Dal 12 febbraio chi vive a Torino ha visto sparire le ormai familiari ToBike, le bici gialle a noleggio – a costi popolari – che dal 2010 si trovavano ovunque in città, e una volta arrivati a destinazione andavano riagganciate a una delle oltre cento colonnine di cicloposteggio. Bicincittà, la società che nel 2019 ha rilevato il servizio, il mese scorso ha pubblicato una lettera aperta in cui spiega le ragioni dell’addio al capoluogo piemontese, con tanto di video che mostrano i vandali in azione. Se il bilancio dei danni (oltre novecento bici vandalizzate o rubate solo nel 2022) ha certamente pesato sulla decisione di lasciare Torino, i vertici della società puntano il dito anche contro l’attuale assessora alla mobilità Chiara Foglietta, che quest’anno ha negato un’ulteriore proroga del contratto dopo aver fortemente criticato il servizio ai tempi della giunta Appendino. “È un atteggiamento che non ci saremmo mai aspettati da una giunta di sinistra, nella città più inquinata d’Italia”, commenta Marco Ravetta, uno dei soci di Bicincittà.
A gennaio, durante un Consiglio comunale, la titolare delle deleghe alla mobilità green della giunta di Stefano Lo Russo ha infatti dichiarato che un’ulteriore proroga sarebbe stata impossibile per via delle norme sugli appalti pubblici. “L’assessora si è trincerata dietro un parere dell’Avvocatura del Comune, ma secondo i nostri legali c’erano tutte le condizioni per un rinnovo, che avrebbe consentito di garantire la continuità del servizio e ci avrebbe dato più tempo per compensare il danno economico”, prosegue l’imprenditore. Nei mesi scorsi Foglietta ha manifestato l’intenzione di bandire una gara per affidare il servizio ad altri player, sul modello di quella che a gennaio ha affidato a Dott, Bird, Link ed Helbiz il servizio di noleggio dei monopattini elettrici. Ilfattoquotidiano.it ha cercato di ottenere ulteriori informazioni dallo staff dell’assessora, la quale ha riferito di non voler rilasciare dichiarazioni sul tema, salvo affermare che la concessione iniziale non contemplava la proroga.
Il rapporto tra il Comune e le “bici gialle” nasceva addirittura nel 2008, quando fu approvato l’affidamento in concessione alla Comunicare srl del servizio di bike sharing secondo uno schema che prevedeva oneri di gestione a carico del concessionario in cambio dello sfruttamento commerciale degli spazi pubblicitari. Il servizio fu salutato dai giornali come “la prima vera rivoluzione del traffico urbano di Torino” e la Regione investì un milione di euro per allargarne il perimetro fino ai Comuni della cintura. Dopo poco, però, biciclette, stazioni di parcheggio e quadri elettrici sono finiti nel mirino dei vandali, con razzie e devastazioni continuate senza sosta fino al 2019, quando il servizio è stato rilevato dalla srl Bicincittà Italia. Nel 2021 la nuova concessionaria ha ottenuto dalla giunta 5 stelle una proroga di 16 mesi in cambio di un investimento da 600mila euro e la creazione di 18 nuove piazzole. Nel marzo 2022 l’ennesima ondata di furti ha indotto il management a bussare di nuovo a Palazzo civico. “Abbiamo chiesto un’integrazione e ci siamo detti disponibili a installare delle videocamere di sorveglianza, o anche ad attivare, se necessario, un servizio di vigilanza privata a spese nostre”, racconta Ravetta. Dal Comune, però, a quanto dice hanno risposto picche, e il contratto con Bicincittà è stato risolto alla scadenza naturale. Ora 45 posti di lavoro sono a rischio, senza contare il minor gettito dell’imposta comunale sulla pubblicità che la società versava per i banner esposti sui cicloposteggi. La scorsa settimana le rappresentanze sindacali aziendali incontreranno l’assessora al lavoro Gianna Pentenero.
“L’assessora si è giustificata dicendo che in città ci sono altre tremila biciclette, ma sono tutti servizi più costosi. Oggi il Comune sta puntando tutto su e-bike e monopattini, mentre tutte le città del nord Europa stanno ritornando a un modello station based”, commenta Ravetta. Secondo un’analisi commissionata dalla società, oggi usare una bici a pedalata “muscolare” della concorrenza per mezz’ora la settimana costa all’utente 155 euro l’anno, contro i 25 di ToBike. Un problema sollevato anche dalla Consulta per la Mobilità Ciclistica, che ha chiesto al Comune di calmierare il costo del noleggio. Per i delegati, poi, le colonnine dismesse non andrebbero rimosse, ma trasformate in posteggi per i mezzi free floating, senza stazioni, che oggi vengono lasciati sui marciapiedi o in mezzo alle piazze. Secondo i dati forniti dalla società Decisio, oggi solo un torinese su cinque utilizza la bici per i tragitti sotto i cinque chilometri. Un automobilista invece perde tra le 90 e le 120 ore all’anno nel traffico, spesso come unico passeggero.