“Uno stabile rapporto di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche riferibili alla struttura imprenditoriale della Eurospin Sicilia Spa ed esponenti della ‘ndrangheta o soggetti collusi con questa”. Lo scrive la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che ha disposto l’amministrazione giudiziaria della “Eurospin Sicilia Spa”, una delle cinque società operative con le quali opera il noto marchio della distribuzione alimentare. Gli agenti della Dia e della Guardia di finanza sono arrivati stamattina a Catania, nella sede legale del colosso, e hanno notificato al suo amministratore unico e legale rappresentante Matteo Mion il provvedimento emesso dal Tribunale su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Stefano Musolino e Walter Ignazitto.
Il decreto dopo l’inchiesta Planning e diversi arresti – L’amministrazione giudiziaria durerà un anno e prevede anche l’esonero della governance aziendale dalla gestione del settore dell’espansione commerciale, mediante l’apertura di nuovi punti vendita sul territorio. Settore il cui controllo, adesso, è stato affidato alle amministratici giudiziarie Tommasina D’Agostino e Maria Delfino che dovranno esaminare pure “l’assetto della Eurospin Sicilia con particolare riferimento ai dati dell’ultimo bilancio e del modello organizzativo e gestionale”. Si tratta di una misura – spiegano i magistrati – che “si impone in funzione preventiva poiché mira a scongiurare il rischio che un’impresa sana e per la quale, dunque, non sussisterebbero i presupposti per disporne il sequestro di prevenzione possa essere, in qualche modo, infiltrata da soggetti legati a organizzazioni di stampo mafioso”.
Il decreto emesso dal Tribunale è collegato alle indagini dell’inchiesta “Planning” che l’anno scorso ha portato all’arresto di diversi imprenditori reggini. Si tratta di un’indagine in cui è emerso che la ‘ndrangheta sarebbe stata agevolata, “colposamente”, ad infiltrarsi nell’attività di espansione commerciale della “Eurospin”. Il tutto “mediante l’affidamento dell’esecuzione di opere edili volte all’apertura di nuovi punti vendita alla società ‘Leg Srl’ che, nell’ambito dell’inchiesta ‘Planning’ è emerso essere gestita da Giampiero Gangemi, imprenditore di riferimento della ‘ndrangheta”. Per il presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale Natina Pratticò e per i giudici Jessica Merolla e Tiziana Drago, infatti, ci sarebbe stato il “diretto e perdurante coinvolgimento” dell’imprenditore Gangemi, indagato dalle Dda di Reggio Calabria e Roma, “nelle strategie di sviluppo progettate dalla Eurospin Sicilia Spa per espandersi nella città e nella provincia di Reggio Calabria”.
Non è un caso, infatti, che nell’inchiesta “Planning” è indagato per concorso esterno Gianluca Taverniti, il responsabile Sviluppo di Eurospin Sicilia Spa per la Regione Calabria che, secondo la Dda, ha avuto “un ruolo determinante nelle dinamiche che sembrano caratterizzare i rapporti con gli esponenti delle consorterie di ‘ndrangheta dominanti finalizzati ad acquisire la cosiddetta ‘tranquillitàambientale” in cambio lauti guadagni”. “Appare evidente – si legge nel decreto di amministrazione giudiziaria– che l’attività commerciale dell’Eurospin Sicilia, con specifico riferimento al settore d’espansione commerciale nel territorio reggino, sia stata fortemente condizionata da ingerenze mafiose, per il tramite del Gangemi, imprenditore vicino alla ‘ndrangheta, in specie alla cosca De Stefano”. Gli accertamenti della Dia e della Guardia di finanza hanno riguardato la realizzazione del punto vendita di Gallico, nella periferia nord di Reggio Calabria hanno “fornito – si legge nel decreto del Tribunale – significativi indizi di pericolo di infiltrazione mafiosa nel settore dell’Eurospin”.
Le scelte aziendali fortemente condizionate dall’infiltrazione della ‘ndrangheta – Al centro dell’inchiesta, ci sono pure il punto vendita che dovrebbe nascere a Siderno, nella Locride, la realizzazione di un terzo supermercato programmata in una via centrale di Reggio Calabria e, ancora, la ristrutturazione del punto vendita di Villa San Giovanni. I magistrati non hanno dubbi quando, nel provvedimento di amministrazione giudiziaria, ravvisano “la sussistenza di sufficienti indizi per ritenere che le scelte aziendali dell’Eurospin Sicilia spa siano state fortemente condizionate dall’infiltrazione della `ndrangheta, come emerso nella gestione dei subappalti dei lavori eseguiti nel cantiere di Gallico”. Lì non sarebbero stati avvantaggiati gli interessi del solo Gangemi, “ma anche di altri soggetti vicini agli ambienti di mafia. – si legge – Il riferimento va ad Antonino Mordà, ritenuto esponente della cosca Araniti e tuttora imputato in un procedimento per associazione di tipo mafioso, nonché Domenico Gallo, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza”.
Di Gangemi e Mordà ha parlato anche il collaboratore di giustizia Maurizio De Carlo che ha rivelato “l’esistenza di una partnership imprenditoriale”, costituita tra i due, “per monopolizzare la realizzazione di supermercati Eurospin nell’hinterland reggino”. Nel mirino della Dda, infatti, c’è anche il “progetto di realizzazione di un altro punto vendita sui terreni del noto Carmelo Ficara, recentemente condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa”. Tra le contestazioni mosse alla società Eurospin Sicilia ci sono pure gli stretti “rapporti commerciali con Carmelo Sposato, tratto in arresto per associazione mafiosa ed estorsione, a cui è stata ricondotta un impresa responsabile sin dal 2015 dell’edificazione di ben due punti vendita nella città e nella provincia reggina.”. In sostanza, la nota azienda della distribuzione alimentare è finita sotto amministrazione giudiziaria perché “si è avvalsa di imprese gestite da esponenti di rilievo della criminalità organizzata, favorendone anche in maniera indiretta l’arricchimento”.
Prima fra tutti la Leg Srl di Giampiero Gangemi finito al centro di indagini antimafia non solo a Reggio Calabria: “La circostanza che occorre evidenziare come sintomatica di una condotta colposa di Eurospin Sicilia Spa è quella di aver continuato ad intrattenere rapporti economico commerciali con la Leg Srl, nella consapevolezza da parte dei vertici della società siciliana che dietro l’impresa edile reggina vi fosse Giampiero Gangemi che si è reso protagonista di eclatanti vicende criminali, quali accertate dalla Dda di Roma (operazione “Vicino”), allorché i germani Gangemi erano stati sottoposti a misura cautelare per estorsione, usura, ricettazione, minaccia e danneggiamento aggravati dal metodo mafioso. La gravità delle condotte avrebbe dovuto imporre all’impresa siciliana di maturare dei sospetti su tutta la famiglia di Giampiero Gangemi così da scoprire, anche solo da fonti aperte, la pluralità di vicende criminali in cui erano coinvolti”. Ecco perché, secondo i giudici, ci sarebbero state “gravi negligenze in capo alla governance aziendale che ha determinato l’agevolazione di interessi criminali”.