“Esistono molti antidepressivi, ognuno con profili differenti. I farmaci tradizionali risalgono quasi tutti agli anni ‘90; si rivelano efficaci nel 60-70% dei casi. Se non funziona uno si prova con un altro ed è possibile potenziare l’azione con medicinali diversi. Complessivamente, gli esiti sono superiori all’80-90%”, spiega il prof. Pietro Balestrieri, direttore della Clinica Psichiatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, co-presidente della Società italiana di neuro-psico-farmacologia (SINPF). Sono chiaramente i casi più gravi a non rispondere alle terapie attuali e a richiedere dunque un altro approccio. “Sono necessari farmaci con azioni differenti. Sta quindi emergendo l’utilizzo di sostanze con meccanismi e azioni diversi. I farmaci precedenti erano sperimentati sulla depressione, gli ultimi sono frutto di osservazioni sugli effetti di sostanze già esistenti e che ora cominciano a essere testate, dimostrando la loro efficacia”.

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La depressione è il “male del secolo”: boom di consumo di psicofarmaci in Italia. Presto nuove terapie con sostanze allucinogene

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