Ha fatto un passo indietro Claudio Anastasio, che si è dimesso da presidente di 3-I, la società pubblica creata nel dicembre 2022 per gestire il software di Inps, Istat e Inail. Non poteva essere altrimenti. Come racconta Repubblica, infatti, il manager nominato da Giorgia Meloni ha avuto la brillante idea di inviare una mail ai componenti del cda in cui parafrasa il celebre discorso fatto da Benito Mussolini in Parlamento per rivendicare la responsabilità politica dell’omicidio di Giacomo Matteotti.
Il testo della mail – “Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo”, è il testo della mail arrivata ai componenti del consiglio d’amministrazione di 3-I. Qualcuno non ha subito colto la citazione e allora è andato a cercare su internet. In questo modo si è accordo che Anastasio stava citando quasi integralmente il discorso tenuto in Parlamento dal capo del Fascismo nel gennaio del 1925. Un intervento inquietante perché essenzialmente rivendica la responsabilità politica del delitto Matteotti, ucciso sei mesi prima. Quell’intervento di Mussolini, tra l’altro, prepara il Paese a quelle che passeranno alla storia come “leggi fascistissime“, varate poco dopo.
Un discorso inquietante- In questo senso la decisione di Anastasio di citare proprio quel discorso del capo del Fascismo è abbastanza surreale: “Il Governo è il mio Partito, è in piena efficienza – scriveva l’ormai ex presidente di 3-I – Signori, vi siete fatte delle illusioni! Voi avete creduto che 3-I fosse finita perché io la comprimevo, che il Partito fosse così in difetto perché io lo esponevo a confronto, e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Se io la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimere 3-I la mettessi a scatenarlo, oh, vedreste allora… la bellezza per l’Italia. Ma non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno e definitivamente la mia sedizione”. Sostituendo la parola “3-I” con la parola “fascismo” la citazione del discorso di Mussolini è praticamente integrale.
Il Pd: “Ministra Calderone spieghi questa nomina” – Le dimissioni di Anastasio arrivano quando il caso della mail è già deflagrato a livello politico. “Le clamorose e inevitabili dimissioni di Claudio Anastasio da Presidente della società 3I chiamano in causa i ministri proponenti e vigilanti sulla società, a partire dalla Ministra del Lavoro Calderone che dovrà anche spiegare le ragioni di quel delicato incarico affidato dal Governo senza troppe premure al manager che cita nelle mail aziendali i discorsi di Mussolini. Attendiamo spiegazioni immediate da parte della Ministra Calderone per questa ennesima prova di inadeguatezza che ha avuto conseguenze così clamorose”, dice il deputato del Pd Emiliano Fossi, membro della commissione Lavoro della Camera. Le dimissioni di Claudio Anastasio, presidente della società pubblica 3-I, erano più che doverose dopo l’ignobile mail che ha scritto al cda copiando le parole di Mussolini sull’omicidio Matteotti. “Purtroppo siamo di fronte all’ennesima pezza messa sugli enormi buchi fatti dal governo Meloni. Le nomine ai vertici delle società partecipate sono un aspetto importante della vita pubblica italiana. Quali sono i riferimenti culturali dei dirigenti che il governo sta piazzando in organismi chiave del Paese? A quale modello sociale e istituzionale guardano? Sarebbe un errore derubricare questa vicenda ad episodio singolo, purtroppo è una matrice che si replica”, dice invece la senatrice Alessandra Maiorino, vice capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama. Per la maggioranza, invece, parla Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera, che si è limitato a dire: “Le dimissioni in genere sono un atto di volontà personale e si presentano quando evidentemente si ritiene di aver sbagliato”.