C’è una psicosi da streptococco? A Roma, in particolare, le farmacie sono state prese d’assalto per richiedere tamponi e antibiotici contro lo streptococco. L’infezione si trasmette per contatto diretto con le secrezioni provenienti dalla gola o dal naso di persone infette o con lesioni cutanee infette. E si manifesta con mal di gola persistente, tonsille ingrossate con presenza di placche, febbre, difficoltà a deglutire, mal di testa, stanchezza e anche episodi di vomito e diarrea. Il problema è che quando questi sintomi colpiscono uno o più bambini della stessa classe, scatta facilmente l’allarme tra i genitori. In alcune farmacie romane dichiarano di avere fatto anche 20 tamponi al giorno. Molti anche fai-da-te ed eseguiti dai genitori su se stessi per la paura di essere stati contagiati dai figli. Il risultato è che le scorte di tamponi si sono presto esaurite.

“L’infezione da streptococco beta-emolitico di gruppo A è sempre esistita”, rassicura il professor Roberto Cauda, Infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma. “Vorrei ricordare che in passato, in epoca pre antibiotica, lo streptococco era spesso responsabile del reumatismo articolare e di tutta una serie di malattie con comune denominatore questo batterio. Ancora alla fine degli anni ’70, in Italia una parte della popolazione presentava sintomi di ‘soffio al cuore’, spesso espressione di cardite reumatica, il segno di una precedente infezione da streptococco quando non erano diffusi gli antibiotici”.

La corsa in farmacia per acquistare tamponi fai da te è giustificata?
“Più che il fai da te è utile che sia il medico a valutare la necessità di fare un tampone ed evitare l’autoprescrizione. Anche perché spero che se uno si autosomministra un tampone e verifica di essere positivo, informi il medico e non scelga l’autocura”.

L’infezione da streptococco è molto contagiosa?
“Siamo di fronte a una patologia certamente trasmissibile che colpisce soprattutto i piccoli e gli adolescenti, ma non è una malattia grave. Il mal di gola è tra i sintomi più frequenti. Il dolore è un segno dell’infiammazione che può coinvolgere la faringe (faringite) o anche le tonsille (faringotonsillite). Queste ultime possono aumentare di volume, risultare arrossate e ricoperte da un materiale biancastro, le cosiddette ‘placche’, causate dalla reazione del sistema immunitario all’infezione. Le placche però non sempre sono sinonimo di streptococco e possono essere anche il risultato di infezioni virali che sono più frequenti. Se quindi un bambino ha alcuni di questi sintomi, è assolutamente importante che sia visitato dal medico, che valuterà l’opportunità o meno di fare un tampone”.

Solo se è positivo, quindi, si procede alla terapia antibiotica.
“Sì, scegliendo un antibiotico tra i beta lattamici, che sono dei derivati della penicillina, tenendo presente però che c’è una percentuale di persone allergica a questa classe di antibiotici per le quali vanno somministrati altri tipi di farmaci”.

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