Si tratta del disperato narcisismo da tastiera, della popolarità virtuale sul web, del desiderio di accettazione di sé nel limbo dell’immateriale, il like che salva l’autostima della giornata
“Se c’era qualcuno che sapeva scrivere, insomma, quella era lei. L’aveva consacrato la rete”. Cinico e beffardo, con un’amarissima disperazione di fondo. Alibi – Zibaldone di fughe, scuse ed autoassoluzioni (Mds editore) di Fabrizio Bartelloni è un’operetta rizomatica che antepone una tonalità spietata e un’ironia acidissima alle più tradizionali progressioni narrative del romanzo. Tanti piccoli/medi frammenti letterari, racconti appena più lunghi del breve, si susseguono ad un ritmo elevato, dialogo (fulmineo e ficcante) su dialogo, chiosa (secca e lapidaria) su chiosa, con un felice intermezzo/ballata. Bartelloni solletica sopra ogni trama possibile la corda di una contemporaneità esasperata ed egotica che permea ben oltre la metà delle tracce. Si tratta del disperato narcisismo da tastiera, della popolarità virtuale sul web, del desiderio di accettazione di sé nel limbo dell’immateriale, il like che salva l’autostima della giornata.
Un narcisismo comunque diffuso che si srotola dall’implosione del recente passato in ogni pagina del resto, formando un campionario di tipi, di situazioni, di consessi che richiamano il quotidiano comune (la chat delle mamme a scuola), accoppiandosi a sempiterni dilemmi del narciso: la condivisione impossibile del sentimento, l’impatto frontale con la realtà dei fatti. Proprio come fosse un antipasto introduttivo le prime tracce saettanti di rapporti sentimentali di coppia prima idilliaci e poi schiantati nel dramma della rigida individualità misurano la cifra dello strapiombo paradossale e divertito dell’autore.
Nel racconto infine della ragazza che dalle pagine social pensa già di essere diventata una grande scrittrice, Bartelloni convoglia con spietata lucidità tutta l’imbarazzante situazione del mare magnum editoriale contemporaneo con cifre, stime, prezzari e tariffari che gli aspiranti scrittori possono pagare per… farsi pubblicare. Alibi veri sì, fughe dal principio di realtà, scuse e autoassoluzioni per allontanare ogni possibile responsabilità. Un attimo prima che l’unica soluzione per sopravvivere resti la sottomissione erotico sessuale ad una maitresse a cui ricorre l’iper borghese figura dello psicoanalista sarcasticamente sconfitto dal suo stesso ruolo e funzione sociale.