“Ecco cosa significa non registrare i figli di coppie omogenitoriali”: la spiegazione video dei Papà per scelta. “Ennesimo attacco a comunità Lgbtq”
“Un ennesimo attacco alla comunità Lgbtqia+”. Così i Papà per scelta, nickname “social” della coppia formata da
Carlo Tumino e
Christian De Florio, papà di due gemelli eterozigoti, avuti con maternità surrogata, hanno commentato lo
stop obbligato del comune di Milano alle registrazioni dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. Con un video pubblicato sui propri canali social, la coppia ha spiegato cosa voglia dire interrompere le registrazioni: “Significa che se quel bambino non viene riconosciuto nel nostro Paese non avrà accesso ai servizi essenziali come sanità o istruzione”. “Oggi – continuano – è possibile registrare solo il genitore biologico, mentre l’altro genitore
deve fare richiesta di adozione per i casi speciali“. Una situazione che, scrivono nel post di accompagnamento al video, lascerebbe bambini e bambine “a vivere nel limbo”, costringendo “le famiglie a ricevere in casa visite di assistenti sociali, psicologi, magistrati e giudici”. Insomma, per Tumino e De Florio, papà per scelta, appunto, di Julian e Sebastian, questo è l'”ennesimo attacco del governo ai nostri figli e alle nostre famiglie”, e, aggiungono, “l’ennesimo
atto di bullismo istituzionale che vuole cancellare dal registro delle trascrizioni anagrafiche i bambini che hanno due mamme o due papà”.