La “cocaina rosa” è salita proprio di recente di nuovo agli onori della cronaca quando gli agenti del commissariato San Lorenzo di Roma ne hanno sequestrate alcune dosi a casa di uno studente universitario di 27 anni
Come spesso accade quando ci si occupa di argomenti fluidi e articolati come il sottomondo oscuro dello spaccio, quello che arriva alla luce della cronaca rischia di non essere del tutto corretto o fondato su solide basi. E’ il caso ad esempio della cosiddetta “cocaina rosa”, che sembra aver preso piede come “novità” della ribalta degli stupefacenti, anche e soprattutto a certi livelli (tanto da meritare da alcuni il titolo di “droga dei ricchi”). In realtà sotto l’ espressione “cocaina rosa” si nasconde una pluralità di fenomeni che è difficile ricondurre ad unità e sui quali si hanno poche certezze. Quindi il lettore prenda quanto segue con il beneficio del dubbio, in attesa che studi più approfonditi e sistematici vengano condotti. A quanto è stato possibile ricostruire, si tratterebbe in prima battuta di una riuscita campagna di marketing, al limite di una vera e propria “truffa”, dato che in alcuni casi nella “cocaina rosa”, il rosa c’è, ma la cocaina no (a fronte di altre sostanze comunque assai pericolose). Sembrerebbe che il fenomeno della cocaina rosa sia nato circa un decennio fa – quindi anche il “nuovo” è relativo – in Colombia. All’epoca, i narcotrafficanti più giovani che cercavano di distinguersi dalla concorrenza iniziarono ad aggiungere alle loro sostanze dei coloranti alimentari rosa brillante e aromi alla fragola, commercializzando il tutto come una nuova droga esclusiva.
Conosciuta localmente come “tuci” o “2C” – la polvere rosa brillante è ora tipicamente prodotta in allestimenti casalinghi fai-da-te da organizzazioni criminali più piccole, che tendono a riempirla con quantità incoerenti di MDMA e ketamina, oltre a varie altre sostanze. Tuci deriverebbe il suo nome dallo stupefacente 2-CB e alcuni lotti risultano effettivamente contenere tracce di questa droga. Per chi non lo sapesse, il 2-CB è una droga psichedelica sintetica sviluppata negli anni ’70 dal leggendario psicofarmacologo Alexander Shulgin , ed è normalmente consumata sotto forma di pillola o polvere. Stante a quanto riportato da alcuni consumatori, 2-CB combinerebbe effetti visivi simili all’LSD con un ronzio euforico. La 2-CB è stata resa popolare da rapper come Kanye West e RAF Camora , solo per citarne alcuni, ed è questo legame con la cultura pop che si ritiene abbia portato i narcotrafficanti colombiani a sfruttarne il nome. Ad ogni modo la cocaina rosa spesso non ha a che fare neanche con questa sua “notoria” quasi omonima e risulta composta da miscugli di altre sostanze in particolare ketamina. Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato di recente sul mercato illecito della ketamina ha rilevato che ketamina in polvere rosa era stata trovata dai servizi di controllo antidroga e dalle forze dell’ordine in Austria, Spagna, Svizzera e Regno Unito.
La “cocaina rosa” è salita proprio di recente di nuovo agli onori della cronaca quando gli agenti del commissariato San Lorenzo di Roma ne hanno sequestrate alcune dosi a casa di uno studente universitario di 27 anni, al Pigneto, che è stato arrestato. Il ragazzo avrebbe allestito – secondo quanto riportato da diversa media – nell’appartamento un supermercato degli stupefacenti, proponendo in vendita cocaina classica, ma anche hashish, ketamina e pasticche di ecstasy. Infine gli agenti hanno trovato anche la sostanza rosa, che sul mercato può arrivare anche a costare diverse centinaia di euro al grammo.