“Per i miei l’estetica era una vera e propria ossessione, era proibito ingrassare, meglio allora diventare dipendenti dell’eroina“. È una confessione liberatoria quella fatta da Vera Gemma, l’attrice figlia di Giuliano Gemma (scomparso nel 2013, ndr) impegnata in questi giorni nella presentazione di ‘Vera‘, il film diretto da Tizza Covi e Rainer Frimmel che ha vinto il Premio come Miglior Attrice e Migliore Regia nella sezione Orizzonti alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia. La pellicola – che la vede vestire i panni della protagonista – è il racconto di un’attrice, una sorta di autobiografia, che vive all’ombra di un padre carismatico, ne eredita il look western con cappelli coloratissimi da cow-girl. Vive relazioni superficiali e complesse con uomini che la sfruttano. Ma un incidente, di cui è vittima un bambino di 8 anni in un quartiere di periferia, le apre gli occhi. Comincia una nuova vita, una nuova relazione, ma anche questo incontro durerà per poco. Ancora una volta ‘Vera’ si accorge di essere strumento involontario nelle mani degli altri, soprattutto degli uomini.
“In fondo in questo film ‘recito’ la parte di me stessa – spiega Vera Gemma -. Sono io con le mie fragilità, le mie debolezze, la mia forza, con quel senso di inadeguatezza che ha sempre contraddistinto la mia vita. Il confronto continuo con la bellezza di mio padre mi faceva soffrire. Me lo rinfacciavano sempre ai provini – prosegue l’attrice romana- ‘Ma non assomigli proprio a tuo padre!’. Non mi sono mai sentita all’altezza, ma nemmeno responsabile. La bellezza ha sempre condizionato la mia vita, mia madre voleva me e mia sorella perfette, atletiche, magre, non dovevamo ingrassare, ci fece perfino rifare il naso. Forse mi avrebbero dovuto incoraggiare ad essere più me stessa”. Scherzando Vera Gemma ricorda “la sua vita di continui provini, ma non mi prendevano mai, lo riporto nel film, come l’amore per i bambini, amo il loro stupore, la loro purezza da cui dovremmo prendere esempio”. Nel film scorrono le immagini di vecchi filmini di Vera e della sorella Giuliana, ma anche del padre: “Nostra madre amava vestirci sempre uguali – racconta nel film – Con mia sorella avevamo pochi mesi di differenza. Eravamo piccole e felici”.
“Non rimpiango nulla del mio passato e non voglio rimpiangere nulla, persino L’isola dei Famosi – prosegue Vera Gemma- Ogni cosa che accade fa parte del tuo cammino. Tutti mi sconsigliavano di partecipare al reality. Volevo dimostrare di essere un donna coraggiosa e non viziata, 79 giorni di fame, non mi sono mai lamentata, ho perso 12 chili. Continuavo a ripetermi che ero comunque una persona privilegiata, che la fame nel mono è ben altra cosa. Sono sempre stata un libro aperto, forse oggi essere se stessi è la più grande delle rivoluzioni. Finalmente mi sento liberata da me stessa. Dalle mie ossessioni, la bellezza, la magrezza, il confronto con un padre fascinosissimo e inarrivabile. Ho sempre avuto problemi ad accettarmi, ma sempre con assoluta verità”.
E ritorna a parlare di ‘Vera‘: “Nel film vengo lasciata dai miei fidanzati, nella vita è sempre accaduto il contrario – ricorda Vera Gemma – Ho lasciato io due mariti. Sarebbe interessante poter ipotizzare una serie su Netflix. Partendo da tutti i compagni, mariti, fidanzati a cui ho detto addio”. I suoi sogni, oggi? “Continuare ad essere me stessa, a lottare, ad essere artista. E’ il sogno che continuo ad inseguire, ho scritto libri, ho fatto la spogliarellista e la domatrice di leoni, ho scritto libri e dedicato un documentario a mio padre, che ha avuto un grande successo. La regia mi piace, ti dà quel potere decisionale che amo”.