essere rivisti.
Mi rendo conto di avere a che fare con imprese che hanno seria esperienza professionale, ma essendo anch’esse in un momento di forte difficoltà, si sono andate a creare delle problematiche sempre più ingestibili: lavori fatti di fretta per rispettare delle scadenze troppo stringenti; discussioni talvolta a suon di minacce per via dei repentini aumenti dei prezzi dei materiali e per la disorganizzazione, causata dai continui cambi nella prassi normativa da seguire; pessima comunicazione dovuta a uno stato di confusione generale e all’impossibilità di progettare e dirigere i lavori come si deve, che si traduce nel dover accettare moltissimi compromessi che vanno ad impattare la qualità dei lavori.
Non mi resta che ricorrere un prestito aggiuntivo di 20mila euro per anticipare i prossimi acconti alle imprese e riportarle in cantiere, con le prime vere frustrazioni, dal momento in cui vengo a sapere che maturerò dei crediti che adesso con la cessione valgono non più del 90% di quello che avrò speso.
Fine ottobre 2022, riesco a farmi liquidare circa il 60% del mutuo grazie all’avanzamento raggiunto con i lavori ma, a causa dell’aumento generale dei prezzi, di tante brutte sorprese sia burocratiche che operative, dei casini che in generale si sono creati, ho 50mila euro di debiti in più rispetto a quanto preventivato. Mi faccio forza e mi ripeto che non c’è nessun problema perchè sarò tutelato finché starò facendo i lavori a regola d’arte, valorizzando l’efficienza energetica dell’intero Paese che è una giusta causa. Ormai, anche se i tassi d’interesse sui crediti sono saliti quasi al 30%, solo grazie alla cessione, l’investimento su quello che ormai è il “Superbonus 80%” è ancora sensato, fino a che non arriva novembre 2022, quando Poste decide di chiudere.
Le imprese capiscono in fretta di non poter più contare su di me e, giustamente, mi abbandonano. Non so come pagarle, se non grazie all’aiuto della splendida famiglia che ho, disposta a fare i più grandi sacrifici fra cui aprire un altro prestito per cercare di aiutarmi ad andare avanti.
Riesco a saldare qualche altro debito in attesa di nuove speranze, ma presto succede che il neoeletto governo, dopo aver promesso un miglioramento ed una riorganizzazione della manovra in campagna elettorale, parla di “buco” nelle casse dello Stato, e del fatto che la cessione non sia un più diritto, dimenticando che al principio questa fosse pensata per permettere ai meno abbienti, come me, di poter accedere ai benefici fiscali. E sia chiaro, sarò pure poco abbiente ma sono una persona onesta e ben istruita, e so benissimo che il governo mente quando dice che ho contribuito a creare un danno all’economia italiana.
Ma sì, anche io mi sono messo nei panni di un estraneo caduto nella trappola propagandistica pensando: “Eh no, troppo conveniente questo Superbonus, troppo comodo ristrutturare casa e renderla efficiente a spese dello Stato, e la colpa è di chi ha creduto di essere più furbo degli altri!”.
Mi sento sempre più solo, ormai anche la gente mi tratta da idiota o da ladrone, magari la stessa gente che negli anni 70 ha preso incentivi statali a fondo perduto sotto forma di tributi diretti e che con un pizzico di furbizia e qualche “aiutino” sono riusciti a costruirsi la casa da zero, facendo probabilmente buona parte dei lavori in nero.
Mi sento tradito. Ma mi sento anche in colpa con la mia famiglia e con l’umanità, questo sì. Sento che ho sbagliato tutto e che adesso sono nella merda. Devo riuscire a rendere la mia casa almeno abitabile e mi ritrovo ad essere puntualmente nelle mani degli altri, che spesso sono più disperati di me, sfiniti e pieni di paure. Intanto l’investimento non ha più senso, siamo a 200mila euro di lavori per una casa che ne vale 50, i soldi li ho anticipati io e lo Stato ora si rifiuta di pagare i suoi debiti nascondendosi dietro lo spauracchio della crisi economica.
Medito a lungo, mi uccido di lavoro per non pensare e per cercare di recuperare l’irrecuperabile; ho bisogno urgente di chiudere il mutuo bancario finendo tutti i lavori in qualunque modo ed il prima possibile per poter monetizzare, ma devo allo stesso tempo sostenere le spese entro le scadenze, che sono strette, impossibili da rispettare. Il mercato è bloccato, la mia vita, pure. Ma non potevo espatriare?
Flavio