Il giornalista e conduttore, ex vicedirettore di Rai Sport era infatti sospeso da circa sei mesi in via precauzionale, in considerazione delle accuse per atti persecutori nei confronti di una donna con cui aveva una relazione
Enrico Varriale porta la Rai in tribunale. Il giornalista e conduttore, ex vicedirettore di Rai Sport era infatti sospeso da circa sei mesi in via precauzionale, in considerazione delle accuse per atti persecutori nei confronti di una donna con cui aveva una relazione. Un patto non scritto, come racconta anche Repubblica che parla di “un’intesa tra galantuomini” presa di comune accordo ma mai messa nero su bianco. Ma ora Varriale si è rivolto al giudice del Lavoro: vuole tornare in video e condurre un programma suo, ovviamente a tema calcio e sulle reti Rai. Ciò mentre il processo che lo vede coinvolto va avanti, ma sentenze per ora non ce ne sono state: quella di primo grado dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno e in base a ciò, non essendo stato giudicato colpevole, Varriale chiede di tornare a condurre.
Il giudice per le indagini preliminari Monica Ciancio aveva disposto nei confronti di Varriale “il divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa” di “allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito, riponendosi a 300 metri di distanza” e di “non comunicare con lei neppure per interposta persona”. Nel merito il giornalista aveva parlato di “accuse del tutto false. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare la loro infondatezza facilmente e in tempi brevi. Ho fiducia nella giustizia”. Vicenda chiaramente di difficile gestione: in Rai avrebbero preferito si arrivasse prima a sentenza per poi decidere, vista la delicatezza della vicenda, temendo un effetto boomerang in caso di condanna col giornalista intanto riapparso in video. Ma Varriale ha deciso di accelerare rivolgendosi al giudice del lavoro, avrebbe anche già immaginato il format da mandare in onda: un programma con una conduzione in diretta e collegamenti esterni che vedrebbe tifosi e presidenti delle squadre di calcio di Serie A confrontarsi. Da valutare quindi le tempistiche, e dunque se arriverà prima la sentenza di primo grado nel processo o il responso del giudice del Lavoro, e ovviamente di che natura saranno le decisioni.