Nyon ha comunicato di aver aperto un procedimento dopo che a centinaia di tifosi nerazzurri è stato negato l’accesso allo stadio do Dragao nonostante avessero i biglietti. Secondo l'ad nerazzurro Beppe Marotta i due club avevano trovato un accordo prima del match
Ci sarà un’indagine dell’Uefa su quanto accaduto in occasione del ritorno degli ottavi di Champions tra Porto e Inter. Nyon ha comunicato di aver aperto un procedimento dopo che a centinaia di tifosi nerazzurri è stato negato l’accesso allo stadio do Dragao nonostante avessero i biglietti. I filmati sono emersi sui social media prima della gara e mostrano centinaia di tifosi in coda per entrare a do Dragao all’inizio della partita. Il Porto aveva annunciato in giornata che gli spettatori dell’Inter che avevano acquistato i biglietti in altri settori oltre a quello ospiti, anche se attraverso il club, sarebbero stati respinti.
Ma l’Inter sostiene che è stato raggiunto un accordo affinché i propri tifosi potessero assistere alla partita se con indosso colori neutrali. L’organo di governo del calcio europeo, la Uefa, ha confermato mercoledì che la questione è al vaglio. “La Uefa era stata informata che un grosso contingente di tifosi ospiti aveva acquistato i biglietti nei settori di casa dello stadio”, ha detto un portavoce. “Il regolamento Uefa stabilisce che il 5% della capienza dello stadio deve essere fornito alla squadra ospite in un’area riservata per i propri tifosi – ha aggiunto – La responsabilità per la gestione sicura e protetta degli spettatori e la relativa politica di emissione dei biglietti sono determinate dall’organizzatore della partita e dalle autorità competenti”.
Le misure di mitigazione “sono state discusse tra i due club” e la Uefa “sta attualmente esaminando la questione”, ha spiegato. L’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta aveva annunciato che sarebbe stato chiesto l’intervento della Uefa e aveva dedicato il risultato a chi non è riuscito ad entrare allo stadio: “Le forze dell’ordine ci avevano rassicurato sull’ingresso dei tifosi. Siamo davanti ad un nucleo di tifosi che rappresentava famiglie e bambini che non erano qui per perpetrare atti di violenza”, aveva protestato. “Non c’erano allarmi per impedire l’ingresso – aveva sottolineato – Dobbiamo evitare che si verifichino queste situazioni”.